E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Freeman il 19/10/2007 13:09:32
Riporto qui una notizia postata altrove da Cocis (non so se è il forum adatto, nel caso i moderatori sposteranno il thread altrove, grazie).

°°°

La nuova legge sull'editoria del Governo obbligherà tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche

Un balzello pende su blogger e editoria online?


Una nuova spada di Damocle sulla Rete italiana: Valentino Spataro di Civile.it lancia l'allarme

A lanciare l'allarme è Civile.it, dove Valentino Spataro scrive che una nuova legge sull'editoria del Governo obbligherà tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche.
In altre parole, il disegno di legge sull'editoria presentato il 3 agosto dal Governo, e approvato in sordina dal Cdm lo scorso 12 ottobre, propone di "subordinare certe attività Web ad una iscrizione al Roc".
Il Roc è il registro operatori di comunicazione presso l'autorità per le comunicazioni. L'iscrizione al Roc impegna in una dichiarazione annuale su come e quanto si guadagna e al pagamento di diritti annuali in rapporto agli stessi.
Se passerà la nuova normativa, non solo gli editori, ma anche i blog, come quello pur gratuito di Beppe Grillo, anche se gestito da un privato e non da un editore, diventerà ipso facto prodotto editoriale, soggetto alla normativa sulla stampa: quindi avrà limitazioni in caso di sequestro, ma otterrà responsabilità penali aggravate in caso di denuncia penale.
Una nuova spada di Damocle sulla Rete italiana: Valentino Spataro conclude sarcastico: " Potessero, chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico. Su internet il controllo e' piu' facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sara' il modo migliore per far finire l'internet Italiana."
E aggiunge, con amarezza: "Ricordate: il disegno di legge e' uscito in pieno agosto. Come tutte le leggi che vogliono migliorare la vita di noi tutti".

fonti: VNUnet.it - civile.it

E noi votiamo, sempre per il "meno peggio" però, si capisce...

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EDIT: ne sta parlando anche Beppe Grillo sul suo blog, in fondo è lui che si voleva colpire principalmente. Bastardi.
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Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  cocis il 19/10/2007 14:19:32
up per aggiornamento

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Spooky_max il 19/10/2007 14:30:03
Si tratta di una palese violazione dell'articolo 21 della Costituzione Italiana. Il quale recita espressamente:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Infettato il 19/10/2007 14:38:21
Anche Internet, quindi, entrerebbe a pieno titolo nell'orbita delle norme penali sulla stampa. Ne può conseguire che ogni sito, se tenuto all'iscrizione al ROC, debba anche dotarsi di una società editrice e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile. Ed entrambi, editore e direttore del sito, risponderebbero del reato di omesso controllo su contenuti diffamatori. Questo, ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale

Un grazie sentito a lor signori.

Strano tutto questo ritardo...

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Kolza il 19/10/2007 15:55:30
Ammesso e non concesso che questa legge passi, mi piacerebbe conoscere i suoi criteri di applicazione.
Ad esempio, che dire di chi risiede in Svizzera (come Grillo)? E se i server sono in uno Stato estero?
Soprattutto, se i blog sono migliaia, chi li controllerà tutti?

Belle domande...

Saludos
Kolza

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  LoneWolf58 il 19/10/2007 16:01:29
Grillo!... io dico solo che se una proposta del genere l'avesse fatta il centrodestra che sarebbe successo??!!... Ha ragione Travaglio
Copiamo gli "usa" anche in questo
bleah...

