Re: Cosa è l

Inviato da  genfranco il 31/5/2012 3:55:44
....per me, assolutamente NO, poichè evito lo ZUCCHERO, SEMPRE e quel poco che trovo in qualche dolce spero che non mi faccia questo effetto, altrimenti alla mia età incapperei nel TEDESCO, l'""alzheimer"". Colgo l'occasione per postare ciò che dice Linus Pauling in proposito:

pagina 40/340 il CLESTEROLO NON E' PORTATO DAL GRASSO, dimostrazione
L'esperienza di Stefansson dovrebbe servire a placare l'ansia della gente riguardo alla presenza di grassi nella dieta. Quest'ultima fu risvegliata nel 1955, quando il presidente statumnitense D.D.Eisenhover soffrì di occlusione coronarica. Il suo cardiologo, P.D. White, della Facoltà di Medicina Di Hardvard, colse l'occasione per informare il pubblico sul ruolo del COLESTEROLO nell'arteriosclerosi e per consigliare di ridurre i cibi contenutenti grassi. Stefansson scese in campo a sfidare White con la sua buona salute risultante da una dieta ad alto contenuto di grassi e con le sue osservazioni sulla salute degli eschimesi, che conosceva così bene. Egli concluse con la domanda retorica: "Noi mangiamo carboidrati, grassi e proteine. Facciamo la polvere da sparo con il salnitro, lo zolfo ed il carbone di legna. Come possiamo dire quali di essi causa l'esplosione?" White ritirò le sue critiche dottrinarie e scrisse un'introduzione castigata alla nuova edizione del rapporto di Stefansson sulle sue esperienze dietetiche, che fu pubblicato con il titolo The Fat of the Land )Il grasso della terra).

