Barca: ci vuole più catablepismo

Inviato da  padegre il 14/4/2013 17:31:50
- Barca: ci vuole più catoblepismo -
di Paolo De Gregorio, 14 aprile 2013

A volte ritornano! Il replicante del linguaggio incomprensibile del vecchio PCI, e stiamo parlando del figlio sessantenne di un deputato del Comitato Centrale Comunista, leggermente fuori tempo, alfabetizzato con articoli di Rinascita e Critica Marxista, Fabrizio Barca, si pavoneggia esibendo il suo culturame da esibizionista, senza aver capito che la funzione degli intellettuali è morta e sepolta. Il suo linguaggio è ridicolo e penoso, come il suo partito di riferimento, il PD, che è in declino, spaccato, e 40 giorni fa ha perso tre milioni e rotti di elettori, senza che nessun “intellettuale” chiedesse le ovvie dimissioni del segretario del partito Bersani.
Un soggetto che intende portare più a sinistra il PD e inserisce nel suo documento di 55 pagine le espressioni “catoblepismo, sperimentalismo democratico, mobilitazione cognitiva, addendum, élite estrattiva, ecc. ecc., è un soggetto a cui affiancare due signori vestiti di bianco che lo associno al presidio psichiatrico più vicino, con dolcezza e cautela.

Eppure è evidente che l’unica forza politica premiata alle scorse elezioni (il PDL ha perso 6 milioni di voti), senza soldi pubblici e senza televisioni, è emersa grazie ad un linguaggio semplice, diretto, comprensibile da tutti, e ha messo nero su bianco 20 punti di programma, utilizzando Internet, i banchetti per la strada, i comizi di Beppe Grillo, per parlare di nuove regole di democrazia, dei problemi reali delle persone, della corruzione e delle ruberie che hanno portato l’Italia a un disastro.
La democrazia delegata ai “professionisti” della politica è in agonia, si è visto una lenta ma costante tendenza a togliere al “popolo sovrano” (sulla carta) ogni peso e partecipazione, fino al punto di approvare una legge elettorale incostituzionale, che ci ha tolto anche la possibilità di esprimere le preferenze, e abbiamo visto il “servizio pubblico RAI” trasformarsi in un servizio ai partiti, dopo una feroce lottizzazione e spartizione di una azienda pagata dai cittadini, che doveva avere il ruolo di difensore civico dei suoi finanziatori e di argine al “pensiero unico” delle TV private.
Cara Casta, cari intellettuali che non vi capite neanche da soli, arrendetevi. Prima o poi sarete spazzati via dai vostri fallimenti e da nuove regole come il “Referendum propositivo senza quorum”, dalla obbligatorietà di discussione in aula delle leggi di iniziativa popolare, dalla elezione diretta del Presidente Rai con tutti i poteri, dalle regola che dopo due legislature si è ineleggibili, per una democrazia diretta il più possibile dal basso e senza bisogno di leader carismatici, che prima o dopo diventano piccoli dittatori.
Paolo De Gregorio

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