Re: DJANGO

Inviato da  yarebon il 11/7/2013 21:24:22
e io continuo a ripetere (tranne a Maksi che so come la pensa e basta che vede ebrei agnellini per bollare il film come propaganda) che inglorious bastard è una versione meno cazzona di Django, ma lì ci sono gli ebrei e quindi è un film di propaganda.
Mi sembra strano che chi ami Tarantino non lo conosca come uomo. Il tratto post-moderno dei film lo rende uno dei (nel bene e nel male) più estremi relativisti ed anti-ideologi registi degli ultimi anni, ma soprattutto avete mai visto una sua intervista? E' un nerd ai massimi livelli, ecco ve lo vedete uno come Tarantino che si lascia comandare dalla spectre hollywoodiana che gli ordina di fare un film sui nazistoni cattivi? Io no! Semmai avrà avuto qualche suggerimento, Tarantino oltretutto amava Castellari, desiderava tanto fare un western alla Leone, con "inglorious bastard" ha realizzato il suo sogno e avrà detto:
"ok! Niente cose storiche che le odio, ma una cosa sporca, western, alla Leone, con un certo respiro epico, non voglio mandare nessun messaggio moralistico o del genere, non voglio un film ideologico".
La spectre hollywoodiana in questo senso avrà avuto un influsso indiretto, ma Tarantino è così appassionato e nerd verso il suo cinema e le cose che fa, che non ci vedo niente di oscuro, un'influenza indiretta, un piccolo consiglio ecco, per questo ritengo che non bisogna cadere in giudizi ideologici, il film rimane comunque notevole e con i soliti topoi del suo cinema.
E' chiaro che la questione ebrea è un banco di prova per i registi al di fuori di Hollywood e che vogliono entrare in quel mondo dorato. Notate ad esempio che il primo film americano di Sorrentino è stato su un ebreo che alla fine decide di vendicarsi verso alcuni nazisti, non è certo una casualità. Il film infatti è una merda, perchè Sorrentino non fa il Sorrentino, si vede che tutto è forzato. Per fortuna con la "grande bellezza" è ritornato a ciò che sa fare.
Calvero per caso hai recensito la "grande bellezza"? E' un film incredibile, sono sicuro che nel bene e nel male non ti lascerà indifferente, rimane (naturalmente con i vari distingui) la dolce vita del terzo millennio, tralasciando che Fellini è un genio e Sorrentino no, ma è comunque tra i registi più dotati del decadente cinema italiano. A me ha sorpreso molto. E' una metafora lucida (e non ideologica) dell'attuale situazione italiana.

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