pagina 43/340 malattie di cuore causate NON dal grasso ma dallo zucchero
Attualmente esistono poche persone che non sanno che le malattie di cuore e del sistema circolatorio, causa numero uno di morte, sono state associate alla presenza eccessiva dei grassi nel sangue; quasi tutti poi accettano l'affermazione successiva, avanzata da molti medici e specialisti dall'alimentazione, e cioè che l'alta concentrazione di grassi nel sangue è causata da un'elevata assunzione di grassi.
John Yudkin, docente di fisiologia presso il Queen Elizabeth College dell'università di Londra, specialista di alimentazione e di dietetica e ora professore di scienza dell'alimentazione, ha concezioni diverse sull'argomento. Le ha presentate in una serie di lavori scientifici raccolti nel suo libro Sugar; Chemical, Biological and Nutritional Aspects of Sucres (Lo zucchero: aspetti chimici, biologici e nutritivi del saccarosio), curato da Yudkin, Edelman e Hough (1971). Egli ha riassunto le sue scoperte per il pubblico comune nel suo libro Sweet and Dangerous del 1972 (Puro, bianco ma nocivo. Il problema dello zucchero, Vitalità, Torino). Yudkin si rifaceva alla teoria sui grassi, ampiamente diffusa, stampata in una pubblicazione di Ancel Keys, dell'università del Minnesota. "nel 1953", scrisse Yudkin, "Keys attirò l'attenzione sul fatto che in sei differenti paesi esisteva una relazione altamente significativa fra l'assunzione dei grassi ed il tasso di mortalità a causa di malattie coronariche. Questo è stato certamente uno dei più importanti contributi allo studio delle malattie di cuore. Da esso scaturirono valanghe di relazioni da parte di altri ricercatori di tutto il mondo; esso ha cambiato il regime alimentare di centinaia di migliaia di persone; e ha fatto guadagnare somme regguardevoli ai produttori di cibi previsti in queste diete speciali".
In contrasto con il fatto che il pubblico accettasse generalmente che le malattie coronariche sono causate da un'elevata assunzione di grassi animali (saturi) e di cibi contenenti colesterolo. Yudkin stesso ha dimostrato che, proprio negli stessi paesi, la correlazione fra le malattie coronariche e l'assunzione di zucchero è molto maggiore che non per l'assunzione di grassi. Egli aveva scoperto che le persone afflitte da malattie alle coronarie avevano ingerito una maggiore quantità di saccarosio.,lo zucchero ordinario, di quelle che non ne erano affette e nel suo libro scrive: " Nessuno ha mai dimostrato qualche differenza nel consumo dei grassi fra le persone che soffrono di disturbi coronarici e quelle che sono esenti; questo fatto, però, non ha mai fatto desistere il dottor Keys ed i suoi seguaci dal sostenere le loro tesi".
L'osservazione di Ydkin è stata confermata da uno studio epiedemiologico, su larga scala e di lunga durata, riguardante la popolazione di Framingham, nel Massachusett, condotto sotto gli auspici dell'Istituto Nazionale per la Salute, che non ha rivelato correlazioni fra l'assunzione di grassi e l'incidenza delle malattie di cuore. Nondimeno, forse a causa di grossi interessi economici, persiste una reciproca corrispondenza fra consigli dati dal medico e la volontà del pubblico, Questa idea è perciò dura a morire, come vedremo meglio nel capitolo 16.
______________ lo zucchero causa morti cardiologiche--------------------
Le malattie cardiache, che circa un secolo fa erano rarissime, attualmente sono una delle cause principale di morte. Nel 1957, Yudkin riferì di uno studio, condotto in quindici paesi, sull'aumento del tasso della mortalità provocata dalle malattie alle coronarie in relazione all'assunzione media di zucchero. Il tasso di mortalità su 100.000 persone aumenta costantemente da 60 in seguito ad un'assunzione di 9 kg di zucchero all'anno, a 300, per un'assunzione di 54 kg. all'anno, e quindi, molto più bruscamente, a 750 per 77 kg. di zucchero all'anno.
Nel 1967, Yudkin ed i suoi collaboratori riportarono i risultati di due studi sull'assunzione media di zucchero (effettuati alcuni anni prima che la malattia si manifestasse) da parte di sessantadue pazienti maschi di Londra con infarto miocardio o malattie delle arterie periferiche, e su altri cinquantotto soggetti campione maschi, di cui alcuni erano sani, mentre altri erano ospedalizzati per altre malattie. Tutti i soggetti avevano un'età variabile fra i 45 ed i 65 anni (la media era di 55 anni a un mese).
L'assunzione media di zucchero da parte degli uomini che soffrivano di malattie cardiovascolari era di 63 kg. all'anno, e quella dei soggetti campione in osservazione era di 36 kg. all'anno. Questa differenza ha un alto significato statistico, essendo il margine di sicurezza calcolato superiore al 99.999 per cento. Siamo portati a concludere che gli uomini che ingeriscono molto zucchero corrono rischi di gran lunga maggiori di ammalarsi si cuore, in un'età variante fra i 45 e 65 anni, rispetto a quelli che ne ingeriscono quantità inferiori. Il secondo studio diede essenzialmente gli stessi risultati.
Il lavoro di Yudkin è stato criticato perchè il suo metodo per determinare l'assunzione di saccarosio (interrogando il paziente sulle sue abitudini alimentari entro le tre settimane successive alla sua ospedalizzazione) non è considerato affidabile. Egli condusse un'indagine per controllare questo punto e giunse alla conclusione che il suo metodo era altrettanto affidabile quanto quello tanto più elaborato degli alimentaristi.
Le malattie coronariche, inclusa l'angina pectoris che , a causa dei suoi sintomi impressionanti , non deve essere stata certamente ignorata dai medici dei secoli passati, sembrano essere tipiche dei tempi moderni. Sono state riportate nella letteratura medica soltanto negli ultimi cento anni, La loro incidenza in aumento va pari passo con l'aumentato consumo di zucchero: e non è affatto correlata con il consumo di grassi animali )grassi saturi) o dei grassi in generale.
Yudkin cira parecchi studi che indicano chiaramente che il saccarosio, e non i grassi animali, fa parte del "malvagio" nella storia delle mlattie di cuore. Il dottor A.M. Cohen di gerusalemme scoprì che gli ebrei yemiti, che risiedevano in Israele da soli dieci anni o ancor meno, presentavano scarsi disturbi coronarici, mentyre coloro che abitavano in Israele da venticinque anni ne soffrivano in misura rilevante. Nello yemen, il loro regime alimenrtare era ricco di grassi animali e povero di succhero, mentre in Israele avevano adottao la dieta comune ad elevato contenuto di zucchero. Questa affermazione mostra chiaramente che una dieta di grassi saturi non conduce encessariamente ad un'alta incodenza di malattie coronariche, ma conferma la conclusione di Yudkin, e cioè che un regime ricco di zucchero comporta malattie coronariche.

