Re: Analisi foto lunari 2

Inviato da  Fabrizio70 il 4/3/2008 23:20:24
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Ciao Fabrizio.

Scusa ma continuo a non capire...e probabilmente non è colpa tua ma sono io che proprio non riesco a mettere a fuoco il problema.



Non c'è problema , non sono un fotografo , stò ragionando in termini di fisica ottica che non é il mio campo e qualsiasi chiarimento richiesto và bene,sarei uno sciocco a non approfondire l'argomento con un esperto come te , se passano i tuoi dubbi é fatta,se mi sono sbagliato in qualche cosa ho comunque imparato cose nuove

Citazione:

Il fenomeno di opposizione delle ombre è visibile quando ci si trova in posizione di scatto Anti-Solare e le ombre delle singole componenti della superficie (granelli di sabbia, regolite, erba etc..) concentrate nella zona di fase (cono) si proiettano al suo interno. La parte centrale della zona di fase avrà le ombre nascoste dalla stessa materia (fase prossima allo zero) che quindi risulterà più chiara ed esposta mentre via via che ci si allontana dalla zona di fase le ombre avranno campi di occlusione più lunghi e quindi l'area esterna risulterà sempre più scura.
Non è scorretto definirlo effetto di Heiligenshein perché in fisica ottica l'effetto di opposizione viene definito anche Dry Heiligenshein. Proprio per distinguerlo dallo stesso fenomeno in presenza di acqua, umido, rugiada etc...


Secco od umido che sia entrambi gli effetti hanno in comune una caratteristica che il disegno illustra benissimo , l'effetto é circolare , vedremo ora rispetto a cosa...

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Ora però io non capisco cosa intendi con “tale luminosità deve essere centrata rispetto al punto d'osservazione “. Cosa intendi per punto di osservazione? E cosa intendi per centrata?

Non capisco se per punto di osservazione intendi il piano dell'immagine o la posizione spaziale della fotocamera aldilà dei suoi 3 assi, o peggio, la semplice posizione del fotografo o il semplice centro di quadro....

Va considerata la proiezione del backscattering in relazione al percorso ottico (che ha un suo asse) e l'angolo del piano esposto. Il tutto in relazione alla luce incidente. E il percorso ottico non è per forza di cose solidale al corpo del fotografo. Lo è nel caso di uno scatto mirato ad altezza occhio ma non lo è nel caso di un corpo macchina appeso al petto.

Per questo faccio fatica a comprendere cosa intendi per “punto di osservazione”. Non si tratta di punto ma di angoli. E se non stabiliamo i parametri su cui ragionare io non posso capire cosa intendi. :)


Ecco che la professionalità sopravanza , giustamente chiedi delucidazioni che non ho fornito perché non credevo fossero rilevanti , quindi procediamo con ordine.
Per prima cosa stabilisco delle coordinate spaziali di riferimento , che dovrebbero essere quadridimensionali ma dato che in questa spiegazione il fattore tempo non é rilevante lo posso pure ignorare , quindi prendendo come riferimento la Luna avrò latitudine (LAT) , longitudine (LON) ed altezza rispetto alla superficie ideale , quella che sulla terra viene chiamata altezza sul livello del mare (ELE).Si sono stabilite quindi le coordinate spaziali di quello che io definisco il "punto d'osservazione" , che in questa situazione corrisponde al centro geometrico della lente dell'obiettivo della macchina fotografica.Ora prendo un secondo punto , in questo caso il centro ideale del Sole , in modo da avere una retta che unisce i due punti.Questa retta é il percorso del raggio solare (fotone) dal Sole al punto d'osservazione.Ora stabiliti due punti ed una retta si può iniziare a parlare di angoli , partendo dall'angolo che la superficie della lente ha rispetto alla retta , per cominciare immaginiamo che la superficie della lente sia perpendicolare alla retta del percorso dei fotoni , in questa situazione si ha esattamente l'immagine che hai postato , cui possiamo aggiungere degli assi di riferimento, x orizzontale , y verticale e z perpendicolare.



