Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  danielozma il 12/6/2010 11:04:22
Informazioni preoccupanti stanno filtrando circa il disastro petrolifero nel Golfo del Messico e circa l'isolamento di alcuni testimoni scomodi:
http://ideenet.byethost7.com/index.php?mod=read&id=1276332502
destando preoccupazione tra i cittadini.

Il sito Ideenet Network cerchera' nei prossimi giorni di prestare la massima attenzione circa la crisi ambientale dovuta alla piattaforma petrolifera della BP, tenete d'occhio la pagina principale:
http://ideenet.byethost7.com
pare che ci siano scomode e poco note verita' in arrivo...
Buona giornata.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Casca il 24/6/2010 10:59:07
http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/06/british-petroleum-una-catastrofe.html

questo è articolo è molto interessante, soprattutto per quanto riguarda la Exxon e le piogge acide. Da leggere.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 24/6/2010 11:21:38
Citazione:

danielozma ha scritto:


Il sito Ideenet Network cerchera' nei prossimi giorni di prestare la massima attenzione circa la crisi ambientale dovuta alla piattaforma petrolifera della BP, tenete d'occhio la pagina principale:


per l' ennesima volta: la piattaforma, così come il sistema di trivella e pompaggio, NON sono della BP.
BP li ha in affitto. Il tutto è di KBR.

Tutta la vicenda eidenzia una cosa immonda: viene ritenuto responsabile chi ha la piattaforma in affitto, fino a spongere BP stessa, per non vedersi l' immagine completamente rovinata (e di conseguenza il business) a prendersi in carico ciò che in realtà spetterebbe a KBR.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Teba il 24/6/2010 11:36:59
Sitchinite, che tu sappia ...le decisioni sul come, dove e quando trivellare e tutte le altre direttive venivano date da responsabili della BP o della KBR?

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 24/6/2010 12:02:39
Citazione:

Teba ha scritto:
Sitchinite, che tu sappia ...le decisioni sul come, dove e quando trivellare e tutte le altre direttive venivano date da responsabili della BP o della KBR?


Nessuno dei due. La cosa funziona così: un cliente dà la commissione a BP di ricavare per lei dal sottosuolo marino determinate sostanze (gas, olio, sabbie etc). Il cliente si occupa di avere le autorizzazioni, le analisi geologiche etc.
Dà il mandato a BP dicendogli che, per motivi che può giustificare o meno, intende avvalersi della tecnologia di un determinao licenziatario / possessore di uan piattaformna esistente.
A quel punto, scelta la location (in questo caso il golfo del mexico ove c' é la struttura KBR), BP prende in affitto la tecnologia di KBR e ha via libera fintanto che rispetta i pareametri coinvolti nelle autorizzazioni.

La cosa che mi lascia più basito é che in tutta sta cagnara della 'marea nera' nessuno ha menzionato chi sia il cliente che ha dato mandato a BP.
BP non può essere mandante di se stessa. Nessuna azienda del campo petrolifero, che io sappia, ha estratto per se utilizzando piattaforme altrui, delle quali non ha controllo e licenza tecnologica, nè il controlo sulal manutenzione.
Nessun licenziatario 'vende' la manutenzione.
E' evidente quindi che manca un anello...

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Teba il 24/6/2010 12:22:23
Quindi chi è che avrebbe dato l'ordine di trivellare in quel punto e in quel luogo e in quella maniera?

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 24/6/2010 12:29:10
Citazione:

Teba ha scritto:
Quindi chi è che avrebbe dato l'ordine di trivellare in quel punto e in quel luogo e in quella maniera?


Non ne ho idea... come dicevo, finora manca questa parte della storia.
Ma non capisco a cosa é finalizzata la tua domanda...
pensi che quel 'qualcuno' sia il colpevole? O cosa? Non ti seguo.

edit:
per una volta il pranzo é stato fruttuoso... ho chiesto informazioni al mio capo sulla vicenda...
la questione sta così:

- KBR é proprietaria dell' impianto
- BP ha preso in affitto l' impianto firmando (non si sa quanto tempo fa) un contratto con KBR in cui é coinvolta una 3a azienda per la manutenzione
- KBR come proprietario ha il dovere di garantire che la azienda incaricata della manutenzione intervenga prontamente e in maniera efficiente per un tot di anni
- BP estrae il grezzo, effetua la produzione del crudo semilavorato (applica 2 processi: un topping frazionante e un vacuum) direttamente in situ, e poi rivende il grezzo a un consorzio

Alla luce di ciò le responsabilità imputabili sono:
- di BP perchè attivi immediatamente le operazioni di manutenzione
- della società di manutenzione perchè intervenga al più presto per 'tappare la falla' e occuparsi dell' aspirazione del grezzo fuoriuscito
- di KBR perchè supplisca alle mancanze della azienda di manutenzione

Il tutto però solo quando la cosa avviene 'linearmente' cioè senza intoppi.
In realtà qui c' é stato un fattore che ha bloccato questo processo: la gravità del danno e la conseguente necessità (imposta da chi) di effetuare consulte, riunioni, valutazioni, per decidere cosa fare. In pratica non é stato possibile che la azienda di manutenzione intervenisse immediatamente perchè il governo americano (senza averne diritto) e il governo del mexico hanno preteso di avere un rapporto sulla situazione e un piano d' azione.
Il resto l' ha fatto la guerra mediatica.
Si é andato oltre quei tempi che consentivano di
- 'aspirare' il grezzo oleoso che si depositava in superficie prima che diventasse talmente tanto da non poter essere contenuto nelle cisterne,
- spargere l' intera zona di batteri oleofagi.