_________________latte e carne----------------------
Inoltre, le tribù Masai e Sumburu dell'Africa Orientale si nutrono sopratutto di latte e carne e, di conseguenza, consumano una grande quantità di grassi animali, nondimeno, presentano una bassissima incidenza di malattie di cuore.
In passato, la popolazione nera del Sudafrica ne era totalmente esente; durante gli ultimi dieci anni il loro consumo di zucchero è aumentato notevolmente e l'incidenza delle malattie coronariche è parallelamente aumentata in modo rapido. L'evidenza epidemiologica di una correlazione fra la quantità di colesterolo nel sangue, se non nella dieta, e l'incidenza delle malattie di cuore è del tutto convincente. Quando il livello del colesterolo sarà sceso, diminuirà anche l'incidenza delle malattie coronariche. Il procedimento consigliato per diminuire il livello del colesterolo è di limitare drasticamente l'assunzione di uova, carne e altri alimenti che lo contengono. Il colesterolo ingerito attraverso gli alimenti non va tuttavia direttamente in circolo. Potrebbe anche darsi che esista un altro sistema più efficace rispetto a quello di ridurre l'ingestione di colesterolo: si tratterebbe cioè di mutare l'assunzione di quegli alimenti coinvolti nella sintesi e nella distruzione del colesterolo. In modo molto convincente, Yudkin ha inserito il saccarosio in questa categoria.
Come è stato spiegato nel capitolo 4, il metabolismo del saccarosio produce al primo stadio uguali quantità di glucosio e di fruttosio. Il glucosio entra direttamente nei processi metabolici che forniscono l'energia alle cellule del corpo. Il metabolismo del fruttosio procede in parte per una direzione diversa, che prevede la produzione di acetato, precursore del colesterolo che sintetizziamo nelle cellule del fegato. In uno studio clinico della massima serietà, è stato dimostrato che l'ingestione di saccarosio porta ad un aumento della concentrazione di colesterolo nel sangue. Questo importante studio fu condotto nel 1964 e nel 1970 da Milton Winiz e dai suoi collaboratori. Questi ricercatori presero in esame dicotto soggetti che furono tenuti isolati in un istituto, senza la possibilità di accedere a nessun altro tipo di cibo per l'intera durata dello studio (sei mesi circa).
Dopo un periodo preliminare, in cui venne loro servito del cibo comune, furono sottoposti a una dieta chimicamente ben definita, basata sulle piccole molecole (diciassette aminoacidi, grassi in piccole quantità, vitamine, minerali essenziali ed il glucosio come unico carboidrato). L'unico cambiamento fisiologico significativo rilevato fu quello relativo alla concentrazione di colesterolo nel sangue, che diminuì rapidamente in ciascuno dei diciotto soggetti. La concentrazione media durante il periodo iniziale di alimentazione ordinaria era di 227 mg. per decilitro. Dopo due settimane di dieta a base di glucosio, essa era scesa a 173 e dopo altre due settimane a 160 mg. per decilitro.
La dieta fu poi cambiata, sostituendo con saccarosio un quarto del glucosio, mentre tutti gli altri componenti dietetici erano rimasti immutati. In una settimana la concentrazione media di colesterolo era salita da 160 a 178 e dopo altre due settimane a 208 mg. per decilitro. Il saccarosio fu sostituito dal glucosio. In una settimana la concentrazione media di colesterolo era scesa a 175 e continuò fino a stabilizzarsi a 150, 77 punti in meno del valore iniziale.
Questo importante esperimento, in cui l'unico cambiamento fu quello di sostituire parte del glucosio della dieta con saccarosio, per tornate quindi ad una dieta priva di saccarosio, mostrò, in conclusione che un'accresciuta ingestione di saccarosio porta ad un maggiore livello di colesterolo nel sangue. A causa della relazione fra il colesterolo nel sangue e le malattie di cuore, questo esperimento correla direttamente il consumo di saccarosio ad un aumento di incidenza delle malattie di cuore. Inoltre l'effetto saccarosio-colesterolo ha la sua base biochimica nel fatto che il fruttosio, che si forma durante la digestione del saccarosio, entra in reazione che portano all'acetato, che viene quindi in parte convertito in colesterolo. Questa prova chimica eseguita da Winitz a dai suoi collaboratori conduce alla stessa conclusione a cui era giunto Yudkin, e cioè che lo zucchero (saccarosio) non solo è dolce, ma è ALTAMENTE PERICOLOSO.
Consiglio: tenetevi lontani dalla zuccheriera, ma sopratutto lontani dai dolci dei supermercati.

