Re: Domande a Danilo Coppe

Inviato da  Ciaolo il 11/2/2008 11:51:50
Abbiamo discusso del nulla più assoluto.

Dopo l'11 settembre vi chiedereste perché mai uno squilibrato mentale che vuole demolire un palazzo, dopo aver fatto saltare in alria l'ultimo piano, fa saltare in aria anche gli altri?

Se il tetto di quel palazzo avesse causato ciò che è successo l'11 settembre secondo il NIST, non ci sarebbe il bisogno di demolire anche gli altri piani, no?

E invece sì, sapete perché? se il tetto cade sul primo piano intatto, esso riceve una forza enorme dal palazzo sottostante, che potrebbe danneggiarlo, e sicuramente lo ferma. Questa forza si chiama reazione vincolare e viene sprigionata dal palazzo sottostante in quanto il tetto produrrà una certa forza su di esso e per il principio ripetuto allo sfinimento nel thread, ci sarà una forza uguale e contraria.

Ma di che palazzo sto parlando?

DI QUESTO!

edit:
Ho scoperto anche perché quei calcoli sono altamente fuorvianti.
Essi partono dal presupposto che il blocco superiore che cade in caduta libera per un tot per poi impattare sul piano integro e il piano stesso siano due blocchi isolati sui quali applicare le leggi dell'urto anelastico. Ciò non può essere fatto perché il blocco del singolo piano, non solo è legato ad altri 90 piani, ma essi sono anche a terra, quindi ciò significa che la terra stessa, attraverso il palazzo, eserciterà una forza di reazione normale.

Andiamo con ordine: 10 settembre 2001: la torre nord è stabile ed esercita il suo peso sulla terra, che a sua volta esercita la reazione normale sull'edificio che può stare tranquillo e non sprofondare (eliminamo il concetto di fondamenta x un esempio semplice).
11 settembre: impatto dell'aereo
il piano impattato (mettiamo che sia uno, e se sono di più hanno le stesse colonne tranciate) supporta la forza peso del moncone superiore attraverso le sole colonne rimaste (che non sono insufficienti).
11 set.: inizio del crollo
le colonne del piano impattato dopo essersi piegate cedono, il moncone superiore cade sul primo piano intatto, imprimendogli una forza peso inferiore a quella che il piano ha sempre sostenuto, quindi il piano del moncone a contatto con questo si danneggerà in maniera grave, portando sicuramente allo schiacciamento del piano stesso, le cui colonne cederanno e porterà il moncone senza un piano a cedere nuovamente.

Ora si può dire " i crolli susseguono fino ad un totale equilibrio ".

Anche se una dinamica molto più "verosimile" sarebbe stata la progressiva inclinazione del moncone, seguita dal cedimento di alcune "maglie" di colonne perimetrali con conseguente caduta in strada del moncone superiore.

Dimenticavo! tutto questo SOLO se ci fossero stati incendi capaci di indebolire l'acciaio di TUTTE LE COLONNE DI UN PIANO (o tutti i piani che hanno avuto colonne distrutte).

Se tali incendi ci sono stati, è stato dimostrato, non ricordo da chi che non possano essere imputati ne al cherosene, ne ai materiali presenti nelle torri.

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