Re: Ma che sta succedendo alla gente????

Inviato da  Paxtibi il 12/2/2007 19:10:58
L'umanità è stata capace di efferatezze molto peggiori di quelle a cui assistiamo ogni giorno, ne discutiamo qui quotidianamente: i roghi dell'Inquisizione, le bassezze del colonialismo, gli abusi di potere, i vari olocausti sparsi per il pianeta.

Sai, io non credo che il livello di barbarie che sperimentiamo oggi abbia avuto molti precedenti, ma certo avrei scelto una diversa gamma di esempi: più del colonialismo avrei pensato allo schiavismo, ad esempio, e peggio, molto peggio dell'inquisizione sono stati sicuramente i vari massacri dalla rivoluzione francese a quella russa, per arrivare alle guerre mondiali. Tutte cose che stiamo peraltro rivivendo, e se non ne abbiamo piena coscienza è perché in parte obnubilati – sì, anche noi, ne sono certo – dai molteplici livelli di filtraggio delle informazioni.

In fondo siamo già nel bel mezzo di una guerra mondiale: la guerra al terrorismo, infatti, non conosce confini. La cultura della morte serpeggia già abbondantemente tra noi, l'apparente normalità non è che la sottile trama della matrice costituita dalle spente coscienze delle masse ipnotizzate.

A proposito dell'inquisizione, per inciso, credo che un supplemento d'analisi – fermo restando il concetto che la libertà di credo e d'espressione dovrebbe essere pietra miliare della convivenza civile – sia dovuto.
Guardare la storia sempre e solo dallo stesso punto di vista, alla lunga, porta ad uno sfasamento della prospettiva che impedisce di mettere a fuoco anche il presente, e chissà che il tuo disagio non affondi le sue radici in una certa difficoltà ad afferrare la realtà.


Se si apre un qualunque testo scolastico francese di storia si legge che, nella crociata contro gli albigesi, è stata distrutta la città di Béziers e ne sono stati massacrati tutti gli abitanti. Ai capi militari della crociata, che chiedevano come distinguere tra abitanti albigesi e cattolici, il legato pontificio avrebbe risposto: «Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi». E' una frase famosa, che si radica nella memoria di tutti gli scolari francesi. Bene: eruditi locali hanno recentemente mostrato che a Béziers non vi erano albigesi, che la crociata non è passata da Béziers e meno che mai sono transitati dalla città «legati pontifici». Béziers fu messa a sacco -è vero in anni non lontani dalla crociata, ma nel contesto di una guerra feudale tra due famiglie della zona, del tutto priva di motivazioni religiose. Ma chi corregge i libri di testo? Per valutare l'Inquisizione francese delle origini occorre avere anzitutto una buona informazione sui catari: non si trattava di un movimento di pacifisti innocui, ma di bande di fanatici che predicavano l'assassinio dei nemici e il suicidio di massa -la famosa endura, una sorta di auto-genocidio-, quindi di un pericolo mortale per l'Europa, che l'Inquisizione francese ha definitivamente sconfitto, peraltro spesso con la mitezza e la tolleranza e solo raramente con la forza. A partire da Filippo il Bello l'Inquisizione francese diventa una sigla di cui si appropria il potere politico «laico» e su cui la Chiesa non ha più alcun controllo effettivo. I tribunali «inquisitoriali» che processano i templari e poi Giovanna d'Arco non sono più la vera Inquisizione, ma manifestazioni del potere «laico».

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Molti ebrei si erano convertiti al cattolicesimo formando una classe di conversos che dominava l'economia la cultura e talora anche le cariche ecclesiastiche, suscitando il rancore dei cattolici di origine non ebraica, che a poco a poco si vedevano sfuggire tutte le posizioni di potere. Il rancore diventa violenza quando, in alcuni casi evidenti, gruppi di conversos rivelano chiaramente che la loro adesione al cattolicesimo è stata puramente formale e mossa dal desiderio di occupare cariche pubbliche -riservate ai cattolici- celebrando in pubblico riti inequivocabilmente giudaici o «giudaizzando» i riti cattolici. E' un fatto noto agli storici e largamente provato che, a un certo punto, nella cattedrale di Cordoba si celebrava un ufficio che aveva ben poco di cattolico e dove tutti i riferimenti culturali erano giudaici. A partire dal 1391 esplodono in Spagna episodi di violenza popolare contro gli ebrei, sia di religione giudaica che conversos, che fa molti morti: e sarebbe stato un bagno di sangue senza il ricorso all'Inquisizione, richiesto insistentemente al re da molti autorevoli conversos. Qual è dunque lo scopo primo dell'Inquisizione? Colpire i falsi conversos che hanno finto la conversione per ragioni di convenienza e che «giudaizzano» i riti cattolici. Ma qual è il rovescio della medaglia? L'Inquisizione, colpendo una ridotta percentuale di conversos, certifica che tutti gli altri conversos -la stragrande maggioranza, quella che non viene colpita- è composta da veri cattolici e da veri spagnoli, che nessuno ha il diritto di discriminare e meno ancora di attaccare con la violenza. Dal momento in cui nasce l'Inquisizione spagnola i promotori di tumulti anti-giudaici perdono qualunque giustifcazione, vengono colpiti dal potere reale e in pochi anni i tumulti spariscono. Colpendo una minima percentuale di conversos fittizi l'Inquisizione ha salvato gli ebrei convertiti di Spagna dalle invidie e dai tumulti e ne ha garantito la prosperità: sono di origine ebraica Diego Lainez, il grande protagonista del Concilio di Trento, molti gesuiti, grandi famiglie come gli Acosta di Medina del Campo -che daranno cinque fratelli, i famosi padri Acosta, alla Compagnia di Gesù- e i marchesi di Cadice, poi noti come duchi di Arcos. Ma ancora: a chi la Chiesa mette in mano l'Inquisizione? A conversos, a cattolici di origine ebraica come Tomás de Torquemada e come il suo successore Diego Deza. Garanzia di un trattamento senza pregiudizi anti-giudaici; e forse ragione occulta delle incredibili menzogne che tutta una letteratura di propaganda ha diffuso su questi personaggi. Pochi sanno che lo stesso Torquemada è uno dei maggiori mecenati e protettori di artisti della sua epoca: tutto il magnifico complesso di San Tommaso d'Avila, il vertice del gotico spagnolo, è il frutto del mecenatismo di Tomás de Torquemada, a cui deve molto anche la grande pittura di Pedro de Berruguete. Ma desterà ancora maggiore stupore sapere che Tomás de Torquemada è stato un inquisitore generale relativamente mite e liberale, che si è battuto per ottenere ampie amnistie come quella del 1484, di cui ha beneficiato il nonno di santa Teresa d'Avila, un ebreo converso sorpreso a «giudaizzare», che con l'amnistia si ritrova libero e riabilitato fino a potere diventare direttore delle finanze reali ad Avila. Tra l'altro, la pena a cui era stato condannato non era poi terribile: doveva visitare in abito da penitente un certo numero di chiese tutti i venerdì.

(L'inquisizione tra miti e interpretazioni)
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Il resto dell'intervista è altrettanto interessante; vorrei però precisare che non è mia intenzione rivalutare in qualche modo l'inquisizione, che rimane comunque un'imposizione ed una limitazione delle libertà fondamentali, ma semplicemente invitare a inquadrarla nel contesto storico per formarsene un'opinione più corretta.

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