L'Esodo ebraico secondo Roger Sabbah (Mosè-Akhenaton)

Inviato da  Kolza il 14/9/2009 10:08:03
Nuovo libro sull'Esodo (Roger Sabbah)

Gli ebrei discenderebbero direttamente dagli egiziani. Una affermazione che stravolge completamente la visione ufficiale dell’Esodo biblico. Ora, una saggio di imminente uscita, dimostra che fu questa la verità e che i Giudei, la tribù di Levy, erano in realtà i nobili sacerdoti di Aton fuoriusciti dall’Egitto.

di Adriano Forgione

In seguito agli scavi condotti a Tell-El Amarna, l’antica Akhetaton, la città fatta costruire dal farone eretico Akhenaton, una parte sino ad allora sconosciuta della storia egiziana venna alla luce. Una storia che i sacerdoti di Amon cancellarono perché considerata un abominio, in quanto contrassegnata da un farone considerato un folle. Akhenaton trasformò il Paese d’Egitto in un regno monoteista. Le sue analogie con la figura di Mosé hanno portato Sigmund Freud, e altri ricercatori dopo di lui, ad identificarli come la medesima persona. “Se Mose fu egizio e se egli trasmise agli ebrei la propria religione, questa fu la religione di Akhenaton” scrisse in L’uomo Mosé e la religione Monoteista. In effetti Freud identificò in questo pzriodo della storia egizia il problema scottante delle origini del monoteismo. Ciò vuol dire che tra Bibbia ed egittologia esiste un nesso stretto in grado di apportare nuove risposte. Oggi si considerano gli ebrei come i discendenti degli hapiru o degli shasu, comunque popolazioni seminomadi che vivevano ai margini della società egizia. Ma si tratta di una ipotesi senza conferma. In realtà il popolo ebraico così come viene descritto non è mai esistito o meglio, la sua origine si è perduta nei meandri della storia. Roger e Messod Sabbah, linguisti e cabalisti francesi di origine ebraica, hanno fornito però una risposta: gli ebrei sono i discendenti degli egizi, gli abitanti di Akhetaton che intorno al 1344 a.C. furono costretti ad abbandonare la loro capitale. Costituiti da sacerdoti e manovalanza tennero comunque ben distinte le due caste, che nella nuova terra andarono a costituire due nuclei differenti: i Giudei a Canaan mentre gli ebrei, la grande massa, nei territori di frontiera. Una voltà a Canaan, i sacerdoti di Aton generarono un nuovo alfabeto, derivato da quello egizio-geroglifico dando vita alla scrittura ebraica. Queste ed altre incredibili tesi sono esposte ne I segreti dell’esodo, il loro saggio in uscita questo mese in Italia (per i tipi della Marco Tropea editore). Abbiamo raggiunto Roger Sabbah per affrontare direttamente alcune tra le più scottanti rivelazioni dei suoi studi.

Adriano Forgione: Qual è l’importanza della Bibbia per l’egittologia?
Roger Sabbah: La Bibbia è autentica egittologia. Non sono il primo a fare un’affermazione del genere. Il profondo conoscitore e linguista Fabre d’Olivet e Jean François Champollion hanno seguito perfettamente questa via. Il padre dell’egittologia moderna aveva già dato l’allarme: “La conoscenza reale dell’antico Egitto ha rilievo anche sugli studi biblici e la critica sacra deve considerarne le numerose delucidazioni”. L’intuizione nacque osservando il popolo ebreo delle tradizioni millenarie, che si proclama erede di un popolo di Ebrei “in fuga dall’Egitto” e strettamente legato al suo Libro, la Torah (l’Antico Testamento). Ma anche alla sua scrittura, alla sua filosofia, ai suoi rituali come la circoncisione o il divieto di mangiare alcuni alimenti, i giorni di lavoro e il giorno di riposo del shabbat, etc. Questo popolo di supposti schiavi giunti “incidentalmente” dall’Egitto, esercitò un’influenza considerevole sull’Assiria, su Babilonia, sulla Persia (ai quali gli Ebrei hanno fornito leggi sulla regalità), sulla Grecia e sull’antica Roma, che non poteva davvero corrispondere a un popolo giunto dal deserto, incolto come forse erano gli Shasu o gli Hapiru, ma doveva essere invece una grande civiltà. E’ vero che la Torah ripercorre l’epopea degli Ebrei, pastori che sorvegliavano i loro greggi, i quali avrebbero ricevuto un giorno la Rivelazione divina e le Tavole della Legge. Eppure, molto spesso i numerosi commentari rabbinici contraddicono il testo. Dipingono Abramo come il re solare, al quale gli altri re avevano giurato fedeltà. Giuseppe o Mosè sono caratterizzati dai tratti dei “Gran Sacerdoti” o dei “Re”, unti e incoronati dalla grazia divina! Spesso descritti come “i personaggi più importanti della loro epoca”, ormai non hanno più nulla a che fare con l’immagine mitica dei nomadi erranti nel deserto. La Cabala, il libro dei segreti della Torah, va ben oltre, poiché descrive Mosè sul Trono celeste di Dio nei suoi palazzi e nei suoi templi. Si tratta di dettagli che corrispondono ai misteri degli antichi egizi. Questi “Ebrei” possiedono uno statuto divino, dispongono di prerogative regali, richiamano stranamente i faraoni… Ma chi sono realmente? Contrariamente all’opinione dominante in voga presso gli egittologi, secondo la quale “non v’è filiazione”, esiste una griglia di lettura tra la Bibbia e l’antico Egitto. I primi Padri della Chiesa, come Clemente d’Alessandria, conoscono questa verità: “Per quanto riguarda gli elementi misterici, i simboli degli Egizi assomigliano a quelli degli Ebrei (Clemente d’Alessandria, Stromates, V.). Filone d’Alessandria e Artapanos, senza passare per illuminati, affermavano che Mosè, aiutato dall’esercito egizio, aveva progettato un colpo di stato contro il Faraone. Diodoro di Sicilia (I sec. a.C.) sosteneva che i Giudei fossero fuoriusciti dalle colonie egizie. Giordano Bruno (1548-1500) riteneva ugualmente che gli ebrei cacciati dall’Egitto e l’avvento del cristianesimo avevano suonato a morto la religione egizia. Sacrilego? Non del tutto, poiché il Talmud e soprattutto la Cabala, che sembrano essere la memoria segreta degli Ebrei, testimoniano che il giardino dell’Eden è l’Egitto. “Ora, non v’è miglior terra che quella d’Egitto, poiché è detto “Come un giardino eterno, come la terra d’Egitto” (Genesi XIII, 10) e non v’è in tutto l’Egitto terra più fertile di Tanis (l’antica Pi-Ramsès), dove vissero numerosi re (i re d’Israele), poiché è scritto: “ I suoi principi sono a Tanis (Isaia XXX, 4)”. Se la Bibbia/Torah ci racconta una storia affascinante e mistica, in grado di penetrare il cuore degli uomini appartenenti alle tre religioni monoteistiche, essa nasconde anche, in maniera criptata e simbolica, il più straordinario dei messaggi: quello della nostra eredità egizia, comune alle tre religioni monoteistiche, tutta la saggezza dei faraoni trasmessa a Mosè nella Torah, a Cristo nei Vangeli e al profeta Maometto nel Corano. Soltanto, bisogna voler rendersene conto, prenderne coscienza, accettarne l’evidenza.

[continua]

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