Re: Logica,divinità e...

Inviato da  meritomio il 24/2/2007 14:40:18
Buon pomeriggio

x Kirbmarc

-citazione-

"Ehm...Lasciamo stare, leggi per bene il thread sull'evoluzionismo e i link di Descates e poi ne rparliamo."

rispondo

Si ho letto i post di descartes, un po lunghetti a dir la verita'.

Ti copio dei post trovato su LC A - B

Post A

Dopo lunghe discussioni (link in coda) con i sostenitori del darwinismo, si è potuto concludere che la teoria evoluzionistica rimane assolutamente valida, e merita tutto il rispetto di ogni mente intelligente. Eccone una breve sintesi, da come la si è potuta capire:

Le prime molecole erano lì perchè erano lì, secondo il noto principio antropico (se non c'erano tu non lo sapevi, ma siccome lo sai allora c'erano). Creare la prima proteina, imbroccando la precisa sequenza di 238 aminoacidi tutti in quell'ordine fu, è stato ammesso, un certo colpo di fortuna, ma da lì a dare origine alle prime forme di vita monocelluari, in compenso fu un attimo. E' noto infatti che in quelle condizioni - lampi tuoni e magma dappertutto - basta che una caseina passi accanto ad una rodopsina, ed è subito ameba.

Per passare alla riproduzione sessuata poi, bastò uno sguardo allo specchio dell'ameba, che si piacque, e decise di invitarsi a cena quella sera. Il DNA nacque per caso, una domenica pomeriggio, nello scontro fra due pullman di basi nucleotidiche che tornavano dalla gita nostalgica allo stagno primordiale. Le adenine andarono tutte a incocciare con le timine, e le guanine con le citosine. I poveri cadaverini erano talmente ingrovigliati l'uno con l'altro, …

… che gli ispettori della RNA (Road National Assistence) rinunciarono a separarli. Fotografarono il tutto in doppia copia, e lo mandarono alla Centrale.

Da quel giorno, col DNA che teneva l'evoluzione sotto controllo, le cose presero a funzionare a giusto ritmo. In fondo, mancavano solo trecento milioni di anni per arrivare a Bush, e non c'era altro tempo da perdere con tentativi fatti a casaccio.

Per un pò tutto procedette bene, con le mutazioni casuali che ogni volta davano esattamente quello di cui c'era bisogno per evolversi, ma dopo un pò, temendo comunque di non farcela, il DNA tentò una tirata multipla di dadi, che per fortuna andò per il meglio: in un colpo solo uscirono venti tipi di alghe diverse, un cavalluccio marino, tre squali, sedici sardine, un pesce-martello, e uno splendido puma tibetano. Alla domanda dello squalo, che gli chiedeva "ma tu chi saresti, scusa?", il puma rispondeva altezzoso "non mi rompere i coglioni, non lo vedi che sono un salto quantico?"

La voce si sparse rapida sulla terra, e da quel momento l'accelerazione fu irreversibile. Tutti a giocarsi la sopravvivenza della specie con mutazioni genetiche da brivido. Coccodrilli che rischiavano il tutto per tutto per diventare ippopotami (vuoi mettere, nell'acqua, il vantaggio della visione dall'alto?), tozzi asini e muli che si facevano mettere il cibo sui ripiani più alti, per allungarsi il collo e diventare delle splendide giraffe. Scoiattoli stufi di prendere delle gran facciate in terra, ogni volta che si lanciavano da un ramo all'altro, che sviluppavano nuovi tessuti sotto le ascelle e diventavano pipistrelli.

Quando poi il pesce-martello divenne una rana, la transizione fu talmente rapida che non se ne accorse nessuno, e tempo che anche gli altri si sbrigarono a uscire dall'acqua (in certi casi le mutazioni puoi invocarle tu direttamente, anche trecento alla volta, basta compilare apposito modulo), e quello era già diventato una dinosauro. Minchia, disse la sardina, che nel frattempo si era ritrovata a fare l'aquila imperiale, ma come si evolve in fretta, quello lì! Il dinosauro, tutto gasato dalla popolarità, tentò a quel punto un salto quantico mai provato prima, e volle diventare direttamente un ragioniere dell'IBM: restò però imbrigliato a metà strada, e divenne un misero Africanus Affarensis, mentre la sua specie, per lo spavento, si estingueva di colpo (alcuni furono trovati con il cibo nello stomaco ancora da digerire). Dall'Affarensis a Leonardo da Vinci fu comunque un attimo, ed ecco spiegata l'evoluzione delle specie.

Infine, quando andiamo al mare, e osserviamo la splendida distesa dì sabbia lucente, rivolgiamo un pensiero commosso a tutti quelli che non ce l'hanno fatta: quei granelli di sabbia in realtà non sono sabbia, sono i cadaverini piccoli piccoli piccoli di tutti quegli esseri che la legge del più forte non ha ritenuto nemmeno di far crescere abbastanza per vedere se ce la facevano davvero. Fu così appunto che nacque la famosa canzoncina, "Era meglio morire da piccoli..."