Quali altre falle ci son state nel processo?
Prima di tutto gli interventi di Obama, ingiustificati, che rallentavano le operazioni di BP (che ripeto, si é fatta carico ma non aveva colpe - se ne é fatta carico sapendo che per ignoranza della gente é lei a rimetterci in 'immagine'). Questi interventi di Obama, e il divieto di trivellazione, son poi stati annullati dalla corte suprema poichè la piattaforma sta in acque internazionali.
Secondariamente, ma forse la falla principale, ci si é resi conto che questa tecnologia, che era già vecchia, non era pienamente controllabile. Non si capisce infatti come mai ci siano state queste difficoltà tecniche.. o meglio, come mai l' incidente sia avvenuto si sa, una crepa nella struttura di contenimento può accadere, e le valvole di intercetto, stando sotto pressioine e a contatto con acqua marina per lungo tempo, non hanno funzionato. E' una cosa normalissima in un impianto.
Ciò che é però stato reso evidente dalla vicenda é che si operava con un impianto nel quale non si era in grado di intervenire in caso di danno. Il chè però é spesso una consuetudine. Tutti gli impianti marciuano con un certo margine di 'speriamo bene' che coinvolge possibili eventi in cui non si ha totale controllo.
Per chi conosce il mondo della progettazione industriale, ciò é evidente.
Per chi non lo conoscesse, vi basti sapere che quando un impianto viene progettato viene istituita una commissione di esperti che definisce i TOP EVENT cioè quali tipi di incidenti possono occorrere in quel tipo di impianto e in che percentuale di possibilità ognuno di essi può occorrere.
Ovviamente, non serve un mago per saperlo, i top eventi stilati sono SEMPRE ridicoli (un esempio: nell' impianto dove ho lavorato per 7 anni, l' esplosione di un reattore non era contemplato come top event, mentre la rottura 'a ghigliottina' di una linea di stoccaggio si - in 7 ani non ho mai visto uan linea di stoccaggio rompersi, ma il reattore esplodere si)
Un impianto i cui top event son reputati al di sotto di una certa soglia (variabile da stato a stato e da tipologia a tipologia) può 'alleggerire' le misure di sicurezza.

A questo punto... ci son delle domande da fare:
- perchè la guerra mediatica ha rallentato gli interventi?
- perchè il governo americano ha rallentato gli interventi?
- perchè si operava con un impianto ingestibile?
- che cause son state intraprese a riguardo di KBR e della azienda manutentiva?
- Quale é questa azienda?

Di queste, l' unica a cui posso rispondere, é la terza: nessun impianto é perfettamente gestibile. Nessuna parte di un impianto, anche se sulla carta é garantita per il funziionamento in determinate condizioni, realmente é capace di funzionarci. Se si vuole avviare un processo industriale, qualunque sia, si deve mettere in conto la possibilità di incidenti non gestibili, quantomeno non nell' immediato.
Triste ma é così.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Teba il 25/6/2010 9:15:05
Sitchinite:
Citazione:
Ma non capisco a cosa é finalizzata la tua domanda... pensi che quel 'qualcuno' sia il colpevole? O cosa? Non ti seguo.


Niente, cercavo di capire quanto poteva essere attribuita a BP la responsabilità dell'evento e quanto ad altri.
La tua spiegazione dopo è stata chiara, grazie.

ciao

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  redna il 25/6/2010 11:17:30
Marea nera: in Louisiana piove petrolio


Una cosa è chiara: La BP non riesce proprio a controllare la situazione.








Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Casca il 25/6/2010 11:22:10
grande Redna, stavo proprio cercando dei video sulle piogge chimiche, anche se questo è vera e propria pioggia di petrolio!!

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  NiHiLaNtH il 25/6/2010 11:39:56
Citazione:
stavo proprio cercando dei video sulle piogge chimiche


ne avevo trovato uno nella sezione chemtrails del forum di www.prisonplanet.com ma non ricordo bene dove

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Casca il 25/6/2010 12:29:57
Ragazzi ricordate chi è che ha sottolineato i legami BP-Blackstone, specie riguardo al grattacielo sede dell'azienda?? non riesco a ricordare in quale sottoforum se ne è parlato...Cmq lo chiedo perchè ho trovato un gran bell'articolo, in cui si parla di una riunione (incentivata dal dollaro di Bill Gates) a cui partecipò Peter Peterson (il fondatore di BLackstone) insieme a Rockfeller, ma anche a John Morgridge(Cisco) e molti, molti altri:
la fonte originale era questa: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6229

da cui ho raggiunto l'articolo originale del Times: http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/us_and_americas/article6350303.ece
è in inglese ma molto comprensibile.
Quindi tirando le somme, sembra che non abbiano fatto altro che sedersi a tavolino, decidere un nuovo modo per avvelenare il pianeta, e poi farlo! buona lettura, è interessantissimo.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 25/6/2010 13:49:35
Citazione:

Casca ha scritto:

da cui ho raggiunto l'articolo originale del Times: http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/us_and_americas/article6350303.ece
è in inglese ma molto comprensibile.
Quindi tirando le somme, sembra che non abbiano fatto altro che sedersi a tavolino, decidere un nuovo modo per avvelenare il pianeta, e poi farlo! buona lettura, è interessantissimo.


purtroppo non riesco ad aprire il link...
ci sono riportati stralci delle conversazioni alla riunione? potresti inserirne qualcuno?

