Re: Analisi delle foto lunari

Inviato da  franco8 il 25/1/2006 11:34:45
Allora...
ti rispondo con riferimento al precendente (non l'ultimo) post:
rigel Inviato il: 24/1/2006 14:31

Riprendo la tua spiegazione ( così vediamo che t'inventi stavolta!?)

L'impostazione può anche essere corretta.. Bisogna solo correggere alcuni errori, e tutto torna:

Invece considerare R distanza del segmento l consideriamo R1 ed R2
R1 è (più o meno) la distanza del punto vicino
R2 la distanza del punto lontano

è allora possiamo scrivere la prima:

l * sin(theta) = 2 * R1 * tg ( phi /2 )
--- nota che è R1 non R

e la seconda:
h / R2 = sin (theta)

e, come hai fatto tu stesso, otteniamo stavolta:

( l * h ) / (2 * R1 * R2 ) = tg (phi)

Vale, credo, la tua conclusione.

Ad R1*R2 sostituiamo però R^2 dove R sarà allora la media geometrica.

Varrà allora la tua conclusione (Cioè che , a parità di angolo phi, aumentando la distanza R deve aumaentare anche l secondo il quadrato)

Non vale però l'obiezione, per il discorso che ti ho accennato prima ma che adesso dovrebbe essere più chiaro:
R non è la distanza del punto più vicino ma una media.
( a parte il fatto che non avevi quantificato di quanto dovrebbe essere questa diminuzione, nè a che distanza ci dovrebbe essere questa diminuzione)
Aumentando R, allora è vero che ci sono punti che sono più lontani ( così che sembrerebbe non poterli considerare tutti alla stessa distanza) ma ci sono anche punti che sono più vicini di R...


Per Jck con riferimento
Jck Inviato il: 24/1/2006 20:03

Citazione:
Già qui ci sarebbe qualcosa da dire poiché la formula precedente presuppone che tutti i fotoni incidenti vengano diffusi (riflessione totale)

- non c'è bisogno nessuna ipotesi di riflessione totale, ma di emissione uniforme della superficie...
Citazione:
....

- gli angoli solidi cui mi riferivo io è quello che ha per vertice il punto "occhio" (macchina, quello che è..)
in cui arrivano i raggi (ovvero le onde sferiche elementari) dalla superficie

(di conseguenza, data la differenza, scusa, ma la tua impostazione non mi sono impeganto a seguirla)

Non è in discussione che il flusso proveniente da un'areola diminuisce al crescere della distanza...
L'obiezione che ho fatto io è che non è sufficiente considerare questo, ma bisogna tener conto del fatto che l'areola lontana viene a corrispondere sulla foto ad una areola sulla foto che rimpicciolisce....
Poni che hai due cerchi uno lontano, e uno vicino, la luce che ti arriva dal cerchio vicino è maggiore di quella del cerchio lontano ma le aree corrispondente sulla foto sono diverse cos' che la luce per unita di area nella foto è uguale.

(Scusa, Jck, penso che dovresti provare a riguardare tutte le obiezioni e le controbiezioni passate... So è un impresa... )
( la risposta "più corretta" dovrebbe essere:
( il flusso elementare generato da una areola dS, nella direzione che congiunge il punto "occhio" con la'areola dovrebbe essere:
( df = ( dS * F * cos(g) ) / ( 4 * pigreco * R ^2 )
( dove g è l'angolo tra la congiungente occhio-areola e la perpendicolare all'areola
( F sarebbe la potenza emessa per unità di superficie emittente (watt al metroquadro).
( l'angolo solido con vertice in occhio e con base dS è:
( dang = ( dS * cos(g) ) / ( 4 * pigreco * R ^2 )
( Allora si vede che
( df / dang = F
( L'angolo solido cui che consideravi tu, dovrrebbe servire, quindi, a calcolare quanta potenza entra alla fine nel notro "occhio".
( Se finora l'abbiamo considerato puntiforme.. non possiamo valutare la potenza entrante ma abbiamo un flusso ovvero una potenza per unità di ( superficie..

