Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  carloooooo il 22/10/2007 14:29:09
Piccolo appunto ottimista con finale amarognolo da Punto Informatico.

[...] Quello che invece vorrei fare oggi è mettere l'accento su un paio di questioni entrambe, a Dio piacendo, di segno positivo.

La prima è che è possibile (lo scrivo piano) che questo brutto decreto venga alla fine accantonato. Me lo dicono persone bene informate e ormai lo dicono perfino molti politici della maggioranza (sempre che quella di questi giorni lo sia ancora) ora che dopo la denuncia nata in rete il bubbone è per una volta scoppiato. Come dicono i professionisti del palazzo sembra, incrociando le dita, non esistano le condizioni politiche per sostenerlo. E tuttavia vale la pena ricordare come gran parte dell'arco parlamentare in una occasione molto simile nel 2001 votò a favore di una legge per l'editoria che conteneva anch'essa norme altrettanto discutibili sui "prodotti editoriali".

Il perseverare diabolico della casta degli editori non sembra oggi in grado di far diventare legge un decreto del genere ma è comunque significativo che le definizioni del 2001 di prodotto editoriale siano, nella maggioranza dei casi andate del tutto disattese sul piano pratico, pur restando nel contempo purtroppo valide giuridicamente.

Il secondo elemento di novità che in queste ore sembra assai evidente è che pare essere mutato l'atteggiamento dei media nei confronti di notizie simili. Argomenti del genere fino a poco tempo fa faticavano molto ad uscire dalla rete per finire sui grandi quotidiani. Oggi per fortuna e per merito della stampa (anche se Aldo Fontanarosa sui pezzi che ha scritto al riguardo per Repubblica mostra, come è prassi consolidata da quelle parti, un allergia assoluta alla citazione di qualsiasi fonte) le cose di Internet raggiungono con maggiore facilità il grande pubblico. Io stesso che venerdì scorso ero all'estero, sono stato raggiunto da numerose telefonate ed email di giornalisti di grandi quotidiani che mi domandavano un parere sulla questione. Una cosa prima di ora mai vista.

Dico questo perché nel 2001 in una situazione analoga non bastarono oltre 50mila firme ad una petizione che attraversò tutta Internet perché i media decidessero di occuparsi minimamente della questione dei prodotti editoriali, di quali pagine web lo siano e quali no e di quali limiti porre alla libertà dei cittadini di essere loro stessi protagonisti del flusso informativo senza patetici e strumentali distinguo.

E insomma già allora, esattamente come oggi, si trattava di argomenti importanti che coinvolgevano moltissimi cittadini. Cosa è mutato da allora? Internet è diventata una parte della vita di tutti molto di più di quanto non lo fosse cinque anni fa e l'attenzione che riceve sui grandi media ne è la conseguenza. E questo, specie per una notizia che coinvolge pesantemente gli interessi degli editori, è certamente una buona cosa che merita di essere sottolineata.

Dopo tutto questo tripudio di buone notizie, che Ricardo Franco Levi sulla questione si senta in dovere di rispondere, con una irrituale lettera aperta pubblicata sul sito web del governo a Beppe Grillo e non alla comunità delle migliaia di persone che hanno in questi giorni protestato, mi pare invece la dica lunga sulla percezione che si continua ad avere della rete in Italia nelle stanze delle politica.


Massimo Mantellini


Sempre su Punto Informatico sia Guido Scorza che Luca Spinelli parlano di totale incompetenza del legislatore piuttosto che di volontà censoria vera e propria.

Carlo

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