Re: I libri di Kaysing e Renè et similia.

Inviato da  Iceman il 23/9/2006 15:06:58
Ok Fabrizio…
Anche se non mi hai risposto io proseguo.

Faccio una premessa fondamentale, l immagine che si vede spesso riguardante la magnetosfera, come quella presente qui http://luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=19 è una rappresentazione “Didattica” della magnetosfera terrestre.

Il discorso Van Allen è diverso.

Le fasce di Van Allen sono create dall’incontro tra le particelle emanate dal sole con la magnetosfera terrestre.
Queste particelle vengono emanate, come tutte le “emanazioni” nell’universo a “spirale”, in quanto il sole, come ogni corpo celeste è sempre in movimento.
All’incontro con la magnetosfera le fasce assumono una forma a Goccia(http://astro.if.ufrgs.br/esol/magneto1.jpg ) che implica ovviamente diverse concentrazioni e soprattutto diversa disposizione di particelle di vario tipo all’interno delle fasce stesse.

È chiaramente anche in base a ciò che vengono pianificati TUTTI i lanci spaziali, che siano orbitali o che escano dall’orbita terrestre.

Comiciamo poi a renderci conto della tolleranza di un uomo alle radiazioni.

Secondo la mia personale enciclopedia(senza andare a cercare arzigogoli particolari) scrive che parlando di esposizione a Radiazioni Corpuscolari(quelle che ci interessano in questo caso)dice che:

“i danni globali provati da radiazioni provocano sindromi diverse, variabili in relazione alle dosi subite; nell’uomo dosi totali superiori a 100 Rad causano malattie da raggi, che ha carattere prevalentemente professionale.
La dose letale umana è di 1000 rad circa.”

Essendo la mia enciclopedia un po’ vecchiotta e volendo trovare un altro riscontro ho fatto anche una ricerca in internet:

“Le dosi impiegate in campo medico sono di solito < 0,05 Gy e spesso < 0,01 Gy … Gli effetti somatici o genetici sono in funzione di numerosi fattori, tra i quali la dose totale e il rateo di dose (dose/unità di tempo). La probabilità che si verifichino effetti misurabili aumenta all'aumentare della dose totale o del rateo di dose. Mentre una singola dose di diversi Gy può produrre un effetto osservabile, la stessa dose impartita nell'arco di settimane o mesi può essere tollerata con effetti acuti appena misurabili.”

Notare che si sta parlando di Settimane o mesi di esposizione, non di 10 giorni, per avere altresì degli effetti “appena misurabili”

“Gli effetti delle radiazioni dipendono inoltre dall'estensione della superficie corporea esposta. L'intero corpo umano può probabilmente assorbire una singola dose fino a 2 Gy, senza effetti letali; tuttavia, man mano che la dose al corpo intero si avvicina a 4,5 Gy, la percentuale di mortalità si avvicina al 50% (dose letale [DL]50), mentre una dose al corpo intero > 6 Gy, impartita in un tempo molto breve, è quasi certamente fatale. Al contrario, possono essere tollerate decine di Gy quando impartite nell'arco di un lungo periodo di tempo su di una limitata superficie tissutale (p. es., nella terapia oncologica)...”

Faccio presente che 1 Gray (Gy) equivale a 100 rad.
Dal capitolo del rapporto apollo DA TE postato come riferimento è scritto chiaramente:

Citazione:

“the personal radiation dosimeters(http://www.orau.org/ptp/collection/dosimeters/apollo.htm) were Read at aproxymately 12- hours intervals, as planned.
The total Integrated doses were 0.25,0.26 and 0.28 rad for the commander(Armstrong),Command Module pilot (Collins), and Lunar module Pilot(Aldrin),respectively.
The Van Allen belt dosimeter(http://history.nasa.gov/SP-368/s2ch3.htm ) indicated total integrated doses of 0.11 rad for the skin and of 0.08 rad for the Dept…”


Articolo che quindi conferma a pieno il fatto che il “problema radiazioni” come pericolo per i viaggi spaziali era facilmente arginabile e ampiamente risolto con una corretta pianificazione in termini di tempo, di rotta e di isolamento.