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Piero79 il 19/10/2007 17:11:14
Citazione:

Turbonegro ha scritto:

EDIT: ne sta parlando anche Beppe Grillo sul suo blog, in fondo è lui che si voleva colpire principalmente. Bastardi.
________


Non dirlo neanche per scherzo! Grillo è funzionale al potere.. vedo che non hai letto i link sulla Casaleggio e Associati..
Anzi secondo me hanno fatto questa proposta di legge per far credere che il "Grillismo" sia qualcosa di autenticamente sovversivo, ma poi troveranno un modo per non far passare la legge (magari il v-day contro il finanziamento pubblico ai giornali) e così Grillo continuerà a canalizzare il dissenso in strade democraticamente corrette. ( )

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Freeman il 19/10/2007 18:23:55
Citazione:

Piero79 ha scritto:
Citazione:

Turbonegro ha scritto:

EDIT: ne sta parlando anche Beppe Grillo sul suo blog, in fondo è lui che si voleva colpire principalmente. Bastardi.
________


Non dirlo neanche per scherzo! Grillo è funzionale al potere.. vedo che non hai letto i link sulla Casaleggio e Associati..
Anzi secondo me hanno fatto questa proposta di legge per far credere che il "Grillismo" sia qualcosa di autenticamente sovversivo, ma poi troveranno un modo per non far passare la legge (magari il v-day contro il finanziamento pubblico ai giornali) e così Grillo continuerà a canalizzare il dissenso in strade democraticamente corrette. ( )

Intendevo dire che si voleva colpire il "simbolo" dei blog, del "popolo della rete", dei quali Grillo è il massimo rappresentante, almeno agli occhi dei politici e nella "pubblica opinione".
Che è cosa diversa dal dire che Grillo ne possa essere in qualche modo danneggiato (anzi, come dice lui stesso, costa poco prendere armi e bagagli e trasferire il blog su un server estero).
Si vuole demonizzare "il mezzo", sull'onda dell'"antipolitica" e del "grillismo", in qualche modo si vuole appiciccare un'etichetta di "fuorilegge" ai bloggers, ed è ovvio che in questo modo i blog più piccoli, quelli militanti sul serio, scompariranno, mentre quei pochi che hanno alle spalle un minimo di solidità, potranno sopravvivere ma saranno più facilmente controllabili.

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  blackbart il 19/10/2007 19:06:22
Citazione:
Anzi secondo me hanno fatto questa proposta di legge per far credere che il "Grillismo" sia qualcosa di autenticamente sovversivo


solo in Italia il "grillismo" può apparire sovversivo..

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  jerimum il 19/10/2007 20:38:48
questa legge è andata avanti così in sordina che nemmeno i quotidiani informatici di maggior rilievo, sempre attenti a questo tipo di notizie e sempre vigilanti sulla libertà di stampa e di blog in Italia e nel mondo, se ne sono accorti ... e così anche Grillo. Le leggi più subdole e pericolose vanno avanti sempre sotto al rumore generale.

Forse la legge anche se passerà non sarà mai applicata pienamente (non dimenticate che siamo in Italia), magari passerà ma qualche corte costituzionale la giudicherà inappropriata (con tutta la ragione) : ma l'intenzione è pessima. E se passase qualcuno un giorno potrebbe davvero impugnarla per chiudere o sospendere quei siti scomodi.

Il fatto che Grillo si sia da subito interessato fa sperare bene: ...
che il clamore mediatico affoghi questa legge nella melma da cui è uscita.

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OT uh mi sono accorto che ho appena postato il mio 100° messaggio ... stasera si festeggia !

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Freeman il 19/10/2007 22:08:57
Petizione organizzata da Infernet:

http://firmiamo.it/salviamointernet

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Santro il 20/10/2007 8:02:24
........ ma poi chi è questo Ricardo Levi?
Linucs.... ti dice qualcosa questo nome?

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Freeman il 20/10/2007 9:16:00
Finalmente se sono accorti anche quelli di Punto Informatico, di solito molto attenti al tema "censura".

Il Governo vara la Internet Tax
http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2092327

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Freeman il 20/10/2007 9:25:32
Ricardo Franco Levi risponde a Grillo e al "popolo dei bloggers" in rivolta.

