Le pietre di Ica

Inviato da  ahmbar il 6/8/2009 14:16:03
Le pietre di Ica




Le incisioni sulle pietre di Ica “raccontano” una storia che non dovrebbe esistere.
Vi sono incise rappresentazioni accurate di animali sconosciuti in Sudamerica o addirittura estinti da milioni di anni, sauri, mappe stellari, nozioni geografiche con viste riprese dall’alto accuratissime, operazioni chirurgiche descritte in sequenza e nei minimi dettagli.




Nelle pietre sono disegnati mammut, lama e cavalli con cinque dita, estinti da tempo
150 pietre, anche di grande mole, mostrano varie specie di questi colossi, compreso il Tirannosauro Rex; vi sono disegnati i cicli evolutivi dello stegosauro e di un triceratopo




I geologi, servendosi dell'aiuto del computer, hanno confermato che la forma dei continenti e delle terre emerse raffigurate nelle pietre riproducono con precisione la terra come era 13 milioni di anni fa




Le pietre rappresentano anche un vasto e autorevole trattato di chirurgia. Vi sono riportate, con dettagliati particolari, operazioni a cuore aperto, a polmoni e reni, trapianti di cervello, tagli cesarei, trasfusioni, rimozione di tumori, nonché l'agopuntura come forma anestetica. I disegni mostrano che si tratta di pratiche più avanzate delle nostre.





La storia

Verso la fine del 1961, nei mercatini di souvenir di Ica, il capoluogo di una regione del sud del Perù, cominciarono a essere vendute, in gran quantità, delle pietre con incise strane figure di omuncoli, di animali sconosciuti, di scene enigmatiche.

Ma il 1961 segnò solo l'inizio del commercio semiclandestino. In realtà quel tipo di pietre doveva essere già conosciuto da tempo se un cronista indio del 16� secolo, Juan de Santa Cruz Pachacuti Llamqui, ne aveva dato una descrizione precisa - le aveva chiamate piedras manco, ossia "pietre di potere" - e aveva scritto che durante il regno del re inca Pachacutec facevano parte del corredo funerario dei nobili, secondo un'antica tradizione.

Herman Buse, un noto studioso peruviano, nel suo libro "Introducción al Perù", sostenne che quel gran numero di pietre, comparse improvvisamente, doveva essere messo in relazione con l'inondazione che aveva sconvolto la vallata del rio Ica in quello stesso anno. Infatti aveva notato che avevano cominciato a portarle in città i contadini di Ocucaje, un villaggio a una trentina di chilometri più a valle, dove era stata costruita una vasca di raccolta delle acque per l'irrigazione.


In quechua, l'antica lingua del luogo, huaca è ogni oggetto sacro, e siccome i doni lasciati a corredo dei defunti sono considerati sacri, viene chiamato huaquero chi li ruba. E' la versione peruviana dei nostri tombaroli.
Naturalmente gli huaqueros, dopo anni di attività, erano in grado di riconoscere perfettamente gli stili degli oggetti lasciati dai loro antenati.

Quando trovarono inaspettatamente centinaia di pietre con disegni totalmente diversi da quelli delle ceramiche e di qualsiasi altro reperto Nasca o Paracas, pensarono che si trattasse di sassi privi di valore archeologico e li offrirono per poche decine di soles, la moneta peruviana di quegli anni, quando un dollaro valeva 350 soles.



Chi le ha scoperte

Javier Cabrera Darquea, medico e chirurgo nell'Ospedale Regionale di Ica, il più appassionato estimatore delle pietre e, per ora, unico decifratore del linguaggio simbolico nascosto nelle incisioni, fu’ il primo ad accorgersi della stranezza dei disegni nel 1966.
Raccolse ca 15000 pietre per la sua collezione e racconto’ in un libro dal titolo "El mensaje de las Piedras Grabadas de Ica" , che potete trovare (in inglese) a questo indirizzo ca 30 anni dopo l’esperienza di una vita.




Prove contro la loro autenticita’

1) Non si sa dove siano state recuperate, e’ quindi impossibile la datazione
2) Raffigurano scene incompatibili con le nostre attuali conoscenze
3) Presentano incisioni nette senza segni di erosione.
4) E’ provato che almeno un contadino, Basilio Uchuya, ne abbia falsificate
5) Le ossidazioni sono state ottenute mettendo le pietre in un pollaio


Prove a favore della loro autenticita’

1) Le descrizioni incise sono incompatibili con la cultura di un contadino
2) le descrizioni incise sono incompatibili, in diversi casi, con le conoscenze della stessa scienza
3) Ci sono testimonianze autorevoli che le pietre erano conosciute fin dall’antichita’
4) Le analisi sin qui effettuate datano le incisioni nelle pietre originali ad almeno12000 anni
5) La patina di ossidazione ricopre anche le incisioni. Al microscopio sono visibili microrganismi assenti in quelle false, che risultano di fattura decisamente inferiore
6) Alcune pietre sono enormi, anche di 500kg, quale falsario si impegnerebbe mai in un lavoro simile se davvero destinato ai turisti? Ed oltretutto senza ricavarne nemmeno (o quasi) un tornaconto?