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  baciccio il 25/6/2010 14:42:03
.Sitchinite:" La cosa funziona così: un cliente dà la commissione a BP di ricavare per lei dal sottosuolo marino determinate sostanze (gas, olio, sabbie etc). Il cliente si occupa di avere le autorizzazioni, le analisi geologiche etc.
Dà il mandato a BP dicendogli che, per motivi che può giustificare o meno, intende avvalersi della tecnologia di un determinao licenziatario / possessore di uan piattaformna esistente.
A quel punto, scelta la location (in questo caso il golfo del mexico ove c' é la struttura KBR), BP prende in affitto la tecnologia di KBR e ha via libera fintanto che rispetta i pareametri coinvolti nelle autorizzazioni.

La cosa che mi lascia più basito é che in tutta sta cagnara della 'marea nera' nessuno ha menzionato chi sia il cliente che ha dato mandato a BP.
BP non può essere mandante di se stessa. Nessuna azienda del campo petrolifero, che io sappia, ha estratto per se utilizzando piattaforme altrui, delle quali non ha controllo e licenza tecnologica, nè il controlo sulal manutenzione.
Nessun licenziatario 'vende' la manutenzione.
E' evidente quindi che manca un anello...".

...E se il cliente fosse il Presidente degli Stati Uniti a nome della nazione intera? E' una idea folle?
Gli Stati Uniti con i miliardi di barili stimati per il giacimento che ha causato la catastrofe del Golfo del Messico,-stimato in alcuni miliardi di barili- per far fronte alla crisi petrolifera che sarebbe certamente derivata dal blocco del Golfo Persico conseguentemente alla guerra all'Iran.
In questo caso il Golfo del Messico avrebbe salvato il Golfo Persico.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Casca il 25/6/2010 15:27:19
Citazione:

sitchinite ha scritto:
purtroppo non riesco ad aprire il link...
ci sono riportati stralci delle conversazioni alla riunione? potresti inserirne qualcuno?

May 24, 2009 Billionaire club in bid to curb overpopulation America's richest people meet to discuss ways of tackling a 'disastrous' environmental, social and industrial threat John Harlow, Los Angeles SOME of America’s leading billionaires have met secretly to consider how their wealth could be used to slow the growth of the world’s population and speed up improvements in health and education. The philanthropists who attended a summit convened on the initiative of Bill Gates, the Microsoft co-founder, discussed joining forces to overcome political and religious obstacles to change. Described as the Good Club by one insider it included David Rockefeller Jr, the patriarch of America’s wealthiest dynasty, Warren Buffett and George Soros, the financiers, Michael Bloomberg, the mayor of New York, and the media moguls Ted Turner and Oprah Winfrey. These members, along with Gates, have given away more than £45 billion since 1996 to causes ranging from health programmes in developing countries to ghetto schools nearer to home. Related Links * Climate change 'biggest threat to human health' * Bill Gates funds unorthodox research They gathered at the home of Sir Paul Nurse, a British Nobel prize biochemist and president of the private Rockefeller University, in Manhattan on May 5. The informal afternoon session was so discreet that some of the billionaires’ aides were told they were at “security briefings”. Stacy Palmer, editor of the Chronicle of Philanthropy, said the summit was unprecedented. “We only learnt about it afterwards, by accident. Normally these people are happy to talk good causes, but this is different – maybe because they don’t want to be seen as a global cabal,” he said. Some details were emerging this weekend, however. The billionaires were each given 15 minutes to present their favourite cause. Over dinner they discussed how they might settle on an “umbrella cause” that could harness their interests. The issues debated included reforming the supervision of overseas aid spending to setting up rural schools and water systems in developing countries. Taking their cue from Gates they agreed that overpopulation was a priority. This could result in a challenge to some Third World politicians who believe contraception and female education weaken traditional values. Gates, 53, who is giving away most of his fortune, argued that healthier families, freed from malaria and extreme poverty, would change their habits and have fewer children within half a generation. At a conference in Long Beach, California, last February, he had made similar points. “Official projections say the world’s population will peak at 9.3 billion [up from 6.6 billion today] but with charitable initiatives, such as better reproductive healthcare, we think we can cap that at 8.3 billion,” Gates said then. Patricia Stonesifer, former chief executive of the Bill and Melinda Gates Foundation, which gives more than £2 billion a year to good causes, attended the Rockefeller summit. She said the billionaires met to “discuss how to increase giving” and they intended to “continue the dialogue” over the next few months. Another guest said there was “nothing as crude as a vote” but a consensus emerged that they would back a strategy in which population growth would be tackled as a potentially disastrous environmental, social and industrial threat. “This is something so nightmarish that everyone in this group agreed it needs big-brain answers,” said the guest. “They need to be independent of government agencies, which are unable to head off the disaster we all see looming.” Why all the secrecy? “They wanted to speak rich to rich without worrying anything they said would end up in the newspapers, painting them as an alternative world government,” he said. Quantcast


questo è l'articolo per intero...ovviamente nessuno stralcio di conversazione e,visti i nomi, purtroppo devo pensare che se ne avessimo trovati sarebbero stati dei falsi...è difficile fottere gente come Rockfeller jr. o Soros!

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Sertes il 27/6/2010 0:09:47
Questo sito permette di vedere quanto è grande la macchia di petrolio spostandola a piacere su una mappa.

Ad esempio se il centro di fuoriuscita fosse Cremona, coprirebbe praticamente tutto il nord italia:

Link

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Cleaner il 4/7/2010 17:50:50
Allegations Emerge BP Is Dumping Sand To Cover Oil

Sabbia a coprire il petrolio......
e chi copre chi?

