Re: Sul discorso di Fujita al Parlamento, mobilitazione critica

Inviato da  DrHouse il 15/1/2008 23:50:20
Tuttle, mi riferivo al post di rivers.

Per carità, ho apprezzato molto la minuziosa analisi. Capisco anche l'intento, l'esigenza di essere precisi, possibilmente inattaccabili, di mettere le mani avanti e anticipare le prevedibili mosse dei debunker, ma francamente non vorrei che finissimo per lasciarci condizionare dal loro modo paranoico di ragionare e di agire. Insomma, non vorrei che ci facessimo del male da soli.

Fujita non stava scrivendo un libro sul 911, pertanto non gli era richiesto di citare fonti o fare riferimenti testuali e, in ogni caso, non sarebbe stato il Parlamento la sede più opportuna per farlo. Stava parlando di fronte al Primo Ministro del suo paese illustrandogli, nel limitato tempo che aveva a disposizione (circa mezzora), alcuni dei principali dubbi sulla versione ufficiale. Sono gli stessi dubbi che hanno non solo i complottisti dichiarati, ma anche migliaia di altre persone in tutto il mondo che, pur non dichiarando apertamente di credere all'inside job, continuano comunque ad avere molte perplessità sulla ricostruzione ufficiale (potrei citare giornalisti, attori, registi, intellettuali). Non vedo quindi perché dobbiamo per forza imitare i debunker e andare a cercare con il lumicino inesattezze e imprecisioni nelle sue affermazioni. Date le circostanze, si è trattato per forza di cose di dichiarazioni generiche e incomplete. Ciò nonostante, rimane comunque un fatto di grande rilevanza: nel parlamento di uno dei più importanti paesi del mondo la verità ufficiale sul 911 è stata apertamente e formalmente messa in discussione. È un'ulteriore riprova del fatto che, sotto l'ermetico tappo dei media tradizionali, cresce ormai in tutto il mondo la convinzione che la versione ufficiale è solo una bufala.

Quanto alla traduzione, le mie conoscenze del giapponese non mi permettono purtroppo di poter affermare se ci sono o meno inesattezze o se il traduttore soddisfi pienamente i requisiti di oggettività richiesti per l'occasione. Non credo comunque sia un'impresa impossibile procurarsi un'altra traduzione, se questo è il problema.

In generale, mi permetto di mettere in guardia da questo approccio eccessivamente empirico e frammentario alla ricerca. Il più grande ricercatore del caso Kennedy, Harold Weisberg, ritenuto universalmente lo studioso con le maggiori conoscenze sul caso (è arrivato ad accumulare in tutta la sua vita oltre 200.000 documenti e foto di archivio), è anche quello che alla fine non ha saputo trarre da tutto ciò una teoria convincente (almeno per me). Come ripeto sempre, a forza di fissare i dettagli, si finisce per perdere di vista il quadro generale.

È solo un'opinione sul metodo. Niente da da ridire sul resto.

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