Re: 2001 Odissea nello spazio

Inviato da  music-band il 3/3/2006 10:55:07
Si.. Vulcan... L'esperienza emotiva che ha voluto creare Kubrick è fuori dubbio, preferendola alla narrazione; non per nulla ha tagliato molte pagine di dialogo.

Ciò che volevo dire, riguarda il fatto che in ogni caso, ogni singola scelta che una regista fa (parlo di registi seri ovviamente) non è dettata dal caso. Chi fa questo lavoro, conosce l'importanza di dover giustificare ogni inquadratura, ogni oggetto presente nell'inquadratura, e anche le posizioni e i movimenti dei personaggi. Chi studia nelle scuole per diventare regista impara a comprendere tutto questo. Purtroppo oggi siamo abituati a molti registi che provengono dalla pubblicità e spesso assistiamo a scelte di stile piuttosto che a coerenze narrative. Per questo dico che 2001 ha un significato. Kubrick oltretutto era un intellettuale, e se leggete alcune sue interviste, proprio nel 68 affermava di amare lo scrittore Arthur Schnitzler di cui poi si servirà per realizzare il suo ultimo "Eyes Wide Shut". Ma lascio parlare lo stesso Kubrick:

Schnitzler lascia molte cose non dette, implicite, ha un modo quasi circolare di arrivare al punto.

Secondo me tutti i grandi drammaturghi raggiungono i loro scopi in questo stile. Il modo più potente per far capire a una platea il tuo punto di vista è di prenderla per i sentimenti, non per la mente. Certo, è un modo molto più pericoloso di scrivere, perché se il pubblico non riesce a scoprire ciò che vuoi dire, rischia di restare perplesso e disturbato alla fine del racconto

Uno dei critici ha dichiarato che per mostrare un punto di vista filosofico come lei vuole fare, avrebbe dovuto usare più parole di quelle che sono nel film.

Questo, di certo, fa parte della psicologia orientata alla parola del critico. Non ho il minimo dubbio che per raccontare una storia come questa non servano affatto le parole. Ci sono solo 46 minuti di dialogo nel film e 113 di scene senza parole. Ci sono certe aree del pensiero e della realtà - o dell'irrealtà e dei desideri, comunque lei le voglia chiamare - che sono chiaramente inaccessibili alle parole. La musica può accedere a queste aree. La pittura può penetrarle. Forme di espressione non verbali possono farlo. Ma le parole sono una camicia di forza terribile. E' interessante notare come molti prigionieri di questa camicia di forza oppongano resistenza quando si cerca di allentargliela o toglierla. C'è un lato nella personalità umana che in qualche modo avverte che, ovunque sia la verità sul cosmo, non sta certo nell'ABC. Giace da qualche parte negli aspetti misteriosi e inconoscibili del pensiero, della vita e dell'esperienza. L'uomo ha sempre risposto a queste parti. La religione, la mitologia, le allegorie - l'uomo è sempre stato particolarmente recettivo a queste corde. Con la ricerca della razionalità l'uomo moderno ha cercato di eliminare queste aree e per altro ci è riuscito piuttosto bene tirando duri colpi alla religione. In un certo senso, quello che sta succedendo adesso nei film e nella musica popolare è una reazione alle soffocanti limitazioni del razionalismo. Si avverte la volontà di superare le cose chiaramente argomentabili o dimostrabili che in realtà non sono granché significative, o utili o ispiratrici. Nessuno pensa di trovare verità sconvolgenti in questa logica.

Poiché 2001 finisce con una trasformazione evolutiva, si tratta di un finale alternativo a quello del Dottor Stranamore con la fine del mondo?

Non proprio. Odio intrappolare il finale del film in una categoria perché si tratta di un punto particolarmente importante che riguarda proprio questo tema. Non voglio dire esplicitamente di cosa parla il finale, perché lo vedo più che altro come una dichiarazione di tipo mitologico. Tutti i miti sono psicologicamente simili gli uni agli altri. Quello dell'eroe che va da qualche parte negli inferi, o nell'aldilà, e incontra pericoli ed esperienze terrificanti. Poi riemerge sotto qualche forma divina o qualche forma umana più avanzata. Essenzialmente, il film è un trattato mitologico. Il suo significato va ricercato ad un livello viscerale e psicologico piuttosto che grazie ad una specifica spiegazione letterale

..... Quindi ciò che voglio dire... E' che 2001 è un capolavoro anche per via della sua attenta pianificazione... Rifiuto l'idea di Kubrick (perchè non era affatto così) come di un regista che improvvisava. Tutto quì.

Per Pike Bishop... Scusa se ti correggo... Ma Clarke ha scritto la sceneggiatura assieme a Kubrick e non dopo... Anzi, in realtà Clarke aveva terminato prima della post produzione del film ovviamente e voleva uscire con il romanzo. Ma fu kubrick a impedirglielo con vari metodi astuti, provocando la furia di Clarke che comunque fu costretto a rimandare fino all'uscita del film.


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