Re: RESTIAMO UMANI
Inviato da florizel il 20/4/2011 19:15:17
Kufiah, bandiere palestinesi, striscioni sui balconi e le finestre di tutta Italia.
Per il saluto a Vittorio.
il gruppo di Arrigoni vara imbarcazione per pescatori Gaza.
Sul'onda dell'emozione.
"Si consiglia sempre ai giovani giornalisti di non scrivere un editoriale sull’onda dell’emozione. Un editoriale dovrebbe essere una riflessione che dona un qualcosa al lettore: si prende il caso particolare per estrapolarne valutazioni oggettive ed universali.
Di solito, gli scritti realizzati “con la pancia” piuttosto che con il cervello hanno il pragmatico effetto di aumentare le vendite del giornale, è vero, ma di risultare inconsistenti ed estemporanei.
Il caso di Vittorio Arrigoni invece è diverso: Vittorio è un operatore della comunicazione, un fotografo, un blogger.
Vittorio vive nel XXI secolo, è un cittadino consapevole dell’era digitale. Usiamo il verbo essere nella sua forma presente in maniera deliberata, giacchè la rete ha la forza di rendere immortale ogni singola comunicazione, anche la più evanescente.
A maggior ragione, l’essenza di Vittorio è ancora viva nella blogosfera, ricca del suo messaggio traboccante di umanità e di vicinanza (reale nei confronti del popolo palestinese, e virtuale nei confronti della società occidentale).
Ed è bello che un territorio così spesso legato a tristi afferazioni di localismo e di gretto razzismo abbia dato i natali a dei cittadini così cosmopoliti, così eroici nella loro affermazione dell’umanità come valore unitario, inscindibile ed insopprimibile.
Vittorio Arrigoni, in un certo senso, è sopravvissuto nella rete, e ci ha insegnato il modo più corretto di reagire alla sua stessa morte.
Alla sua uccisione. “Stay human”, restate umani.
Non abbandonatevi a facili razzismi o alla tentazione della vendetta: continuate sull’unica strada corretta.
Siete umani, accettate voi stessi e restate umani.
Quasi una preghiera postuma, quasi una profezia, certamente una eredità da coltivare."
Per il saluto a Vittorio.
il gruppo di Arrigoni vara imbarcazione per pescatori Gaza.
Sul'onda dell'emozione.
"Si consiglia sempre ai giovani giornalisti di non scrivere un editoriale sull’onda dell’emozione. Un editoriale dovrebbe essere una riflessione che dona un qualcosa al lettore: si prende il caso particolare per estrapolarne valutazioni oggettive ed universali.
Di solito, gli scritti realizzati “con la pancia” piuttosto che con il cervello hanno il pragmatico effetto di aumentare le vendite del giornale, è vero, ma di risultare inconsistenti ed estemporanei.
Il caso di Vittorio Arrigoni invece è diverso: Vittorio è un operatore della comunicazione, un fotografo, un blogger.
Vittorio vive nel XXI secolo, è un cittadino consapevole dell’era digitale. Usiamo il verbo essere nella sua forma presente in maniera deliberata, giacchè la rete ha la forza di rendere immortale ogni singola comunicazione, anche la più evanescente.
A maggior ragione, l’essenza di Vittorio è ancora viva nella blogosfera, ricca del suo messaggio traboccante di umanità e di vicinanza (reale nei confronti del popolo palestinese, e virtuale nei confronti della società occidentale).
Ed è bello che un territorio così spesso legato a tristi afferazioni di localismo e di gretto razzismo abbia dato i natali a dei cittadini così cosmopoliti, così eroici nella loro affermazione dell’umanità come valore unitario, inscindibile ed insopprimibile.
Vittorio Arrigoni, in un certo senso, è sopravvissuto nella rete, e ci ha insegnato il modo più corretto di reagire alla sua stessa morte.
Alla sua uccisione. “Stay human”, restate umani.
Non abbandonatevi a facili razzismi o alla tentazione della vendetta: continuate sull’unica strada corretta.
Siete umani, accettate voi stessi e restate umani.
Quasi una preghiera postuma, quasi una profezia, certamente una eredità da coltivare."
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