Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  redna il 3/9/2010 10:57:36
pare ci stiano nascondendo un'altra marea nera:


http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/02/news/golfo_del_messico_esplode_un_altra_piattaforma-6713145/

esplode la piattaforma ma non ci sarà una nuova marea nera, dicono....


.........Il lieto fine non cancella tutte le ombre proiettate da questo nuovo incidente nelle acque della Louisiana, proprio dove il presidente Barack Obama era sbarcato domenica scorsa per celebrare i cinque anni dalla tragedia di Katrina e assicurare la popolazione che un'altra vergogna come l'esplosione nel Golfo, che ha piegato ancora una volta questa terra, non si sarebbe ripetuta più. Spiega Gene Beck della Texas A&M University che probabilmente la piattaforma sarebbe esplosa per una fuga di gas: si tratterebbe di una struttura che era al lavoro su un pozzo già funzionante. Le nuove trivellazioni sono state sospese dalla moratoria contestatissima - alcuni stati come la Lousiana spingono per la cancellazione per far ripartire l'occupazione - che Barack Obama ha imposto nell'attesa che le cause del disastro della DeepWater Horizon vengano definitivamente accertate. Ma i lavori naturalmente continuano sulle piattaforme già in funzione. "Non si tratta di una piattaforma che trivellava in profondità", dice il portavoce Robert Gibbs nella prima dichiarazione della Casa Bianca, quasi a sfatare il fantasma della Deepwater Horizon che riaffiora. Ma l'imbarazzo e la preoccupazione per il nuovo, clamoroso incidente è palpabile. L'incubo del Golfo sembra davvero senza fine. La Bp nei giorni scorsi ha dovuto rimandare la chiusura definitiva di quel pozzo maledetto per le condizioni meteo: gli uragani che stanno sferzando gli Usa non si erano mai visti così forti come in questa stagione. L'allarme continuerà fino a metà ottobre. E le piattaforme petrolifere fanno sempre più paura. (02 settembre 2010)


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L'azienda petrolifera proprietaria della piattaforma aveva subito escluso ogni perdita di greggio. Qualche ora dopo, però, è stata la stessa Guardia costiera a riferire della presenza di una macchia «lucente» lunga circa un miglio attorno alla base. In serata, invece, il capitano di Guardia costiera Peter Troedsson ha ufficialmente annunciato che l'allarme era rientrato: «L'incendio è spento, e gli elicotteri e le navi della Guardia costiera sul posto non segnalano alcuna perdita. Ma continuiamo a sorvegliare la situazione per essere certi che non vi siano cambiamenti».

L'incidente ha comunque evidenziato che grandi impianti di questo tipo non sono così sicuri come sostengono le compagnie petrolifere. Con l'incidente di oggi le trivellazioni offshore tornano al centro di un dibattito acceso come non mai. In Italia il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha affermato che il nuovo incidente «conferma l'esigenza di più stringenti regole a livello internazionale», mettendo in evidenza la situazione nel Mediterraneo e sollecitando che «il problema venga posto all'ordine del giorno nelle prossime settimane nell'agenda europea».

I primi a dare l'allarme dello scoppio erano stati alcuni elicotteri e navi di passaggio che hanno scorto verso le nove di mattina del fumo provenire dalla Vermilion Oil 380, di proprietà della americana Mariner Energy. Si trova a 128 km dalla costa, nello stesso specchio d'acqua in cui si trova la tristemente famosa Deepwater Horizon. In questo caso però i 13 operai sono riusciti a mettersi in salvo dalle fiamme buttandosi tutti in mare con i giubbotti salvagente, cosa che non era riuscita agli 11 lavoratori della Bp che morirono lo scorso 20 aprile. Quel giorno, l'esplosione provocò il peggior disastro ambientale della storia americana. Quello di ieri solo una gran paura. Subito dopo l'allarme, sulla zona sono giunti in forza gli uomini della Guardia costiera, con sette elicotteri, due aerei e quattro navi. Le prime sporadiche notizie parlavano di un ferito, circostanza più tardi smentita sempre dalla compagnia petrolifera. In serata, poi, è arrivata anche l'esclusione di perdite. Accantonata l'emergenza, s'indaga ora sulle cause dell'esplosione. La Mariner parla di un incendio in un deposito di gas, all'interno della base, e ricorda che al momento dello scoppio la piattaforma non era attiva, cioè non era in atto alcuna attività di pompaggio del greggio dal profondo del mare. Ma anche questa circostanza è stata messa in dubbio dal governatore della Louisiana, Bobby Jindal: «Stanno dicendo che la base era chiusa. Se ciò è vero - ha detto - allora è un fatto molto importante. Tuttavia si tratta di qualcosa che non abbiamo ancora verificato in modo indipendente». Anche secondo la Guardia costiera, l'impianto stava estraendo greggio.

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=117255&sez=HOME_NELMONDO

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