Documentazione scientifica attualmente disponibile

… nel 1980 Cabrera fece eseguire gli esami petrologici di alcuni pezzi dalla Società Mineraria Maurizio Hochshild di Lima e dall'Istituto di Mineralogia e Petrografia dell'Università di Bonn. I risultati furono concordi: le pietre erano andesiti carbonizzate di natura vulcanica, provenienti dalla disintegrazione del massiccio andino fra i 100 e gli 80 milioni di anni fa, nel corso dell'era mesozoica. La durezza delle pietre fu calcolata in 4.5 della scala Mohs, e la loro forma arrotondata dovuta alla levigazione per il rotolio, durato secoli, in canaloni o letti di fiumi. Quanto alla patina di ossidazione, presente in modo uniforme sia sulle superfici non lavorate che nei tratti incisi, fu calcolata antica di almeno 12000 anni. link


…(Cabrera) levò gli originali delle perizie geologiche, che nel frattempo ha voluto inserire nel suo libro.* La prima portava la data del giugno 1967 ed era stata rilasciata dalla compagnia mineraria Mauricio Hochschild di Lima, a firma del geologo dottor Eric Wolf:
«Non sussiste dubbio che si tratti di una pietra naturale, arrotondata per l'azione meccanica durante il trasporto nelle acque di un fiume. Petrograficamente è classificabile come andesite….
... La presente perizia dovrebbe essere confermata ora da un parere più preciso degli specialisti del Politecnico. Io posso dichiarare che queste pietre sono avvolte da uno strato di ossidi naturali, che coprono anche i solchi delle incisioni, il che consente di datarle a un'epoca molto antica. Nell'esecuzione delle incisioni non si notano irregolarità degne di nota, sicché è lecito presumere che siano state prodotte non lontano dai luoghi in cui sono state rinvenute. Lima, 8 giugno 1967». link


Nel dicembre 1966 apparve un articolo nel supplemento scientifico del quotidiano di Lima, "El Commercio", i cui autori erano l'allora Rettore del Politecnico di Lima, Santiago Agurto Calvo e l'archeologo Alejandro Pezzia dell'Istituto Nazionale Peruviano di Archeologia, che avevano trovato pietre simili in tombe preincaiche nell'agosto dello stesso anno
Calvo raccolse oltre cento pietre e le fece analizzare in laboratorio presso l'Istituto di Mineralogia del Politecnico del Perù, ottenendo il primo risultato di un certo rilievo: le pietre, in base allo stato di ossidazione che ricopriva le superfici incise, sarebbero state "vecchie" di almeno 12.000 anni. link



Il ricercatore spagnolo,Vicente Parìs, ha ottenuto una pietra dal professor Cabrera facendola analizzare a Barcellona da José Antonio Lamich del gruppo di ricerca Hipergea. Le analisi purtroppo hanno dato esito negativo, rilevando segni di carta abrasiva e lavorazione recente.
Cabrera stesso da anni ha ammesso che parte della sua collezione viene dal campesino Basilio Uchuya, uno dei principali falsificatori delle pietre e colui che realizza molti dei souvenir reperibili nelle bancarelle di Ica. link


pur essendo conosciute fin dal 1626, stando alle cronache dello spagnolo Pedro Simon che ne parla nel suo libro "Noticias Historiales", conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, per anni siano state considerate un prodotto dell’artigianato locale e vendute come souvenir ai turisti, o adoperate dai nativi come ornamento per le loro abitazioni.
link




A giugno di quest’anno e’ uscito questo articolo su FENIX

L’enigma delle Pietre di Ica non sarebbe più tale grazie ad una ricerca guidata dagli spagnoli Mari Carmen Olazar e Felix Arenas Mariscal, che hanno viaggiato sino al Perù per dissotterrare alcune pietre, per la prima volta da quando queste erano apparse negli anni '60 dello scorso secolo grazie al dottor Javier D. Cabrera (scomparso alcuni anni fa), pietre offerte ad università e laboratori spagnoli per la loro datazione. I risultati, ottenuti dalle prestigiose istituzioni scientifiche in Spagna, confermano che le pietre sono davvero antiche e dunque danno ragione al dottor Cabrera e al mistero che questi reperti rappresentano.

I risultati delle analisi sono pubblicati su FENIX n°8
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Se qualcuno avesse notizie in merito a questo articolo, ben venga


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