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Ddl editoria e rivolta dei blog: le precisazioni di Ricardo Franco Levi

Venerdì 19 Ottobre 2007 alle 18:37

L’INTENZIONE E’ DI RIFORMARE IL SETTORE (ANSA) - ROMA, 19 OTT - ‘’Caro Grillo, ho letto il suo commento al disegno di legge di riforma dell’editoria appena approvato dal governo e vorrei tranquillizzare lei, i lettori del suo blog e, piu’ in generale, il ‘popolo di internet”’.
Cosi’ il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’editoria Ricardo Franco Levi, autore del ddl editoria, risponde alle critiche di Beppe Grillo e altri blogger, preoccupati dall’art. 7 del disegno di legge riguardo alla registrazione dei siti internet.
‘’Con il provvedimento che tra pochi giorni iniziera’ il suo cammino in Parlamento - aggiunge Levi - non intendiamo in alcun modo n‚ ‘tappare la bocca a internet’ n‚ provocare ‘la fine della Rete’. Non ne abbiamo il potere e, soprattutto, non ne abbiamo l’intenzione. Cio’ che ci proponiamo e’ semplicemente di promuovere la riforma di un settore, quello, per l’appunto dell’editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti, che e’ regolato da norme che si sono succedute in modo disordinato nel corso degli anni e che corrispondono ormai con grande fatica ad una realta’ profondamente cambiata sotto la spinta delle innovazioni della tecnologia'’.(segue).
STF 19-OTT-07 17:37 NNNN

ANSA) - ROMA, 19 OTT - ‘’Non abbiamo lavorato nel chiuso delle nostre stanze'’, sostiene ancora Levi. ‘’Abbiamo pubblicato uno schema di legge e un questionario sul nostro sito internet, abbiamo ascoltato e incontrato tutti gli operatori del settore (gli editori grandi e piccoli, i giornalisti, gli specialisti della pubblicita’, i distributori, gli edicolanti, i librai), ci siamo fatti aiutare da esperti dell economia e del diritto'’, aggiunge nella sua lettera a Beppe Grillo.
‘’Il risultato del nostro lavoro, il disegno di legge approvato dal governo, e’ leggibile sul nostro sito (http://www.governo.it/Presidenza/DIE/index.html) dove pure si possono trovare in totale trasparenza tutti gli elementi e i dettagli dell’intervento pubblico a favore dell’editoria.
Ci siamo mossi - continua il sottosegretario - avendo un punto di riferimento preciso e impegnativo: la tutela e la promozione del pluralismo dell’informazione. Un principio affermato con chiarezza dalla Costituzione e che nell’articolo numero 1 del nostro disegno di legge abbiamo definito come ‘liberta’ di informare e diritto ad essere informati’. Niente, dunque, e’ stato ed e’ piu’ lontano dalle nostre intenzione della volonta’ di censurare il libero dibattito dei e tra i cittadini'’.
Spiega ancora il sottosegretario:'’Ci occupiamo di editoria persuasi che, nel tempo in cui viviamo, un prodotto editoriale si definisca a partire dal suo contenuto (l’informazione), e non piu’ dal mezzo (la carta) attraverso il quale esso viene diffuso. Vogliamo creare le condizioni di un mercato libero, aperto ed organizzato in modo efficiente. Per questo, intendiamo, tra le altre cose, abolire la registrazione presso i Tribunali sino ad oggi obbligatoria per qualsiasi pubblicazione e sostituirla con l’unica e piu’ semplice registrazione preso il Registro degli Operatori della Comunicazione (Roc) tenuto dall’Autorita’ Garante per le Comunicazioni (AgCom).
Anche su questo punto, da lei particolarmente criticato e temuto, lo spirito della nostra legge e’ chiaro. Quando prevediamo l’obbligo della registrazione non pensiamo alla ragazzo o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog. Pensiamo, invece, a chi, con la carta stampata ma, certo, anche con internet, pubblica un vero e proprio prodotto editoriale e diventa, cosi’ un autentico operatore del mercato dell’editoria. Siamo consapevoli che, soprattutto quando si tratta di internet, di siti, di blog, la distinzione tra l’operatore professionale e il privato puo’ essere sottile e non facile da definire. Ed e’ proprio per questo che nella legge affidiamo all’Autorita’ Garante per le Comunicazioni il compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro degli Operatori'’.
‘’L'informazione - spiega ancora l’autore del ddl - e’ un elemento prezioso e decisivo per la democrazia e deve essere trattata con estrema attenzione e rispetto. Per questo, ripeto e non per sfuggire alle nostre responsabilita’ , pensiamo che sia bene, affidarsi ad autorita’ che abbiano la competenza per regolare una materia cosi’ specifica e che siano indipendenti rispetto ai governi e al potere politico. Quanto alle responsabilita’, la sostanza di cio’ che abbiamo scritto nel nostro disegno di legge e mi sembra una disposizione di buon senso e’ che per chi pubblica un giornale debbano valere le medesime regole sia che si tratti di un giornale stampato sia che si tratti di un giornale on-line. Piu’ in generale e al di la’ di quanto previsto dalla nostra legge, credo, pero’, che il tema della responsabilita’ per cio’ che viene pubblicato sulla rete sia un tema importante e che a nessuno dovrebbe stare piu’ a cuore che a chi usa, apprezza e ama la rete'’.(ANSA).