Post B

E' stato particolarmente interessante seguire le ultime discussioni, sulla Bibbia e sul darwinismo, non solo per il livello notevole degli interventi, ma perchè sembra di poter intravedere all'orizzonte qualcosa che fino a ieri pareva impensabile: un punto di incontro, ancora indefinito ma reale, fra le due posizioni di fondo verso cui tutti più o meno tendiamo a polarizzarci: il materialismo scientifico, e il misticismo fideistico. Oppure, il razionale e l'intuitivo. Oppure ancora, il deduttivo e l'induttivo, ovvero - sempre da loro si ritorna - l'aristotelico e il platonico.

Volendo illuderci, nel nostro piccolo, di rappresentare un mini-microcosmo della nostra società, abbiamo visto espressa nel dibattito una ampia gamma di posizioni, ...

... con tutte le sfumature intermedie in cui il credente stempera progressivamente la fede nella ragione, mentre il laico appare sempre più disposto a concedere in senso inverso.

Sia nel caso della Bibbia, che in quello del darwinismo, l'oggetto vero del dibattere - non nascondiamocelo - era "l'esistenza di Dio". D'altronde, se dibattere Darwin non comportasse dibattere Dio, credo che molti di noi non ne avrebbero mai nemmeno sentito parlare (di Darwin, intendo). Per la Bibbia poi, "lo dice la Bibbia stessa".

Conclusione? Dio c'è o non c'è? Purtroppo non siamo riusciti a deciderlo. Possiamo però dire di aver trovato un "agreement to disagree", un accordo sulle discordanze, che è già qualcosa di molto incoraggiante.

Abbiamo infatti visto ammorbidirsi, ad un'estremità, la difesa a oltranza della Bibbia come rigoroso "verbo divino", che si traduce in altrettanta pochezza per un "figlio di Dio" che non sarebbe assolutamente in grado di ragionare, di percepire, di valutare con mezzi propri tutto ciò che lo circonda, per poi ricollocarlo nella giusta prospettiva metafisica. Dall'altra abbiamo visto il materialista riconoscere i limiti - postigli dalla scienza stessa, soprattutto in termini statistici - di una scienza che tanto è abile a penetrare l'unità più infinitesimale, quanto fatica a ricomporre il tutto in una visione d'insieme armonica e funzionale.

Forse sono i primi sintomi di una fine, lontana ma inevitabile, del dominio assoluto delle due "cattedrali" della nostra cultura, scienza e religione, e quindi anche di quell'atteggiamento passivo con il quale alcuni di noi vanno dal dottore, esattamente come altri vanno al confessionale: ci si rimette completamente nelle mani dello "stregone" - laureato o illuminato che sia - e si rinuncia da quel momento all'uso attivo delle proprie capacità critiche. Dottore, cosa devo fare per tornare a posto? Due cibalgine e una vitamina E prima dei pasti, e non mi prenda freddo andando in motorino. Padre, cosa devo fare per tornare a posto? Due pater e un ave, e smettila di raccontare le bugie a tua moglie, che ti vuole tanto bene.

Parrebbe di capire che anche qui, come in mille altre situazioni, la soluzione vincente stia "al centro". E stare al centro significa, su ambedue i fronti, tornare ad usare il proprio cervello, e tutte le altre capacità cognitive di cui siamo dotati, senza per questo dover rinnegare d'un colpo le relative religioni. Basta porsi criticamente di fronte ai dogmi di ciascuna, invece di accettarli supinamente a scatola chiusa.

E così, per un credente che riconosce che Dio forse non è "un signore con la barba che ci corre dietro col bastone", e cerca un'interpretazione di quell'immagine che non lo obblighi a concludere che quel testo è tutto meno che "sacro", abbiamo uno scienziato che scopre intelligenza nel caos, ordine nel disordine, progetto nella casualità, e cerca di dare a tutto ciò un nome che non lo obblighi a buttare via tutti quegli anni passati a sgobbare sui banchi dell'università.

Dicono che due rette parallele all'infinito si incontrino.

INFINE POST UNA TUA AFFERMAZIONE

Per spiegare meglio la decorenza, immaginiamo di avere una scatola piena di palline, di cui solo cinque blu , e le altre rosse. Agitiamo ora la scatola.E' estremamente improbabile, se le palline sono molte, che si trovino tuute e cinque le palline vicine (non è impossibile, attenzione; soloche con 1000 palline è già più facile vincere alla lotteria, e con 10000000 è "praticamente impossibile". ) Ora, gli stati quantistici sono stati "ordinati" come quello delle cinque palline tutte vicine.Con i miliardi di particelle-onde che compongono un corpo solido (come un gatto) che questi stati si verifichino per l'intero corpo è più che praticamente impossibile.

IL CASO NON BASTA.

Per me e piu che sufficiente.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=47&topic_id=2726&post_id=79419