Re: Cinema e nuovo ordine mondiale

Inviato da  Manfred il 10/7/2010 12:00:42
Volevo parlare di Manzoni e del suo romanzo storico più famoso, per descrivere una esperienza vissuta nell'infanzia e in gioventù che riguarda oltre la letteratura anche il cinema: la scelta dei libri e dei film da vedere, mi riferisco al periodo della gioventù perché sono venticinque anni buoni che non entro in una sala cinematografica.
Penso di avere la dote istintiva di capire se un libro o un film sono di mio gradimento, oltre che dalla lettura del titolo e la visione della copertina o della locandina, anche dalla maniera con cui essi vengono presentati.
Da bambino ho subito odiato le opere di Dante, Collodi,Verne, solo per il modo con cui venivano esaltate nell'ambito scolastico, radiofonico e successivamente televisivo.
Allora non potevo sapere del' appartenenza a differenti sette, sinergicamente legate, degli autori e dei messaggi che essi avevano veicolato nei loro scritti, ma l'istinto che suggerisce alla volontà come comportarsi, non necessita di tante informazioni.
Nonostante sia stato costretto a studiare per ben due anni "I promessi sposi", la pedanteria del professore e la mia insofferenza adolescenziale non sono riusciti a farmelo odiare. Trovo che il romanzo sia uno specchio di verità nella descrizione dei rapporti di potere nella società di oggi come di allora, nello stesso tempo un messaggio di certezza per chi conosce lo spirito anche fuori dalla religione.
Poco tempo dopo lessi anche "La colonna infame" appendice al citato romanzo, dove l'autore fa trasparire dallo scritto la possibilità che le guerre batteriologiche siano cosa fattibile con mezzi diversi da quelli ora conosciuti e di origine molto antica.
Tornado al cinema, la campagna pubblicitaria antecedente l'uscita del film "Taxi driver", mi aveva subitamente indirizzato verso la non visione. Poco tempo fa lo trasmettevano su un canale televisivo. Come per i libri che avevo in precedenza scartato che poi, con la pazienza della maturità ho letto, così ho deciso di seguirne la riproduzione televisiva.
Ancora una volta l'intuito si è rivelato l'unica arma valida contro i mistificatori: la pochezza dell'opera, sta tutta nella collocazione dei personaggi in uno scenario che ad occhi non incantati si rivela falsamente naturale, operazione pensata a priori solamente per trasmettere un messaggio di impotenza e disperazione attraverso la trama.

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