First Amendment Has been Suspended



Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 5/7/2010 0:27:54
Citazione:

Cleaner ha scritto:
Allegations Emerge BP Is Dumping Sand To Cover Oil

Sabbia a coprire il petrolio......
e chi copre chi?



Coprire niente...
perchè pensare subito al male?
Evidentemente non conosci CNRL (per la quale ho curato come assistente un progetto).

http://www.cnrl.com/
http://www.canadasoilsands.ca/en/

CNRL, con il project Horizon, composto principalmente di 3 parti, si occupa di raccogliere sabie bituminose, naturali e artificiali, ed estrarre il bitume da lavorar producendo petrolio a costo 1/3 di quello estratto dal sottosuolo.
Il primo step, al quale ho lavorato anche io come specialista P&IDs nel 2005, é già operativo, lo step 2 e 3 é in fase di ultimazione (lo step 3 riduce le emissioni di zolfo).
La carica di questi impianti é prevalentemente di sabbie bituminose naturali, abondanti in venezuela, in canada, in norvegia, e sotto il fondale oceanico.
Ma project Horizon é capace di trattare 'residui di pozzo sabbiati'. Cioè i residui di fossa nei pozzi, l' ultimo greggio rimasto, anzi che rimanere li a stagnare viene ricoperto di sabbie e impastato.
Il tutto viene recuperato con un supervacuum, e poi mandato agli impianti di trattamento Olily Sands.

Il prodotto che ne esce ha 1/3 del costo del greggio estratto da pozzo.

Ora ti chiedo: e se BP stesse gettando sabbia da raccogliere e mandare in carica a CNRL?

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Cleaner il 5/7/2010 1:54:21
Citazione:

sitchinite ha scritto:
Coprire niente...
perchè pensare subito al male?
Evidentemente non conosci CNRL (per la quale ho curato come assistente un progetto).


Però conosco i metodi di BP e compagni di merende



e l'interdizione dei luoghi pubblici interessati al disastro ambientale
(limite fissato a 65 ft) aiuta a coprire "la salute" del popolo o i trucchi di BP?

Citazione:

sitchinite ha scritto:

Ora ti chiedo: e se BP stesse gettando sabbia da raccogliere e mandare in carica a CNRL?


Chiedilo a chi ha pubblicato la notizia,
poi chiedi a BP perchè nasconde tale piano di "estrazione e risanamento",
poi chiedigli anche perchè ha bruciato tutto quel petrolio e avvelenato il golfo con il corexit invece di coprirlo di sabbia...
Evidentemente non lo conoscono nemmeno loro..

E non conoscono nemmeno questo...



o questo..



Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  BRASA il 5/7/2010 2:08:46
sitchinite,

vuoi farmi credere quindi che buttare sabbia, impastarla con il petrolio, "tirarla su", portarla a ripulire e a raffinarla cosa 1/3 di quanto costa estrarre il petrolio tramite piattaforma?

certo che ce la metti tutta eh..

forse hai letto male gli articoli trovati su google..
o sono tutti scemi a estrarre il petrolio?
cavolo, basta andare in canada e estrarlo con un 70% di sconto dalle sabbie bituminose.
adesso chiamo paolo scaroni e glielo dico così mi sconta la benza al distributore sotto casa!


edit:
ps:
link incredibile


Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 5/7/2010 11:13:07
Citazione:

BRASA ha scritto:
sitchinite,

vuoi farmi credere quindi che buttare sabbia, impastarla con il petrolio, "tirarla su", portarla a ripulire e a raffinarla cosa 1/3 di quanto costa estrarre il petrolio tramite piattaforma?

certo che ce la metti tutta eh..

forse hai letto male gli articoli trovati su google..
o sono tutti scemi a estrarre il petrolio?
cavolo, basta andare in canada e estrarlo con un 70% di sconto dalle sabbie bituminose.
adesso chiamo paolo scaroni e glielo dico così mi sconta la benza al distributore sotto casa!


edit:
ps:
link incredibile


Non voglio farti credere niente, e del resto non mi interessa cosa credi, IO al progetto horizon ci ho lavorato e so di cosa si tratta e perchè é stato messo in moto.
Se hai la pazienza di evitare i sarcasmi del cactus e cercare la documentazione tecnica imparerai qualcosa anche tu...

Intanto ti basti considerare che le sabbie bituminose, che non si trovano a grosse profondità, posson essere 'raschiate', non hai bisogno di trivelle e di tutto l' impianto di trivellazione per il grezzo, non hai bisogno dela preraffinazione sul luogo etc.

Infatti dal 2005 ad ora son già 3 grosse aziende che si son buttate su questa tecnologia, tra le quali canadian oil sands e alberta oil sands son le mayor.

Anzi che fare supposizioni e critiche su cosa che non conosci informati:
http://oilsands.infomine.com/commodities/

http://www.nashuatelegraph.com/opinion/perspectives/773278-263/canadian-oil-sands-a-reasonable-alternative-to.html

interessante st' articolo in relazione proprio al casino del golfo del mexico...

alcune nozioni per i non addetti ai lavori:


New mining techniques being used to produce oil sands have resulted in a 27 percent emissions reduction per barrel of oil produced. While that stunning success was spurred by high energy prices, doing it again needn’t be.

The need for oil has helped create a market for oil sands. Currently, oil sands supply the United States with nearly 1 million barrels of oil daily – roughly equal to the combined imports from Saudi Arabia and Kuwait.

Cambridge Energy Research Associates, a highly regarded consulting firm, says that oil sands have the potential to supply nearly 6 million barrels per day by 2030.


mo chiama scaroni e fatevi un paio di risate.... (tra l' altro snamprogetti/saipem ha partecipato al progetto per le oil sands dell' Alberta).

