Re: Una 'tesi alternativa'...

Inviato da  sigmatau il 21/9/2007 10:16:42
E‘ chiaro che, di fronte al pensiero che chi ha ordito la terribile macchinazione dell’11 settembre abbia usato ordigni nucleari [e poi non si capisce il perché avendoli non li avrebbe dovuti usare…] ‘domande’ e ‘dubbi’ sono più che legittimi. A tutto questo cercheremo di dare risposta ma per il momento direi di procedere con i [cosiddetti…] ‘piedi di piombo’. Nell’ultimo post si è un poco ‘indagato’ sulla presenza a ground zero di alcuni ‘elementi singolari’ che di solito non compaiono nella nostra ‘vita di tutti i giorni’. In particolare abbiamo trovato i seguenti elementi presenti in quantità insolitamente elevata: uranio, stronzio, bario, cerio, lantanio, torio. In realtà sono andato un poco di fretta e nell’elenco ne ho dimenticato uno: l’ittrio. Rimedio subito a questa mia disattenzione presentando i dati relativi a questo elemento tratti dal sito già segnalato…


Ittrio

Wtc1-02: 58.9
Wtc1-03: 30.2
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 46.5
Wtc1-15: 46.1
Wtc1-16: 31.4
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 54.5
Wtc1-22: 47.6
Wtc1-25: 61.6
Wtc1-27: 54.9
Wtc1-28: 53.8
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 44.1
Wtc1-36: 52.6
Wtc1-08: 134
Wtc1-09: 243

Per saperne di più su quest’altro ‘sconosciuto’ [presente però in quantità non trascurabile al punto che in ‘classifica’ sta davanti a cromo, nichelio e argento ed ugualia quasi rame e zinco…] andiamo ancora su Wikipedia…

L'ittrio è l'elemento chimico di numero atomico 39. Il suo simbolo è Y. È un metallo di transizione dall'aspetto argenteo, è comune nei minerali delle terre rare e due suoi composti sono usati per produrre i fosfori rossi dei televisori a colori…

L'ittrio è un metallo dall'aspetto argenteo e lucente, relativamente stabile all'aria, possiede una reattività chimica simile a quella dei lantanidi. Gli sfridi e i trucioli di questo metallo bruciano all'aria quando la loro temperatura supera i 400°C. In forma di polvere fine può incendiarsi spontaneamente. Il suo stato di ossidazione tipico è +3.

L'ossido di ittrio è il suo composto più importante, impiegato per produrre i fosfori YVO4-Eu e Y2O3-Eu usati per generare il colore rosso nei tubi catodici dei televisori. Tra gli altri usi si annoverano i seguenti...

· l'ossido di ittrio è usato per produrre granati di ittrio e ferro, efficaci filtri di microonde
· i granati a base di ittrio, ferro, alluminio e gadolinio (ad esempio Y3Fe5O12 e Y3Al5O12) hanno interessanti proprietà magnetiche. Il granato di ittrio e ferro è un efficiente trasduttore di energia acustica; il granato di ittrio e alluminio ha una durezza di 8,5 ed è usato anche come gemma (diamante sintetico)
· piccole quantità di ittrio (tra lo 0,1% e lo 0,2%) sono usate per ridurre la granulometria del cromo, del molibdeno, del titanio e dello zirconio; è anche usato per rinforzare le leghe di alluminio e magnesio
· è usato come catalizzatore della polimerizzazione dell'etilene
· il granato di ittrio e alluminio, il fluoruro di ittrio e litio e il vanadato di ittrio sono usati insieme ad agenti droganti quali il neodimio o l'erbio nella produzione di laser infrarossi
· viene usato per disossidare il vanadio ed altri metalli non ferrosi

L'ittrio è stato preso in considerazione come nodulizzante per ottenere ghisa nodulare, più duttile (la grafite forma noduli compatti invece di fiocchi, perciò è inutile nella ghisa nodulare). Potenzialmente, l'ittrio si può usare in formulazioni di ceramiche e vetri speciali, perché l'ossido di ittrio ha un punto di fusione molto alto e conferisce loro resistenza agli urti e basso coefficiente di espansione termica…

L'ittrio in natura si compone di un solo isotopo, Y89. I radioisotopi più stabili sono Y88, con un'emivita di 106,65 giorni e Y91, la cui emivita è di 58,51 giorni. Tutti gli altri suoi isotopi hanno un tempo di dimezzamento inferiore alle 24 ore, eccezion fatta per Y87, che si dimezza in 79,8 ore. La principale modalità di decadimento degli isotopi più leggeri di Y87 è la cattura elettronica cui segue un decadimento beta. Dell'ittrio sono stati identificati altri 26 isotopi instabili. Y90 esiste in equilibrio con il suo isotopo genitore, Sr90, prodotto nelle esplosioni nucleari…