fonte: Panorama.it

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  blackbart il 20/10/2007 9:52:32
Da chi, lo Stato, dovrebbe tutelare l'informazione?
Ovvero: per superare il conflitto d'interessi non basterebbe eliminare il finanziamento "pubblico" ai giornali?

quando i soldi privati vengono rubati dallo stato diventano pubblici.. anche quando vanno a finanziare alcune aziende private..

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  cocis il 20/10/2007 10:02:11
barzelletta del giorno ..


mastella "Io sono una persona perbene e pulita"



Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  francesco7 il 20/10/2007 11:01:02
Folena: "Punti da chiarire". Il presidente della commissione Cultura della Camera chiede chiarimenti: "Chi fa un blog non è un editore. Quindi non deve sottostare a nessuna regola particolare riguardante la stampa o gli operatori della comunicazione. Anche io ho un blog, e un blog è un diario. Nel quale, certo, si può fare informazione. Così come esistono migliaia di siti. Quindi - conclude - va chiarito che chi fa informazione amatoriale online, così come è oggi, se vuole usufruire dei vantaggi della legge sulla stampa si iscriverà al tribunale, altrimenti non deve iscriversi da nessuna parte. Un conto è la professione, l'impresa, altro è la libera circolazione di idee e informazioni".
Di Pietro: "No bavagli". Fra i primi politici-blogger, Antonio Di Pietro è convinto che "il ddl vada bloccato", perché "metterebbe sotto tutela internet in Italia e ne provocherebbe la fine". Parla di "una legge liberticida", e conclude: "Per quanto mi riguarda, questa legge non passerà mai, a costo di mettere in discussione l'appoggio dell'Idv al governo".
Fonte: www.repubblica.it

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Freeman il 20/10/2007 11:17:50
Altra petizione online avviata:

http://www.petitiononline.com/noDDL/petition.html

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  _gaia_ il 20/10/2007 17:42:39
Da Repubblica.it:

Ddl editoria, Gentiloni ammette
"Un errore la registrazione dei siti"


Il ministro delle Comunicazioni riconosce sul suo blog che la norma va cambiata
"L'allarme è giustificato. Avrei dovuto controllare il testo parola per parola"

(...)
"Pensavo - prosegue Gentiloni - che la nuova legge sull'editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono sì una registrazione ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistiche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull'editoria".

Per il ministro delle Comunicazioni, dunque, "va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog. (...) Il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog". In definitiva, "meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l'errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla Presidenza Levi a volerlo fare".


Quindi ci sta dicendo che gran parte di lorsignori firma leggi senza prendersi la briga di leggerne il testo...
Grazie, ministro, per aver confermato un sospetto che molti italiani avevano da tempo.

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  LoneWolf58 il 20/10/2007 19:55:57
Citazione:
Quindi ci sta dicendo che gran parte di lorsignori firma leggi senza prendersi la briga di leggerne il testo...
Grazie, ministro, per aver confermato un sospetto che molti italiani avevano da tempo.
Stavolta mi hai battuto tu sul tempo...

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  goldstein il 20/10/2007 20:20:43
Citazione:
"Pensavo - prosegue Gentiloni -


E' proprio sbagliata la premessa...