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 5/7/2010 11:16:14
Citazione:

Cleaner ha scritto:

e l'interdizione dei luoghi pubblici interessati al disastro ambientale
(limite fissato a 65 ft) aiuta a coprire "la salute" del popolo o i trucchi di BP?



caspita!!!
addirittura 65 ft???
ma dai!!
i trucchi di BP nascosti da un limite di 25 metri???
ehhhhhhhhhh

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  Cleaner il 5/7/2010 23:57:40
Citazione:

sitchinite ha scritto:
caspita!!!
addirittura 65 ft???
ma dai!!
i trucchi di BP nascosti da un limite di 25 metri???
ehhhhhhhhhh


E' quello che mi chiedo anche io,il senso di tale limite,anche se in precedenza era stato richiesto di 300 ft.

La risposta di BP è comunque arrivata e conforme a quanto hai descritto:


"Update: The ever-excellent Karen Dalton-Beninato has posted an update on the story here with a response issued today from the Coast Guard. They claim that the gathering, relocating, and dumping of sand are all part of a cleaning process that includes the temporary storing of sand in piles for “later cleaning”:

“There is a long-term treatment plan for Grand Isle which includes the collection and washing of oiled sand including buried oil. Part of this plan includes collecting and storing oiled sand in piles for later cleaning. At no time has clean sand been used by clean-up crews to cover or bury oil or oiled sand,” said Don Ballard, operations director for the Grand Isle branch.

The press release also states that, “Coast Guard crews throughout the Deepwater Horizon response branches in Louisiana are checking deployed boom and surveying for additional oil deposits after heavy weather moved through the area beginning Sunday, June 27. Heavy winds and waves have blown sand across beaches, burying oil and boom. Reports of damaged and stranded boom have been received from Plaquemines, Terrebonne, Iberia, Jefferson and Lafourche parishes. Crews are beginning a systematic effort to repair any boom that has been damaged. Heavy waves have eroded sand along beaches exposing oil that had been buried by natural sand build-up along the coasts. Beaches in Grand Isle, La., in particular, have had sand eroded away exposing buried oil.”
If this is true, it certainly would have been easier to ascertain had the infamous 65-foot rule never been implemented. The Coast Guard obviously concurs, since they lifted the “no journalists allowed” rule for a special one-day only bonanza in which the media could observe the Grand Isle team up close.

But the question still remains: Why is a private corporation allowed to commandeer public servants like the Coast Guard and local law enforcement to bully and intimidate the press?

On this Independence Day, let’s remember that journalists remain crouched 65-feet away from the worst environmental tragedy in the country’s history, while the government permits a private corporation to suspend the First Amendment because it may damage its stock value.


Update 2: Today BP dropped their official explanation, which is virtually identical to the previous statement (or I should say, the Coast Guard is parroting the BP line):

There is a long-term treatment plan for Grand Isle which includes the collection and washing of oiled sand including buried oil. Part of this plan includes collecting and storing oiled sand in piles for later cleaning. At no time has clean sand been used to cover or bury oil or oiled sand.

Beaches naturally pass through a series of growth and degradation depending on the sea conditions. Storms that have passed through the area have deposited sand on the beach and eroded it again exposing oil buried by sediments brought in by the weather.

Now that the bad weather has moved through the cleanup area, crews are able to return to the water and beaches and renew the process of removing the oil."

Ma ancora il dubbio rimane,non tanto sulla validità delle tecniche usate o ignorate,ma sui metodi da "mafiosi" che vengono usati,come evidenziato nel neretto sopra.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  sitchinite il 6/7/2010 11:38:08
Citazione:

Cleaner ha scritto:

Ma ancora il dubbio rimane,non tanto sulla validità delle tecniche usate o ignorate,ma sui metodi da "mafiosi" che vengono usati,come evidenziato nel neretto sopra.


No so se definirli mafiosi Cleaner...


quelle sabbie che ripulirà gli permetteranno di rivendersi il gregio (che se non ci fosse stato l' incidente loro avrebbero estratto e venduto), o almeno una parte, e rifarsi UN MINIMO degli oltre 600 milioni di dollari che BP deve sborsare per qualcosa di cui non ha colpa.

E devono pagare perchè ormai l' ignoranza della gente e il linciaggio mediatico ha eletto BP come colpevole del disastro... e niente potrà cambiare l' opinione dei media e di chi li segue...
Forse il loro 'divieto' serve a non avere gente in mezzo alle balle, ed é un tentativo di limitarealtri danni mediatici?

Qui in azienda (noi abbiamo perfino una alleanza con BP per gli impianti di PTA) tutti, ripeto TUTTI, criticano la assunzione di responsabilità fatta da BP... e tutti criticano il fatto che BP abbia aspettato ad agire. Doveva iniziare subito sbattendosene allegramente dei servizi media, di Obama, degli ambientalisti etc.
Le azioni invece son iniziate, se non sbaglio, dopo 27 ore... con le conseguenze che sappiamo.

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  buffone il 6/7/2010 15:35:23
Scusate questo video lo avete visto?
In teoria è stato ripreso da un piccolo sommergibile russo:jljk

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  edo il 9/7/2010 7:13:40
Qualcuno diceva che a pensar "male" qualche volta ci si azzecca...
Goldman Sachs viene definita da molti la banca del "diavolo" (o degli "Illuminati"), coinvolta in quasi tutti gli scandali recenti (e sempre uscitane indenne), oltrechè azionista assieme ad un cartello di altri 6 owners della Federal Reserve (la Banca USA che governa il dollaro),
vende quasi tutte le proprie azioni della BP - 4,68 milioni su 6 per un controvalore di 276 milioni di dollari - 20 gg prima del disastro, nonostante la stessa GS sia azionista in altre 10 compagnie petrolifere. Perchè proprio BP e non le altre?