con riferimento a
rigel Inviato il: 25/1/2006 4:39

Lo leggerò stasera prima di andare a letto.
tu leggi attentamente la prima parte di questo post

Visto la conclusione assurda, però immagino che ci sia qualche errore anche stavolta...
Se ci tieni, posso provare a trovare gli errori
Ti anticipo che dire che "per R che tende ad infinito il flusso tende a zero" Non equivale propriamente a dire che, per R finito, il flusso decresce al crescere di R. Hai fatto lo studio della funzione?
E' ovvio che nella direzione parallela alla superficie non arriva nessuna luce. No?

Ti posso rispondere con una risposta "alla rigel": Ma la distanza non è mica infinita

(scusami tanto ma non stai facendo la figura del saccente, stai facendo la figura di qualcos'altro...)
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Scusate, ma qua mi pare che la discussione va sul ridicolo..
Che cos'è? Un gioco di "sofisti" ?
Allora, ricapitolando:
1) rigel ha presentato una la spiegazione della diminuzione della luminosità del terreno con la distanza in base al fatto che la luce che arriva da un punto luminoso diminusce all'aumentare con la distanza.
Questo è indiscutibile se parliamo di un'onda sferica. L'errore (probabimelte deformazione professionale) è applicare il pricipio anche in una situazione in cui non siamo in presenza di UNA onda sferica ma di una serie di onde sferiche elementari che provengono dalla superficie.

Diciamo che inizialmente, forse per non fare troppi calcoli o per eccesso di fiducia, nessuno aveva contestato il principio, tranne mostrare l'evidenza dei controesempi, ovvero:

2) Questo effetto non si è mai osservato sulla Terra.

A questo si è obiettato che sarebbe l'atmosfera che dovrebbe compensare questa diminuzione di luminosità...
senza peraltro dare una valutazione quantitativa
Effetti e fenomeni citati esisteranno certamente, ma valgono tanto da compensare questa ipotizzata diminuzione di luminosità del terreno ?

3) Sono state mostrate non so più quante foto del terreno lunare in cui questo effetto non si vede, non c'è.

La controbiezione portata, non sta in piedi neanche questa.
Si è detto, infatti che con maggiore luce ambientale, l'effetto non si vedrebbe a causa della risposta non lineare della pellicola.
Ora.. non mi voglio dilungare , ma è chiaro se le foto sono esposte correttamente, la quantita di luce che va a finire sulla pellicola è la stessa nelle diverse condizioni di luce esterna. Si regola il tempo di posa e l'apertura del diaframma. Mi pare che lo sappiamo tutti. Fare ricorso alla "non linearità" della risposta della pellicola equivale, per me, a dire che tutte le foto in cui il terreno appare uniforme sono sovraesposte.

Quindi, non solo ci sono evidenze "sperimentali" del fatto che la spiegazione non sta in piedi, ma mi sono pure accorto che era "matematicamente" sbagliata l'argomentazione.

mostro una dimostrazione corretta, e rigel dice che gli infinitesimi non si possono usare...
Poi ... tutto cambia, stavolta gli infinitesimi si possono usare...
Infinitesimi sì, infinitesimo no....

Insomma sono possibili sicuramente centinaia di spiegazioni possibili: inclinazione del terreno, difetti nelle foto, trattamento errato, ombra di non so che ecc ecc... ma non quella. QUELLA spiegazione è una STRONZATA.

(Rigel! Bocciato in matematica!! )

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P.S. Rigel... per evitare malintesi: considerale separate le due parti...
Le mie considerazioni di sintesi, sono... considerazioni di sintesi, non una agomentazione o risposta.. Mi auguro che la distinzione sia almeno vagamente chiara..

P.P.S Scusate la lunghezza! Non lo faccio più!

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