C'è una bella differenza nel credere in valori (ciò che hai citato di kipling)-che tra l'altro ritrovo nella mia religione-pensando che sono solo valori che non ti apporteranno nessun vantaggio da morto, e credere e applicare valori credendo a ciò che c'è dopo la morte
se riesci a confutarne uno li hai confutati tutti ( e cmq l'evoluzione è confutabile ad ogni passo)...un edificio senza fondamenta crolla...
Kirb, io, invece, ci vedo un meccanismo pronto ad essere innescato a comando.
Inoltre, a mio avviso, esiste un punto di non ritorno dal quale e' impossibile ritornare ad essere in grado di discernere, tra metafore e mistificazioni della realta' (appunto queste distorsioni cui accennavo) e ci si abbandona ai dogmi prestilati dalla tradizione in cui si e' vissute e si vive, confondendoli con la realta' e percependoli come la "verita'".
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