ARTICOLO ORIGINALE IN INGLESE:

http://news.suite101.com/article.cfm/gulf-oil-spill-to-drag-goldman-sachs-into-trading-scandal-a246855

UNO DEI SITI ITALIANI CHE NE HANNO PARLATO:

http://www.libreidee.org/2010/06/bp-azioni-cedute-prima-del-disastro-chi-sapeva/

E cosa fa con il ricavato? Si compra la NALCO, una compagnia environmental che due settimane dopo il disastro vince l'appalto per la depurazione delle acque del Golfo (assieme ai soliti noti: W.Buffett, Soros, Blackstone):

http://www.allbusiness.com/business-finance/equity-funding-stock/683074-1.html


Chissà quanti retroscena avremo potuto scoprire anche sull'11/9 se non avessero demolito l'edificio 7 dove c'erano le registrazioni delle transazioni di borsa.

Ecco la prova della vendita: (http://moneycentral.msn.com/ownership?Holding=Institutional+Ownership&Symbol=BP)

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  schottolo il 9/7/2010 11:16:15
Corrente del Golfo in via di interruzione?

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  benitoche il 2/8/2010 3:34:42
DI KEN PRICE
henrymakow.com

La storia di Mathew Simmons (che il pozzo di petrolio non è mai stato sigillato e che si sta ancora espandendo a tutta velocità) è stata considerata essere una frode fuorviante [Price & Makow.com ci sono cascati. Le nostre scuse.]. Sembra che lo scopo di questa “rivelazione” fosse quello di farci credere che la causa principale di morte nella regione del Golfo fossero le emissioni di metano ed il petrolio abiotico, QUANDO DI FATTO, la causa letale è il corexit.

Ora sembra che non abbiamo una perdita di petrolio, ma di catrame. Continuerò a parlare di queste cose, ma mentre andate avanti con la lettura troverete delle buoni ragioni per credere che quello che è davvero fuoriuscito è il prodotto di un vulcano di asfalto, e che potrebbe essere stata una normale infiltrazione di tale materiale.

Quindi, questo è quanto ci è rimasto per andare avanti:

1. Il corexit è letale. È stato provato nel disastro della Valdez ed è risaputo accorciare la vita di tutti coloro che vi lavorano vicino e che lo respirano. Non sarebbe dovuto più essere stato usato.

2. Continuate a restare lontani dalle aree lungo la costa. Non fate bagni nell’acqua.

3. Stanno dando in pasto al pubblico una massiccia illusione mediatica. Questo è stato portato alla luce da quanto segue:

foto ritoccate dell’ipotetica copertura del pozzo;
foto ritoccate dell’ipotetico “centro di comando” della BP;
nessuna richiamata dall’ipotetico “centro di soccorso” della BP;
gli staff di pulizia del terreno che lasciano la scena un’ora dopo la partenza del presidente dall’area da lui visitata;
fino a due piedi di sabbia trasportata e scaricata durante la notte sulle spiagge di fronte ai resort in modo da far risultare buone le foto del giorno dopo;
accesso vietato al pubblico alla maggior parte delle spiagge oltre a quello di parlare con qualsiasi impiegato delle pulizie, volare sopra la regione del Golfo, fare fotografie alla BP o ai lavoratori, accedere ai registri (quanti agenti disperdenti, cosa c’è dentro, ecc.);
poche persone sanno qualcosa sulle migliaia di lavoratori che si sono ammalati lavorando sulle coste e sulle barche in mare.

Che casino di inchiesta!

4. Pochissimo petrolio ha colpito le spiagge costiere del Golfo e questo dopo giorni di forte vento dal sud. Quindi, tanto per cominciare, se il petrolio fosse mai stato lì, agenti disperdenti o no, ora raggiungerebbe le coste. Quello che ha toccato le spiagge è stato prevalentemente catrame, e complessivamente, dopo tutto questo tempo, le quantità sono state minuscole. Alcune foto hanno mostrato il “petrolio” di un colore rossastro, altre bianco.

L’ultima ipotesi è questa: la piattaforma della Deep Horizon ha trivellato attraverso un deposito di argilla ed uno di asfalto. Questo significa che l’evento è stato alquanto gonfiato, che il profondo pozzo all’interno della più grande riserva di petrolio mai scoperta chiuso a 100.000 psi di pressione non ha mai costituito una minaccia. Significherebbe anche che NON c’è un massiccio flusso di petrolio abiotico tossico che uccide gli oceani. Questo potrebbe significare che è stata un tattica di terrore data in pasto al pubblico per sostituire (come motivo) l’uso del corexit letale.

Non c’è davvero assolutamente alcuna ragione per cui la zona dovrebbe essere talmente inaccessibile ai visitatori se non quella di nasconderci ciò che sta veramente succedendo. Non c’era alcuna ragione per permettere alla BP di controllare questa situazione sin dall’inizio e già più di 80 giorni prima dell’ipotetica “copertura” del pozzo, senza che ognuno dei maggiori leader mondiali gridasse agli USA di agire immediatamente per fermare l’avvelenamento dei mari del mondo.