L’ultima riga è interessante e merita di essere nuovamente riprodotta…

… Y90 esiste in equilibrio con il suo isotopo genitore, Sr90, prodotto nelle esplosioni nucleari

E’ chiaro che a questo punto occorre saperne di più sulla cosiddetta ‘fissione nucleare’. Dal momento che la scoperta di questo ‘fenomeno’ risale a quasi settant’anni fa [Hahn e Stassmann, Berlino 1938…] si dovrebbe supporre che si tratti di un ‘argomento’ al quale è facile ‘accedere’. Essendo però la conoscenza della fissione nucleare strettamante legata al concetto di ‘arma nucleare’, di fatto ancora oggi tutte le informazioni al riguardo accessibili al ‘pubblico’ sono parziali, incomplete e spesso contraddittorie. Dei due elementi fissili più ‘noti’ [U235 e Pu239…] il primo è quello di cui si conosce di più. Alcuni meccanismi di fissione ‘possibili’ [ve ne sono parecchi…] dell’elemento U235 che danno luogo a ‘reazione a catena’ sono i seguenti…

U235+n=Xe143+Kr93+3n

U235+n= Ba144+Kr89+3 n

U235+n= Ba142+Kr92+2n

U235+n= Xe140+Sr92+2n

Ciascuna di queste reazioni è ‘attivata’ da un neutrone e vengono prodotti 2 o 3 neutroni. Si ha dunque ‘moltiplicazione di neutroni’ , fattore necessario per attivare la reazione a catena. Gli elementi prodotti dalle reazioni di fissione sopra elencate non sono stabili e col tempo ‘decadono’. I due cicli principali di decadimento sono i seguenti…

Xe -> Cs -> Ba -> La -> Ce -> Pr -> Nd

Kr -> Rb -> Sr -> Y -> Zr

A eccezione degli ‘elementi finali’ neodimio e zirconio [che sono stabili…], tutti gli altri sono isotopi instabili con tempi di dimezzamento più o meno elevati. Xeno, cesio, praseodimio, kripto e rubidio hanno tempi di dimezzamento brevi e pertanto ‘sopravvivono’ per poco tempo. Tempi più lunghi si hanno per bario, lantanio, cerio, stronzio e ittrio, così che in pratica questi sono gli ‘ingredienti’ che si trovano sul luogo dove si è avuta fissione di U235. Come già detto quelle indicate in alto sono solo alcuni dei possibili ‘meccanismi di fissione’ di fissione dell’elemento U235. Alcuni di questi non producono neutroni e pertanto non contribuiscono alla ‘reazione a catena’. Il più noto di questi è il seguente…

U235+n= He4+Th232

Nella reazione vengono prodotti due isotopi. Il primo di essi è di un gas nobile [elio] che decade abbastanza rapidamente mentre l’altro è un ‘elemento pesante’ chiamato torio. Tra i ‘prodotti’ di fissione è dunque presente anche il torio. Infine una certa percentuale [non meno del 4 per cento…] di U235 non viene raggiunto da alcun neutrone ed è presente anch’esso ‘non fissionato’ tra i prodotti della reazione. Per concludere questa breve rassegna [ma torneremo a parlarne più in dettaglio…] gli ‘elementi caratteristici’ che si trovano nei residui della fissione di U235 sono tipicamente i seguenti: uranio, torio, stronzio, bario, cerio, lantanio, ittrio… tutti presenti in quantità ‘anamala’ nelle polveri e nei resti di ground zero

Arrivati a questo punto è obbligatorio prevenire che il lettore giunga a conclusioni premature. Una breve riflessione è sufficiente per capire che la pura e semplice ‘presenza’ di sangue non significa che in un certo luogo si sia commesso un omicidio. E’ necessario che alcuni dettagli siano ‘coerenti’ con l’ipotesi fatta. Nel nostro caso se ipotizziamo che gli ‘elementi anomali’ rinvenuti a ground zero siano i prodotti di una esplosione nucleare, per validare o meno l’ipotesi è necessario dimostrare che le quantità di tali elementi siano tra loro correlate. Per fare un esempio lo strumento più semplice in un supermercato per valutare la ‘statistica dei furti’ consiste nel verificare la ‘correlazione’ tra quantità di una certa merce non più presente nei banchi e ammontare degli scontrini di cassa. Seguendo questa linea esaminiamo nuovamente i dati relativi agli ‘elementi sospetti’ contenuti nei 19 ‘campioni’ prelevati a ground zero. Cominciamo in particolare dai due ‘elementi sospetti’ presenti in maggiore quantità: stronzio e bario. Detto per inciso sono anche i due ‘elementi complementari’ più comuni dell’uranio [‘complementari’ nel senso che la somma dei pesi atomici dei due è circa uguale a quella dell’uranio, di modo che sono in pratica le due parti nelle quali un atomo di uranio è stato ‘fissionato’…]. Ecco di nuovo le tabelle…