Una comune radiografia impiega da un minimo di 1 ad un massimo di 5 rad, gli astronauti dell apollo assumevano dosi di particelle radioattive che li portavano ad avere una lettura di 0.26 rad circa ogni 12 ore.

Il tutto conferma i dati scritti da Janus:

Citazione:

“Analizziamo le dosi medie assorbite, dalla pelle, dagli equipaggi delle missioni Apollo
(Fonte Bailey, J. Vernon, "Radiation Protection and Instrumentation", contenuto in Biomedical Results of Apollo, Johnson Space Center http://lsda.jsc.nasa.gov/books/apollo/S2ch3.htm )
Missione -> Dose in RAD
7 ->0.16
8 ->0.16
9 ->0.20
10 ->0.48
11 ->0.18
12 ->0.58
13 ->0.24
14 ->1.14
15 ->0.30
16 ->0.51
17 ->0.55


come puoi leggere ancora qui: http://www.orau.org/ptp/collection/dosimeters/apollo.htm

Citazione:

Average skin doses in ranged from 0.16 rad for Apollo 7 and 8 to 1.14 rad for Apollo 14. Significantly higher doses (e.g., 1000 rad to the skin) were possible if a major solar flare had occurred during these missions.


Quindi fin qui è tutto chiaro.

Citazione:

Qui devi applicarti un pochino di più , non sono io che devo dimostrare qualcosa


Devi SOLO dimostrare che la storia e la scienza che studiamo da decenni e decenni sui libri scientifici scritti da scienziati e ricercatori sono tutte falsità….

Una cosa da nulla direi!

Citazione:

Come puoi leggere da quest'affermazione all'epoca non avevano ancora un'idea precisa dell'ambiente spaziale , infatti si pensavano che le FVA fossero i residui degli esperimenti nucleari , non avevano un'idea precisa da dove provenissero le particelle.Non per un'affermazione sbagliata ovviamente il testo è tutto da buttare , ma se permetti un'occhiata un pò più approfondita gliela devo dare.


All epoca, il 1958, scoprirono solo l esistenza delle fasce di Van Allen! Si sapeva solo che c’erano delle “radiazioni”, non se ne conosceva l origine, l intensità, e la forma.

Ci vollero parecchie missioni per averne un quadro chiaro,ogni singola missione dei primi anni, sia in orbita terrestre che verso la luna, da parte di americani e sovietici, studiò le fasce e raccolse dati.

Citazione:

Ma che leggo , li proteggono dalle radiazioni con una rete visuale ed a radiofrequenza (RF) , quindi in reltà non monitorano il livello delle radiazioni , ma bensì quello delle emissioni in RF del sole , con verifica visuale, quindi per eventi indipendenti dal sole non hanno nessun dato.
Sibillina la frase finale "protective action can be taken" , ho dato una veloce occhiata , non riesco a trovare tracce di azioni da intrapendere in caso di eventi solari (o simili) , eppure avevano previsto tutto(o quasi) , questo documento lo dà per certo , ma ci sarà da fidarsi ?
Ho notato inoltre che anche degli altri strumenti riguardanti le radiazioni non c'è traccia , solo delle immagini , se hai altri dati riguardanti tale strumentazione sei invitato a mostrarli , ad esempio sarei curioso di sapere se il "dosimetro delle FVA" è stato acceso solo in quel momento o per tutta la missione , i dosimetri personali ogni quanto venivano controllati , i range di funzionamento delle apparecchiature , la certificazione delle apparecchiature , insomma QUALSIASI dato tu possa ritenere utile ad appoggiare la TUA tesi.
Infatti possiamo osservare nella tua esposizione una lacuna , l'assenza dei raggi gamma


Che azioni volevi “Intraprendere” in caso di “eventi solari”?
In caso di “eventi solari” la missione non veniva semplicemente pianificata.
I tempi del sole non sono i nostri, il sole non “starnutisce” nel giro dei 1 minuto.

Per quanto riguarda l apparecchiatura richiesta l ho già postata, le info sono in rete alla portata di tutti!

Citazione:

Raggi gamma nello spazio ? vediamo di approfondire la cosa...