Ora che sono stabiliti posizione ed orientamento si può cominciare a discutere

Iniziamo con la variazione dell'orientamento ruotando gli assi di riferimento.Ovviamente una rotazione dell'asse z non incide sull'immagine , una rotazione di 180° capovolge l'immagine ad esempio, ma non é questo lo scopo di questa discussione e possiamo tranquillamente andare avanti immaginando una rotazione dell'asse x o y



La situazione iniziale é questa , la superficie é la lente , il cono ha dimensioni infinite , l'alone luminoso non é altro che la rappresentazione bidimensionale di alcuni punti compresi nel volume del tronco di cono tra la lente e l'infinito , ruotando l'asse y per esempio:



Fino a che i punti rimangono nello spazio tridimensionale visuale continueranno ad essere visibili nella stessa identica posizione , ruotando l'asse semplicemente usciranno dal campo visivo.

Ora passiamo a discutere della posizione (LAT,LON,ELE) , in questa situazione qualsiasi punto spaziale della superficie lunare noi utilizziamo avremo sempre la stessa situazione dell'immagine , con la luminosità centrata rispetto all'asse z (percorso fotone).



In questa immagine il quadrato rosso é un oggetto ripreso dalla lente , se noi variamo la posizione tridimensionale della lente varia la posizione relativa dell'oggetto ma non quella del centro della luminosità.



Quindi per questo tipo di effetto la posizione spaziale é indifferente,infatti posizione ed orientamento non influiscono più di tanto sull'alone luminoso, ecco perché non avevo dato ulteriori informazioni.Ovviamente ho fatto tutto questo bel discorso immaginando che la lente con relativa camera siano trasparenti , in realtà sono opachi e creano un ombra , ed é quest'ombra che bisogna considerare come centro della luminosità essendo ottenuta con la proiezione del punto d'osservazione sul terreno seguendo l'asse z (i fotoni), non un qualsiasi altro oggetto come in questa situazione la testa dei mitici eroi e del trabiccolo spaziale,speravo che bastasse questo simpatico monello per descrivere il problema....





Citazione:

Quindi in attesa di queste delucidazioni propongo comunque un semplice ragionamento sulla possibilità della doppia sorgente luminosa.

1)Se si ipotizza una seconda sorgente oltre la luce chiave questa non poteva stare dietro il soggetto perché l'unico modo per non produrre una seconda proiezione d'ombra sarebbe stato quello di posizionare la seconda fonte sull'asse di proiezione della luce chiave. Questo è impossibile perché avremmo avuto un taglio del fuoco della luce chiave con l'ombra in campo del corpo illuminante e un diverso fuoco dell'ombra stessa.


Per diverso fuoco intendi per caso questa situazione in cui l'ombra dell'eroe é sfocata rispetto a quella del pad ?



AS14-66-9269HR

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2)Questa seconda fonte non poteva stare nemmeno davanti al soggetto perché la luce proiettata avrebbe “tagliato” la zona occlusa illuminando l'ombra stessa del fotografo.


Vedi risposta N.4

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3)Qualsiasi altra posizione fuori fase rispetto alla luce chiave avrebbe portato una seconda ombra che non è presente. Almeno nelle foto che ho potuto vedere.


In questa si nota o sbaglio ?
Se osservi il seggiolino del quadriciclo le fasce ed i tubi proiettano un'ombra sulla schiena del prode eroe ma il sole risulta da un'altra parte....

http://www.hq.nasa.gov/alsj/a17/AS17-137-20979HR.jpg

Citazione:

4)L'effetto di Opposizione è facilmente riproducibile in studio e di questo si deve tener conto perché inserire altre luci o manipolare il processo di sviluppo per ottenere quell'effetto sarebbe comunque stata una scelta abbastanza impropria e inutilmente complessa.


Cazzarola ,lo potevi dire all'inizio,mi avresti risparmiato un sacco di lavoro
Sarà facilmente riproducibile , ma é stato fatto immaginando un punto d'osservazione sbagliato , gli occhi dei peones spaziali e non le macchinette fotografiche...


P.S:A proposito per l'immagine che hai postato il fatto che il terreno sia composto da steli verticali ha influito parecchio sull'effetto

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