Beppe Grillo ha postato anche oggi sulla vicenda, rispondendo al sottosegretario del Katz.
Un ottimo Grillo.

La Cina è vicina con la Levi-Prodi

Oggi mi sento più tranquillo. Un signor Nessuno, eletto da nessuno, che si chiama Ricardo Franco Levi ci ha rassicurato.
Il disegno di legge Levi-Prodi per imbavagliare la Rete farà il suo percorso, ma sarà sereno. In caso di dubbi sulle finalità di un sito o di un blog ci penserà l'Autorità per le Comunicazioni. [...] Non solo fanno leggi non previste dal programma di governo, in silenzio, per non essere disturbati. Ma ci prendono anche per il culo. [...]

Rete 4 abusiva da mandare sul satellite: non pervenuta. Legge sul conflitto di interessi: non pervenuta. Corruzione di giudici per l’acquisto della Mondadori: non pervenuta. Televisione pubblica occupata dai partiti: non pervenuta. Wi Max regalato alle società di telecomunicazioni: non pervenuto. E voi, dipendenti infedeli che avete tradito il vostro elettorato, vi occupate, senza alcun mandato, di mettere sotto controllo la Rete? Ma chi siete? Chi vi autorizza?

[...]

Il prossimo V-day sarà dedicato all’informazione, sto decidendo la data. Chiederemo due cose:
- l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria
- l’abolizione dell’ordine dei giornalisti.


Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Fabrysound il 20/10/2007 23:32:14
Penso che la legge non passerà almeno me lo auguro di cuore!
ci rimetterebbero i server e quando ci sono i soldi di mezzo.. magari cambiano idea poi il casino che succederebbe....no non credo che passerà, brutto giorno per la democrazia in italia oggi siamo in piena dittatura..vedete anche il caso de magistris lui indagava sul ministro della "in"gisutizia e non solo e Mastella gli ha tolto la possibilità di indagare..complimenti questa è l'italia.

Da notare con quale tempismo la cosa è stata fatta dopo l'uscita o in concomitanza delle tasse su internet in usa.
Un saluto a tutti..

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  blackbart il 20/10/2007 23:45:19
E' ovviamente irrealizzabile - utopia sia dal punto di vista legale che tecnico - ma sarà senz'altro utile per istituire l'ennesima (inutile) commissione arruolando consulenti da 200 euro/h.

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  carloooooo il 22/10/2007 14:29:09
Piccolo appunto ottimista con finale amarognolo da Punto Informatico.

[...] Quello che invece vorrei fare oggi è mettere l'accento su un paio di questioni entrambe, a Dio piacendo, di segno positivo.

La prima è che è possibile (lo scrivo piano) che questo brutto decreto venga alla fine accantonato. Me lo dicono persone bene informate e ormai lo dicono perfino molti politici della maggioranza (sempre che quella di questi giorni lo sia ancora) ora che dopo la denuncia nata in rete il bubbone è per una volta scoppiato. Come dicono i professionisti del palazzo sembra, incrociando le dita, non esistano le condizioni politiche per sostenerlo. E tuttavia vale la pena ricordare come gran parte dell'arco parlamentare in una occasione molto simile nel 2001 votò a favore di una legge per l'editoria che conteneva anch'essa norme altrettanto discutibili sui "prodotti editoriali".

Il perseverare diabolico della casta degli editori non sembra oggi in grado di far diventare legge un decreto del genere ma è comunque significativo che le definizioni del 2001 di prodotto editoriale siano, nella maggioranza dei casi andate del tutto disattese sul piano pratico, pur restando nel contempo purtroppo valide giuridicamente.

