Re: 28 e 29 marzo Ci aspettano (ai seggi).

Inviato da  florizel il 5/3/2010 23:27:11
@ Spiderman:

Scusa, sono stata riduttiva perchè il discorso è ampio, non bastano due righe, lo so... cercherò di spiegare meglio cosa intendo, anche se Lezik ha "colto" quali siano le conseguenze di quanto esposto.

"Se partiamo dal presupposto che noi riteniamo CONCRETO qualcosa solo se tale qualcosa si realizza, è facile dedurne che in mancanza di altro dallo schifo esistente finiamo per ritenerlo come esso solo realizzabile."

Ovviamente, io parlo di una mia considerazione, e trovo che uno dei tanti concetti legati al voto è che noi, da individui "sociali" (spesso FORZATAMENTE e nefastamente "sociali") che obbediscono a determinati meccanismi di condivisione, tendiamo a riconoscere come riproducibile solo (o in massima parte) quello di cui abbiamo diretta esperienza, e all'interno del quale riteniamo ci sia per noi un tot di raggio d'azione.
A prescindere da ciò che produce.

In merito al concetto di voto, la nostra attitudine ad "agire" viene "ricompensata" o meno dal risultato elettorale, che si realizza concretamente per chi ha espresso quella data preferenza; nel caso di quelli che non hanno espresso la preferenza per i "vincitori", invece, è solo la sconfitta il limite, ma essi avranno comunque risposto alla sollecitazione impulsata dal meccanismo elettorale: la riproducibilità di un'esperienza, positiva o negativa.

In poche parole, siamo stati addomesticati.

Se la politica (che "guida" ed alimenta con le idonee parole d'ordine la cosiddetta "partecipazione alla vita istituzionale", di cui gli elettori sono "il popolo sovrano") produce la merda di cui leggiamo quotidiamente, conservando però le sue modalità di "invito alla partecipazione", noi ci saremo fatti l'idea che quello sia il solo metodo efficace, EFFICACE, ad esprimere la nostra azione.

E' per questo che battevo tanto sul concetto di come si sia arrivati a sentirsi "attivi" solo attraverso il meccanismo del "consenso".

Questo ha molto a che vedere coi concetti di "irrealizzabile" ed "irrealizzato" (come sottolinea continuamente il mio amico Gino), il primo ritenuto tale solo finchè non si spezzerà l'incantesimo del voto...

Un po' contorto, mi scuserai, ma spero di aver fatto meglio di prima.
In ogni caso possiamo sviluppare il disorso, se credi.

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