Stronzio

Wtc1-02: 1000
Wtc1-03: 409
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 643
Wtc1-15: 736
Wtc1-16: 3130
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 787
Wtc1-22: 710
Wtc1-25: 695
Wtc1-27: 701
Wtc1-28: 711
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 706
Wtc1-36: 823
Wtc1-08: 444
Wtc1-09: 378

Bario

Wtc1-02: 765
Wtc1-03: 376
Wtc1-05: n.m.
Wtc1-06: n.m.
Wtc1-14: 461
Wtc1-15: 405
Wtc1-16: 3670
Wtc1-17: n.m.
Wtc1-21: 460
Wtc1-22: 452
Wtc1-25: 624
Wtc1-27: 470
Wtc1-28: 491
Wtc1-30: n.m.
Wtc1-34: n.m.
Wtc1-20: 390
Wtc1-36: 438
Wtc1-08: 317
Wtc1-09: 472

Il primo dato che balza all’occhio nella prima tabella è che dell’elemento stronzio non sono state trovate tracce nei campioni etichettati come Wtc1-05,Wtc1-06,Wtc1-17,Wtc1-30, Wtc1-34. Dalla lettura della seconda tabella si osserva che nei medesimi campioni e solo in quelli non sono state trovate tracce neppure dell’elemento bario. Questo è già un fatto notevole ma lo diviene ancora di più se si osserva che la stessa cosa [ossia la totale assenza di tracce in quegli stessi campioni e solo in quelli…] vale pere tutti gli altri ‘elementi sospetti’. Uhm!... niente fretta e andiamo avanti. Secondo dato che balza all’occhio nella prima tabella è il valore insolitamente elevato di stronzio rilevato nel campione etichettato come Wtc1- 16: 3130 ppm. Si tratta di un valore all’incirca cinque volte superiore alla media… Se andiamo a vedere la tabella del bario in corrispondenza allo stesso campione si trova un valore pari a 3670 ppm… otto volte circa la media!… Se andiamo ad osservare le altre tabelle in corrispondenza alla etichetta Wtc1-16 osserviamo valori relativamente ‘oltre la media’ [non però come nei due casi ora visti…] per l’elemento cerio e l’elemento lantanio. Relativamente ‘normale’ invece il contenuto all’etichetta Wtc1-16 per uranio, torio e ittrio. Al momento non siamo in grado di fornire una spiegazione ‘ragionevole’ a questo fatto e pertanto ‘archiviamo’ provvisoriamente [escludendoli per il momento dalla ‘statistica’…] i dati etichettati come Wtc1-16 per ritornarci sopra quando avremo le idee più chiare. Vediamo ora gli altri dati delle due tabelle relative a stronzio e bario. La prima e più ovvia cosa che si può fare è rappresentarli su una coppia di assi cartesiani…



Beh… già ad una occhiata ‘superficiale’ è possibile vedere un certa correlazione tra le due grandezze, se non altro per il fatto che al crescere della x in media ‘cresce’ la y. E’ già qualche cosa, ma esistono tecniche che consentono una stima assai più precisa. La più nota di queste tecniche è chimata in statistica ‘stima con la retta dei minimi quadrati’. Chi di voi è interessato ai dettagli tecnici può consultare i testi specializzati. Qui daremo solo i risultati. La retta dei minimi quadrati per i dati di stronzio e bario è disegnata in rosso nel diagramma seguente…



Per essa si sono calcolati i coefficienti seguenti: a0=26, a1=.65. La retta disegnata in blù passa invece per l’origine ed ha pendenza pari a .65. La correlazione tra le due grandezze appare a prima vista assai stretta, anche se la presenza di una componente ‘media’ di stronzio pari a 26 ppm indipendente dalla presenza di bario sembra suggerire uno ‘scenario’ un poco più complesso. In sostanza il lavoro non è finito ma è certo che siamo sulla buona strada. Per non mettere troppa carne al fuoco per ora ci fermiamo qui…

saluti!…

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… chè perder tempo a chi più sa più spiace… Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78

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