Il secondo elemento di novità che in queste ore sembra assai evidente è che pare essere mutato l'atteggiamento dei media nei confronti di notizie simili. Argomenti del genere fino a poco tempo fa faticavano molto ad uscire dalla rete per finire sui grandi quotidiani. Oggi per fortuna e per merito della stampa (anche se Aldo Fontanarosa sui pezzi che ha scritto al riguardo per Repubblica mostra, come è prassi consolidata da quelle parti, un allergia assoluta alla citazione di qualsiasi fonte) le cose di Internet raggiungono con maggiore facilità il grande pubblico. Io stesso che venerdì scorso ero all'estero, sono stato raggiunto da numerose telefonate ed email di giornalisti di grandi quotidiani che mi domandavano un parere sulla questione. Una cosa prima di ora mai vista.

Dico questo perché nel 2001 in una situazione analoga non bastarono oltre 50mila firme ad una petizione che attraversò tutta Internet perché i media decidessero di occuparsi minimamente della questione dei prodotti editoriali, di quali pagine web lo siano e quali no e di quali limiti porre alla libertà dei cittadini di essere loro stessi protagonisti del flusso informativo senza patetici e strumentali distinguo.

E insomma già allora, esattamente come oggi, si trattava di argomenti importanti che coinvolgevano moltissimi cittadini. Cosa è mutato da allora? Internet è diventata una parte della vita di tutti molto di più di quanto non lo fosse cinque anni fa e l'attenzione che riceve sui grandi media ne è la conseguenza. E questo, specie per una notizia che coinvolge pesantemente gli interessi degli editori, è certamente una buona cosa che merita di essere sottolineata.

Dopo tutto questo tripudio di buone notizie, che Ricardo Franco Levi sulla questione si senta in dovere di rispondere, con una irrituale lettera aperta pubblicata sul sito web del governo a Beppe Grillo e non alla comunità delle migliaia di persone che hanno in questi giorni protestato, mi pare invece la dica lunga sulla percezione che si continua ad avere della rete in Italia nelle stanze delle politica.


Massimo Mantellini


Sempre su Punto Informatico sia Guido Scorza che Luca Spinelli parlano di totale incompetenza del legislatore piuttosto che di volontà censoria vera e propria.

Carlo

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  _gaia_ il 24/10/2007 21:47:33
Fonte: Repubblica.it

Editoria, arriva la proposta di Levi
un comma escluderà i blog dal ddl


Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  carloooooo il 24/10/2007 22:54:51
Citazione:
Editoria, arriva la proposta di Levi


Una piccola vittoria?

Saluti ottimisti.

Carlo

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  Linucs il 25/10/2007 13:36:31
Ma questo "Levi" non può andare a lavorare come tutte le persone normali?

C'era bisogno di un altro personaggio a scrivere "leggi sull'editoria?"

Non ne avevamo abbastanza?

Non ne avevamo già i coglioni abbastanza pieni?

Re: E arrivò il bavaglio alla rete!

Inviato da  cocis il 25/10/2007 14:11:28



http://www.beppegrillo.it/2007/10/le_mani_nella_m.html#comments





http://www.beppegrillo.it/2007/10/larticolo_7_del.html#comments




L'arzillo vecchietto Levi non molla. Ha infatti modificato l'articolo 7 della Levi-Prodi con un comma aggiuntivo invece di cancellare l'articolo. Ecco il comma:
"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".
Cosa si intende per organizzazione imprenditoriale del lavoro? Chi propone pubblicità dal suo sito, come ad esempio Google AdSense, ricade in questo caso? Chi vende un prodotto on line è un imprenditore del lavoro?
Levi cancella questo c...o di articolo 7 e non se ne parli più. Basta con le prese per il culo.
Il mondo ride di noi. Il Times in un articolo dal titolo: "Assalto geriatrico ai bloggers italiani" ci definisce come: "una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati".
No all'articolo 7, libertà per la Rete. Non molliamo!

http://www.newsfood.com/Articolo/Italia/20071025-Times-Levi-Prodi-assalto-geriatrico-bloggers-italiani.asp





Assalto geriatrico ai bloggers italiani”: questo il titolo di un articolo del Times che commenta la Levi Prodi, ovvero la proposta di legge che, puntando a regolamentare in modo più severo l’editoria, ha finito per mettere in allarme ed in rivolta il mondo della rete.


http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=6339&numero=907

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=45&topic_id=3895