Re: Una 'tesi alternativa'...

Inviato da  sigmatau il 5/10/2007 15:48:18
cari amici
prima di avventurarci in analisi ‘affidabili’ dei dati inerenti le analisi dei reperti di ground zero due parole sui ‘decadimento’ dei prodotti della fissione nucleare. Il ‘decadimento radioattivo’ è un fenomeno che caratterizza alcuni elementi che, avendo la struttura del nucleo intrinsecamente ‘instabile’, si trasformano ‘spontaneamente’ in altri elementi emettendo particelle dotate di grande energia. Tali elementi ‘instabili’ sono detti radioisotopi e la loro,scoperta di deve ai coniugi francesi Pierre e Marie Curie. La ‘trasformazione’ può produrre altri elementi che a loro volta possono essere ‘stabili’ oppure andare incontro anch’essi a decadimento. Il ‘tempo’ impiegato in questa ‘metamorfosi’ è diverso a seconda dei casi e può andare da milionesimi di secondo a miliardi di anni. Dal punto di vista quantitativo si può definire il fenomeno in maniera esatta se si conosce il ‘tempo di emivita’, vale a dire il tempo in cui una data quantità di radioisotopi si riduce della metà per effetto del decadimento. L’equazione che caratterizza il fenomeno e una curva tipica di decadimento sono illustrati nella figura seguente…



Esistono in natura tre diversi tipi di decadimenti radioattivi, che si differenziano dal tipo di particella emessa a seguito del decadimento…

a) decadimento alfa
b) decadimento beta
c) decadimento gamma

Il più comune di essi [e quello che interessa ai fini del discorso…] è il decadimento beta e lo descriviamo con maggiore dettaglio. Il fenomeno consiste nell’emissione da parte di un nucleo di peso atomico A e di numero atomico Z di un elettrone e di un ‘neutrino’. Il nucleo originario si trasforma in un nucleo di numero atomico Z+1 e dello stesso peso atomico A. Un esempio ‘classico’ è il decadimento del Cobalto-60 in Nichel-60…

Co60 -> Ni60 + e + ne + energia

Il decadimento beta è una reazione nucleare di tipo esotermico, vale a dire comporta il rilascio di energia sia ‘cinetica’, sia irraggiata, sia ‘convertita in calore’. Quest’ultimo aspetto, come vedremo, giocherà un ruolo decisivo quando si tratterà di ‘spiegare’ il perché nelle fondamenta di ground zero si è rinvenuto acciaio fuso anche diverse settimane dopo l’11 settembre. Il decadimento beta è poi una reazione ‘in salita’, vale a dire produce un elemento di numero atomico maggiore di quello originario… in altre parole ad ogni step di avanza di una ‘posizione’ nella ‘tavola periodica degli elementi che vedete qui sotto rappresentata…



Volendo fare un esempio consideriamo l’isotopo dello Xeno [che allo stato naturale è un ‘gas nobile’…] con numero atomico 54 e peso atomico 140. Tale isotopo è uno dei prodotti della fissione dell’elemento U235 ed è instabile con tempo di emivita pari a 14 s. Il ciclo di decadimento cui è soggetto è il seguente…

Xe140 [te=14 s] -> Cs140 [te=64 s] -> Ba140 [te=13 d] -> La140 [te=40 h] -> Ce140 [stabile]

L’elemento Xe140 nasce dall’ U235 in seguito alla seguente reazione di fissione…

U235+n -> Xe140 + Sr94+ 2n

Vale la pena di esaminare un poco in dettaglio questo decadimento nucleare poichè illustra assai bene alcuni concetti basilari. Dalla formula matematica che descrive il decadimento radioattivo è immediato verificare che tanto più piccolo è il tempo di emivita tanto più intensa è la radiazione emessa. Essendo ad esempio il rapporto tra i tempi di emivita di Ba140 e Cs140 pari a 13d/64s= 17750 si deduce che, per la reazione sopra illustrata, la radioattività nei primi minuti dopo l’esplosione è stata assai elevata per ridursi di un fattore di parecchie migliaia dopo che la totalità del Cs140 è ‘decaduta’ a Ba140. In base a questa semplice considerazione si comincia comprendere il perché i ‘cinque giorni’ intercorsi tra gli eventi e l’esame delle polveri prelevate a ground zero possono giocare un ruolo ‘depistante’ decisivo…

Arrivati a questo punto il lettore potrebbe anche pensare che siamo vicini alla soluzione del nostro ‘enigma’ … purtroppo però non è così per un motivo assai semplice. La reazione sopra illustrata è solo una delle miriadi di reazioni che avvengono nel corso di una esplosione nucleare. In pratica il ‘ventaglio’ è talmente elevato che lo si affronta con metodi statistici sulla base del diagramma qui riportato…



Arrivati a questo punto, per rispondere in modo ‘convincente’ al nostro ‘dubbio amletico’, vale a dire se per abbattere le Towers sono stati usate o no cariche di demolizione nucleari, non resta altro da fare che munirsi di buona volontà e fare un esame accurato sulla base della ‘statistica a gobba di cammello’ che vedete sopra. Non è un problema da prima elementare ovvio… non è neanche però come scalare L’Everest per cui… mai dire mai!…

saluti!...

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... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78

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