Re: Disastro o cospirazione? Discussione sulla crisi economica in corso

Inviato da  Paxtibi il 5/10/2008 22:49:50
Su Bretton-Woods:



5. Fase V: Bretton Woods ed il New Gold Exchange Standard (Stati Uniti) 1945-1968

Il nuovo ordine monetario internazionale fu concepito e quindi imposto sugli Stati Uniti ad un congresso monetario internazionale a Bretton Woods, nel New Hampshire, a metà del 1944 e fu ratificato dal Congresso nel luglio 1945. Anche se il sistema di Bretton Woods funzionò molto meglio del disastro degli anni 30, funzionò solo come un'altra recrudescenza inflazionistica della parità del cambio dell'oro degli anni 20 e – come negli anni 20 – il sistema visse soltanto su tempo preso in prestito.

Il nuovo sistema era essenzialmente la parità del cambio dell'oro degli anni 20 ma con il dollaro che rudemente spodestava la sterlina britannica come una delle “valute chiave.” Ora il dollaro, stimato a 1/35 di un'oncia d'oro, doveva essere la sola valuta chiave. L'altra differenza a partire dagli anni 20 era che il dollaro non era più redimibile in oro per i cittadini americani; invece, veniva mantenuto il sistema degli anni 30, con il dollaro redimibile in oro soltanto per i governi stranieri e le loro banche centrali. A nessun individuo privato, soltanto ai governi, era concesso il privilegio di redimere i dollari nella valuta in oro mondiale. Nel sistema di Bretton Woods, gli Stati Uniti costruirono una piramide di dollari (in soldi di carta e depositi bancari) in cima all'oro, in cui i dollari potevano essere redenti dai governi stranieri; mentre tutti gli altri governi mantenevano i dollari come loro riserva di base e costruivano a loro volta la piramide della loro valuta in cima ai dollari. E poiché gli Stati Uniti entravano nel mondo del dopoguerra con riserve d'oro enormi (circa 25 miliardi di dollari) c'era abbondanza di spazio per costruirci sopra la piramide di dollari. Ancora, il sistema potè “funzionare” per un periodo perché le valute di tutto il mondo tornarono nel nuovo sistema al loro valore di cambio di prima della guerra, la maggior parte dei quali erano altamente sopravvalutati rispetto alle loro valute inflazionate e svalutate. La sterlina inflazionata, per esempio, tornò a $4,86, anche se valeva molto meno in termini di potere d'acquisto sul mercato. Poiché il dollaro fu artificialmente sottovalutato, e la maggior parte delle altre valute sopravvalutate nel 1945, il dollaro fu reso scarso e il mondo soffrì di una cosiddetta scarsità del dollaro, che si supponeva dover essere risolta dal contribuente americano con sussidi esteri. In breve, il surplus di esportazioni goduta dal dollaro americano sottovalutato doveva essere finanziata parzialmente dallo sfortunato contribuente americano sotto forma di sussidi all'estero.

Essendoci allora abbondanza di spazio per inflazionare prima dell'arrivo della punizione, il governo degli Stati Uniti intraprese la sua politica di inflazione monetaria continua del dopoguerra, una politica che ha perseguito allegramente da allora. Dall'inizio degli anni cinquanta, la continua inflazione americana cominciò a invertire la marea del commercio internazionale. Perché mentre gli Stati Uniti stavano inflazionando ed ampliando la moneta e il credito, i principali governi europei, molti dei quali influenzati da consiglieri monetari “austriaci,” perseguirono una politica di moneta relativamente “dura” (per esempio, la Repubblica federale di Germania, la Svizzera, la Francia, l'Italia). La fortemente inflazionista Gran-Bretagna fu costretta dalla sua perdita di dollari a svalutare la sterlina a livelli più realistici (per un periodo era di circa 2,40 dollari). Tutto questo, unito con l'aumento di produzione di Europa e successivamente del Giappone, condusse a deficit continui della bilancia dei pagamenti con gli Stati Uniti. Durante gli anni 50 e gli anni 60, gli Stati Uniti diventavano sempre più inflazionisti, sia assolutamente che relativamente al Giappone ed all'Europa occidentale. Ma il controllo classico della parità aurea sull'inflazione – in particolare l'inflazione americana – se n'era andato. Perché le regole del gioco di Bretton Woods prevedevano che i paesi dell'Europa occidentale dovessero continuare ad accumulare sulla loro riserva, e perfino usare questi dollari come base per inflazionare la loro valuta ed il loro credito.

Ma mentre gli anni 50 e gli anni 60 continuavano, i paesi dalla “moneta più solida” dell'Europa occidentale (e del Giappone) diventavano insofferenti verso l'obbligo di accatastare dollari che erano ora sempre più sopravvalutati anziché sottovalutati. Mentre il potere di acquisto e quindi il valore vero dei dollari cadeva, essi diventavano sempre più indesiderabili per i governi stranieri. Ma erano bloccati in un sistema che era sempre più un incubo. La reazione americana ai reclami europei, presentati dal consigliere monetario principale di DeGaulle e della Francia, l'economista gold-standard classico Jacques Rueff, fu soltanto di disprezzo e brusco rifiuto. I politici e gli economisti americani dichiararono semplicemente che l'Europa era obbligata ad usare il dollaro come propria valuta, che non poteva fare niente per i suoi crescenti problemi, e che quindi gli Stati Uniti potevano continuare gioiosamente a inflazionare mentre perseguivano una politica di “benigna negligenza” verso le conseguenze monetarie internazionali delle proprie azioni.

Ma l'Europa aveva l'opzione legale di redimere i dollari in oro a $35 l'oncia. E mentre il dollaro era sempre più sopravvalutato in termini di valute solide ed oro, i governi europei cominciarono sempre più ad esercitare quell'opzione. Il controllo della parità aurea stava venendo utilizzato; quindi l'oro uscì costantemente dagli Stati Uniti per due decenni dopo l'inizio degli anni cinquanta, finché le riserve in oro degli Stati Uniti non diminuirono per questo periodo da oltre $20 miliardi a $9 miliardi. Mentre i dollari continuavano a inflazionarsi su una base d'oro in diminuzione, come potevano gli Stati Uniti redimere i dollari esteri in oro – la pietra angolare del sistema di Bretton Woods? Questi problemi non rallentarono la continua inflazione di dollari e dei prezzi negli Stati Uniti, o la loro politica di “benigna negligenza,” che risultò per la fine degli anni 60 in un accelerato accumulo di non meno di 80 miliardi di dollari indesiderabili in Europa (conosciuti come gli Eurodollari). Per provare ad arrestare lo scambio europeo dei dollari in oro, gli Stati Uniti impiegarono intensa pressione politica sui governi europei, simile ma su una scala ben più grande all'azione di persuasione britannica sulla Francia perché non redimesse i suoi pesanti bilanci in sterline fino al 1931. Ma la legge economica ha un modo, alla fine, di bloccare i governi, e questo è ciò che accadde al governo felicemente inflazionista degli Stati Uniti per la fine degli anni 60. Il sistema di cambio dell'oro di Bretton Woods – acclamato dall'establishment politico ed economico degli Stati Uniti come permanente ed indistruttibile – cominciò a disfarsi velocemente nel 1968.


(Da What Has Government Done to Our Money? , Cap. IV: Il crollo monetario dell'occidente, di M. N. Rothbard)

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