Non so cosa sta veramente succedendo o quale sia il piano. Da come appaiono le cose al momento, somiglia tanto ad uno scenario da uragano Katrina che conduce all’evacuzione-ricollocamento permanenti della popolazione con basso reddito e ad un possibile nuovo sviluppo della regione. Dipende tutto dall’entità del danno, a breve e lungo termine, causato dall’impiego generoso di corexit. Potrebbe esserci uno scarico massiccio di rifiuti tossici accumulati sul posto di lavoro di centinaia di migliaia di residenti insospettosi nel Golfo.

Un’altro motivo possibile include:

causare una moratoria sulla trivellazione in alto mare, cosicché possano poi piangere per una futura carenza (ed alzare i prezzi);
causare un cataclisma da usare come causa per il collasso economico degli USA (Chernobyl ha portato avanti il collasso dell’URSS per cinque anni);
diffondere una malattia biologica (spopolamento);
far collassare l’economia del Medio Oriente, il quale ha prestiti così ingenti che alcuni dei Paesi hanno bisogno di greggio a più di 100 dollari al barile solo per sopravvivere agli interessi. Questo “occhio pesto” che l’industria del petrolio deve ora sopportare potrebbe portare alla riduzione della domanda e della dipendenza da petrolio (non è una delle mie ipotesi);
costringere il mondo a cambiare fonti di energia. In questo modo potrebbero facri ricostruire da capo il sistema dei trasporti, e capitalizzarci e tassarci ad ogni stadio del cammino (vorrei vedere il giorno in cui accadrà!);
cambiare il clima della Costa Orientale delgi USA e/o Inghilterra, Olanda, ecc.
cambiare i flussi della corrente del Golfo;
dare una ragione per un “intervento di emergenza”, che avviene sotto forma di presa di controllo militare (come ad Haiti), questa volta su scala più ampia, comprendendo Cuba e tutte le isole della regione del Golfo;

Come parte di un piano mondiale più ampio, al momento sono confermate delle perdite di petrolio in Cina, nel Mare del Nord, nel Mar Rosso ed ora anche una falla in un gasdotto che disperde 840.000 galloni nel fiume Kalamazoo in Michigan.

“Perchè le perdite di petrolio all’improvviso capitano in maniera constante, in tutto il mondo? Solo quest’anno, l’ambiente ha subito un duro colpo senza precedenti solo dall’industria petrolifera”. (Meta Ocean Research)

Nel mio ultimo aggiornamento ho menzionato un secondo pozzo che sta disperdendo nel Golfo, vicino la Deepwater Horizon, e che l’entità della fuoriuscita è stata solo definita come “più piccola di quella della Deepwater Horizon”. Vedo riunirsi un mucchio di confusione nei prossimi giorni e fra qualche anno forse negheranno ancora che il terribile incidente della BP è stata la causa principale della rovina dei mari, vista da una prospettiva a livello globale.

Questi ultimi incidenti servono alla creazione di una “negabilità plausibile” o fanno parte di un piano più ampio?

La ricerca della verità non si ferma mai. Spero questo vi aiuti nella vostra.

Titolo originale: "Oil Used as a Pretext for Corexit? "

Fonte: http://www./
Link
28.07.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  benitoche il 6/8/2010 20:41:23
Golfo del Messico, disperdenti tossici e droga mediatica

LIVORNO. Tutto a posto, il tappo funziona, i milioni di galloni di greggio sono evaporati, il petrolio è miracolosamente sparito dalle spiagge, i danni sono minimi, la Bp non fallirà con i risarcimenti e Obama perderà meno voti alle prossime elezioni (o ne guadagneranno di più i repubblicani che minimizzavano?). Ma davvero nel Golfo del Messico la tragedia della piattaforma offshore Deepwater Horizon si è trasformata in un miracolo? Gli ambientalisti Usa ne dubitano molto (e a ragione) e accusano l'Environmental protection agency (Epa) di essere stata molto timida con le Big Oil (e con il suo datore di lavoro: il governo) quando si è trattato di utilizzare i disperdenti sulla marea nera del Golfo.

Fin dai primi giorni Hugh Kaufman, un analista politico che lavora all' Office of Solid Waste and Emergency Response dell'Epa, dice che i prodotti chimici utilizzati nel Golfo costituiscono una minaccia per la salute pubblica e l'ecosistema del Golfo e che dovevano essere proibiti, la scorsa settimana ha affermato che l'amministratrice dell'agenzia, Lisa Jackson, aveva eluso il problema del largo utilizzo dei disperdenti nel Golfo nelle sue risposte alle Ong ed al governo. Secondo Kaufman «L'agenzia sta deliberatamente sminuendo la minaccia e il proprio ruolo nel regolamentare le sostanze chimiche per proteggersi da responsabilità ed evitare che l'opinione pubblica si allarmi troppo».

La denuncia di Kaufman è rimasta senza risposta, eppure l'esperto dice di aver esposto diverse volte queste sue preoccupazioni all'Epa fin dal 1971 e ricorda le sue critiche all'amministrazione del presidente Carter per la questione dei rifiuti pericolosi , compreso il famigerato episodio della Love Canal alla fine degli anni ‘70 che é servito come stimolo all'approvazione del Superfund program. Gli anni della deregulation della presidenza Reagan sono stati terribili per l'ambiente: il governo Usa non ha fatto rispettare le leggi sui rifiuti pericolosi e le sostanze chimiche tossiche e nel 1983 il vice amministratore dell'Epa, Rita Lavelle, é finita in galera per falsa testimonianza.