...e poi ci consiglia:
pagina 98/340 assunzione deve essere elevata
Si pensa comunemente che un farmaco, che pretenda di curare molte malattie diverse, in realtà non abbia efficacia contro nessuna di esse. Tuttavia è stato accertato, come si riassume in questo libro, che un'elevata assunzione di ACIDO ASCORBICO aiuta a controllare molte malattie: non solo il comune raffreddore, ma anche altre, virali e batteriche, come l'epatite, e altre ancora, assolutamente non correlate fra loro, come schizofrenia, i disturbi cardiovascolari ed il cancro.
C'è una ragione che spiega la differenza fra la vitamina C e i farmaci comuni (BREVETTI). I farmaci sono per lo più sostanze potenti che interagiscono in modo specifico con un genere di molecola o di, un tessuto o con l'agente che è causa della malattia nel corpo, così da controllare la patologia specifica. Queste sostanze, tuttavia possono interagire in modo dannoso con le altre parti del corpo, producendo così quegli effetti collaterali che rendono i farmaci pericolosi.
L'ACIDO ASCORBICO, invece, è un normale costituente dell'organismo, necessario per vivere. Esso è coinvolto in quasi tutte le nostre reazioni biochimiche e in tutti i meccanismi di difesa del corpo. Con un'assunzione comune, queste reazioni e questi meccanismi non funzionano con la sufficiente efficacia: la persona che ingerisce 60 mg consigliati nelle RGR, vive in uno stato che può definirsi di comune CATTIVA SALUTE (stato che i medici e i dietologi chiamano invece "comune bassa salute"). L'assunzione ottimale ci ACIDO ASCORBICO, unitamente ad altre misure salutari, può assicurare uno stato di reale buona salute e di protezione dalle malattie. L'aumento di questa protezione è assicurato, come vedremo al capitolo 12 dal rafforzamento del sistema immunitario, in un processo in cui l'ACIDO ASCORBICO gioca un ruolo chiave.
L'assunzione deve essere necessariamente ELEVATA.

ed ancora:
pagina 160/340 (vitamina E) i disturbi cardiovascolari
Per il controllo della patologia arteriosclerotica, che è la causa dei disturbi cardiovascolari nelle loro svariate manifestazioni, un'altra vitamina ha manifestato la propria efficacia, somministrata da sola o associata all'ACIDO ASCORBICO. Si tratta della vitamina E (tocoferolo). una vitamina liposolubile. Essa è stata scoperta nel 1922 da Hwerbwert M. Evans, professore di biochimica all'università della California, e della sua collaboratrice Katherine Scott Bischop. Essi hanno dimostrato la necessità di una sua assunzione per il mantenimento di una buona salute nei ratti, ma solo di recente si è potuto rispondere alla domanda se fosse altrettanto necessaria anche per gli esseri umani. Soltanto nel 1968 il Food and Nutrition Board ha stabilito che essa è essenziale nell'alimentazione umana e che per un adulto la dose giornaliera raccomandata è di 30 UI (Unità Internazionale "1 mg = 1 UI"). Tuttavia, nel 1980 la RGR è stata ridotta dallo stesso ente a 10 UI. Ecco i motivi:
"Dato che fino ad oggi non esiste evidenza clinica a biochimica che l'apporto di vitamina E sia inadeguato negli individui normali che seguono diete bilanciate negli Stati Uniti, si considera soddisfacente l'attività della vitamina E nelle diete medie... I valori [delle RGR] della tabella vanno considerati come un apporto medio adeguato, ma l'adeguatezza di tali apporti varia se il contenuto di acidi grassi polinsaturi nella dieta si scosta in modo significativo dalle abitudini comuni... I dati che volessero dimostrare che le persone normali traggono vantaggio da supplementi superiori a quelli indicati dalle RGR sono ampiamente soggettivi.
Il Food and Nutrition Board ha, di conseguenza, rifiutato tutti i dati che presenteremo quì; o forse ritiene che i soggetti a rischio per quanto riguarda i disturbi cardiovascolari o altri problemi, i quali traggono giovamento dalla vitamina E, non siano individui "normali". Visto che più della metà della popolazione degli Stati Uniti muore a causa di disturbi cardiovascolari, tale atteggiamento ma pare alquanto irrazionale. Ancora nel 1981 il Food and Nutrition Board non era a conoscenza dei diversi effetti di un apporto minimo e di un apporto massimo di un elemento nutritivo essenziale.

http://digilander.libero.it/genfraglo/Immagini/originalelp.pdf

ciaooo Genfranco
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