Re: L'origine pagana del cristianesimo

Inviato da  Descartes il 12/9/2006 15:10:42
Citazione:

Ma Descartes... se mi dai una spiegazione su come chi conosce il fenomeno della precessione degli equinozi o il numero di pianeti che gira attorno al sole riesce a produrre di più (si ragiona così in termini economici), ti seguo.


Molto semplice: supponi che io ti tolga il calendario, prodotto della scienza moderna, e ti riduco nella condizione di un contadino ignorante dell'antico egitto.

Supponi che io ti chieda che giorno è oggi. Tu me lo sapresti dire? No. L'unico modo per sapere se è il giorno in cui si deve iniziare la semina, è guardare le stelle in cielo in che posizione sono. E' l'unico modo. Infatti anche contare i giorni sarebbe inutile: come ben sai i giorni perdono molte ore l'anno, e dopo quattro anni hai perso un giorno. Il ciclo del giorno non è sincronizzato con l'anno solare. Ecco perchè ci sono volute ben quattro revisioni del calendario, ed ecco perchè anche oggi ci sono errori nella computazione che vengono risolti, guarda caso, con l'osservazione astronoimica.

Invece ai sacerdoti bastava dire ai contadini si seminare quando il sole entra nella costellazione di Sirio. Tali conoscenze restano tutt'ora nella cultura dei contadini:


Parlando però con anziani contadini, il consiglio proverbiale sembrerebbe essere stato preso poco in considerazione. Emerge infatti una conoscenza del cielo ridotta ma non semplicistica, anzi, visti i limiti sopra accennati, per certi versi sorprendente. Una conoscenza che teoricamente potrebbe rappresentare l'epigono di quel sapere astronomico elaborato e condiviso fin dalla preistoria e che è sopravvissuto essenzialmente per la sua ricaduta concreta sull'organizzazione e sulla calendarizzazione del lavoro.

In poche parole, si guardava, o meglio, si scrutava il cielo ma in direzione della terra. Erano le variazioni nell'aspetto (grandezza, luminosità, calore) ed i mutamenti nella collocazione spaziale dei corpi celesti a contribuire a determinare il reale calendario o scadenziario dei lavori, le partenze ed ritorni dall'alpeggio, le messe in atto e gli abbandoni.

Naturalmente c'erano anche un cielo religioso ed un cielo simbolico, entrambi accetti e rispettati, ma nella tradizione di questo ambiente socio-economico, gli ambiti di riferimento appaiono comunque ben distinti e differenziati, anche quando per la memorizzazione di un dato "astronomico" acquisito si ricorreva ad un riferimento o ad un abbinamento religioso. Se, come vedremo più avanti, il sole e particolarmente la luna sono stati a tal punto oggetto di osservazione e di verifica delle ipotesi in merito, da dare origine a veri e propri "codici" popolari interpretativi, è il riconoscimento tutto sommato diffuso di alcuni corpi celesti "minori" a stupire maggiormente. Così nel firmamento mattutino prima dell'albeggiare del sole, soprattutto in pianura, si individuava con sicurezza in direzione est, la "steila bovera" (quasi certamente Venere) che sarebbe stata così denominata perché il suo apparire coincideva con l'inizio del lavoro di chi doveva portare gli animali al pascolo. La "rousa" (Marte o Antares), in inizio estate e caratterizzata appunto da una luce "rossa", ricordava che il taglio del grano doveva ormai essere concluso, mentre la "steila d'la smens" (Sirio) rammentava in base al momento ed alla posizione in cui appariva il tempo della semina autunnale o di quella primaverile.

Montagna e pianura individuavano poi con sicurezza e particolarmente nella stagione invernale, i Tre re (li Tréi réi, o, li Seitour, nelle alte valli), cioè le tre stelle luminose, poste sulla stessa linea e che formano la cosiddetta cintura di Orione. Altrettanto familiari ai due ambienti erano: il Piccolo ed il Grande Carro, i cui corrispettivi termini dialettali sono le traduzioni dall'italiano, e la Via Lattea, rispettivamente la Vio d'san Jacque o la Stra d'san Giacu, letta come un'indicazione di direzione alla volta del santuario spagnolo di Santiago (S. Giacomo) di Compostela.

da http://www.vecchiopiemonte.it/storia/curios_stor/cielo.htm

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