Kaufman è un vero e proprio mastino dell'Epa: recentemente ha accusato l'Agenzia federale di nascondere le informazioni sui rischi per la salute dell'inquinamento atmosferico causato dagli attentati al World Trade Center del 11 settembre 2001. A quel tempo Kaufman era investigatore capo dell'ufficio del difensore civico dell'Epa, ma subito dopo l'amministratore repubblicano dell'Epa di allora, Christie Todd Whitman, abolì semplicemente il difensore civico per mettere a tacere le sue denunce. Questo scomodo cane da guardia lavora ancora all'Epa, ma è stato allontanato dagli uffici più scottanti.

Ora ha deciso di occuparsi dell'affare dei disperdenti. In una recente intervista a "Mother Jones" Kaufman ha spiegato che «Quello che sta succedendo nel Golfo è la stessa copertura che è stata fatta per i problemi ambientali dell'11 settembre. La Casa Bianca di Bush ha ordinato all'Epa di mentire sulla situazione ambientale e della salute pubblica al World Trade Center a causa delle conseguenze economiche. Ci sono già passato prima. E' lo stesso tipo di merda».

L'Epa ha costretto Kaufman all'esilio interno, ma lui non molla e ha sollevato il caso dei disperdenti inviando milioni di e-mail ad associazioni ambientaliste e green celebrities. L'Epa vorrebbe tanto toglierselo dalle scatole, ma teme un danno di immagine. «E' un'attivista che lavora all'interno dell'agenzia - spiega Jeff Ruch, direttore esecutivo del Public employees for environmental responsibility (Peer), il gruppo che appoggia Kaufman nella sua causa legale contro la soppressione dell'ufficio del difensore civico - Ma Kaufman non fa solo il suo interesse. Ultimamente almeno altre 10 persone dello staff dell'Epa, inclusi molti tossicologi, d sono venuti al Peer per sottoporci le loro preoccupazioni riguardanti i disperdenti ed altri problemi per la salute nel Golfo, affermando che I loro superiori all'Agenzia non fanno diligentemente quanto é dovuto, quando si tratta di disperdenti. L'Epa sembra prendere le decisioni su richiesta della Bp e non esercita molto, in questo caso, l'indipendenza di giudizio»

Quando in un'udienza in Senato la democratica Barbara Mikulski ha chiesto alla Jackson se l'Epa poteva costringere la Bp a smettere di usare i disperdenti chimici tossici sulla marea nera l'amministratrice dell'Agenzia prima ha detto di non averne l'autorità e poi incalzata ha detto imbarazzata: «Non saprei. Non sono un avvocato». In realtà la Jackson e l'Epa hanno dato il via libera alla Bp per utilizzare i disperdenti sott'acqua ed hanno addirittura fornito le specifiche sulla quantità dei prodotti chimici che la multinazionale avrebbe dovuto utilizzare per far sparire il petrolio dal Golfo. La Jackson ha detto che lo spargimento di disperdenti sulla superficie del Golfo è stata pre-approvata all'interno del Area Contingency Plan, il piano di pronto intervento che ogni Stato Usa deve attuare in base al Oil Pollution Act del 1990 sulla prevenzione degli sversamenti petroliferi. L'Epa è inoltre accusata di dare la patente ambientale solo ad alcune marche di disperdenti. L'Agenzia si difende dicendo che si occupa solo dei disperdenti sottomarini, mentre quelli di superficie sono di competenza della Guardia Costiera... proprio la confusione di norme e ruoli che ha creato quella poltiglia di collusione corruzione che ha portato al disastro del Golfo del Messico.

L'Epa può però interrompere l'uso di un disperdente se ritiene la sostanza troppo pericolosa, ma fino ad ora è stata più che riluttante nel dare un giro di vite sulle sostanze chimiche. Il Corexit, il disperdente utilizzato massicciamente dalla Bp, non era tra quelli indicati dall'Epa, eppure la multinazionale ha scelto di ignorare la direttiva. Come "risposta" l'Epa ha fatto test su Corexit e le alternative proposte, dicendo alla Bp di ridurre l'uso di disperdenti, cosa che la Bp ha allegramente ignorato, continuato a spargerli massicciamente, regolarmente autorizzata dalla Guardia Costiera Usa. Il risultato è che la Bp ha sparso nel Golfo milioni di galloni di Corexit. La Jackson ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Il nemico numero uno è il petrolio», eppure lei stessa ha detto ripetutamente che l'Epa non conoscere a sufficienza gli impatti a lungo termine delle sostanze chimiche: «Con l'impiego di disperdenti, ci troviamo di fronte a un dilemma ambientale. Gli effetti a lungo termine sulla vita acquatica sono in gran parte sconosciuti».

Ma secondo Kaufman o si sa che i disperdenti sono meglio del petrolio, o si dice di non saperne abbastanza, non si possono dire entrambe le cose: «Devono dire se hanno le prove, se hanno fatto un test comparativo. Se hanno le prove, allora perché dicono di no? Che modo è? Ci sono prove più che sufficienti, in uno studio del 2005 della National Academy of Sciences che mette in guardia sul fatto che è dimostrato che i disperdenti sono problematici».

Il "miracolo" del Golfo sembrerebbe tossico e probabilmente è solo un'allucinazione della droga informativa che si sta iniettando nei media come disperdente dei fatti, per far dimenticare i 110 giorni della peggiore tragedia ambientale americana, i pellicani che si dibattono nel greggio, i delfini affogati nella marea nera e i prodotti chimici del miracolo che avveleneranno la vita del Golfo ancora per molti anni.

fonte www.greenreport.it

Fonte CDC

Re: Marea nera: cosa ci nascondono?

Inviato da  francesco7 il 2/9/2010 19:20:59
Usa, esplode un'altra piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico

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