Da http://it.wikipedia.org/wiki/Gamma_ray_burster

-citazione-

In astronomia, i gamma ray bursts (GRBs) sono lampi di raggi gamma che durano da pochi nanosecondi a ore, il più lungo dei quali è stato seguito per diversi giorni da un bagliore residuo di raggi X. Avvengono in posizioni apparentemente casuali nel cielo diverse volte ogni giorno. Fino all'estate del 2003 una delle più promettenti idee, ma ancora altamente speculativa, era quella che affermava che sono il risultato della creazione di un buco nero da una stella morente. Il buco nero, circondato da un disco rotante di materia che cade in esso, emette in qualche modo raggi energetici paralleli all'asse di rotazione. In ogni caso, gli astronomi sono ancora lontani dall'arrivare ad un'opinione generale sul meccanismo dei GRBs, benché i più siano ottimisti e affermino che il puzzle sarà risolto nel 2010, anche grazie ai dati raccolti dal telescopio GBM del satellite GLAST.


Vediamo quando sono stati scoperti...

-citazione-

I lampi di raggi gamma cosmici furono scoperti nei tardi anni Sessanta dai satelliti statunitensi di rivelazione di test nucleari "Vela". I Vela furono lanciati per rilevare radiazioni emesse dai test di armi, ma raccolsero lampi occasionali di raggi gamma da sorgenti sconosciute. Mentre i sensori dei satelliti Vela avevano una bassa risoluzione angolare, nel 1973 i ricercatori dell'US Los Alamos National Laboratory nel New Mexico furono capaci di usare i dati dai satelliti per determinare che i lampi venivano dallo spazio profondo.


Opsss, tutti i giorni emissione di raggi gamma , ma in quel periodo non lo sapevano , quindi non avevano previsto protezioni per questo tipo di radiazioni


dal link da te postato:

“Nel giro di un anno, il BATSE rilevò due o tre GRBs al giorno, e trovò che sono casualmente distribuiti su tutto il cielo. Se fossero eventi che avvengono nella nostra galassia allora sarebbero stati distribuiti preferibilmente sul piano della Via Lattea; anche se fossero associati con l'alone galattico, sarebbero stati distribuiti soprattutto verso il centro galattico, 30000 anni luce più in là, a meno che l'alone fosse stato veramente enorme.”

30000 anni luce??????????!!!! Alla faccia…
Direi che il problema radiazioni è decisamente irrisorio dal punto di vista del pericolo per l esplorazione umana.

Non che le particelle cambino con la distanza enorme percorsa ma, proprio in funzione dell emanazione “a spirale” a variare è la concetrazione di particelle e quindi l’intensità e quindi la pericolosità per l uomo. In pratica le particelle allontanandosi della fonte si allontanano sempre di più le una dalle altre.
Come fa il vento solare.

Puoi postare anche cose del genere ma se non posti dei dati di intensità delle radiazioni che possono giungere a noi dopo un viaggio di 30000 anni luce queste sono veramente le tue tanto amate chiacchiere.

Ti ricordo che il sole, cioè il “problema” radiazioni(che come abbiamo visto po’ essere arginabile) per le missioni spaziali si trova a 9 minuti luce circa dalla terra e dalla luna.

Citazione:

Basta domandare con i dovuti modi e si hanno pure le risposte , è Iceman che ha dei punti da contestare , non io , quindi la discussione è sua , non mia,non sò quali altri punti intende contestare , tutto qui.


ripeto, qua quello che contesta la scienza sei tu! Lo fai quando prendi le difese d elle idee di Renè o kaysing! Non il sottoscritto e neanche janus.
Indi sei tu( o Renè) che devi spiegare, non noi.

Citazione:

Veramente ti faccio notare che siamo in attesa di spiegazioni su quell'immagine "curiosa" , non non dobbiamo dare spiegazioni , io ad esempio non sono un tecnico fotografico , quindi non potrei essere d'aiuto , conosci qualcuno che possa dare qualche spiegazione ?


Se ti riferisci al collage (AS11-40-5863-69) di Ed Hengeveld allora la spiegazione è già stata data diverse volte.
Se ti riferisci ad un'altra immagine allora non saprei, perché non è stata postata.

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