Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da lucred il 5/10/2010 13:44:16
Strage di Portella delle Ginestre (1 Maggio 1947)
Secondo la versione ufficiale fu la banda di Salvatore Giuliano a sparare,atto che doveva servire la causa di separatismo e indipendenza della Sicilia.Un atto di terrorismo insomma.Il bandito fu poi ucciso in uno scontro a fuoco coi carabinieri.
Che il bandito Giuliano col suo braccio destro Gaspare Pisciotta fossero presenti a sparare sui manifestanti è fuori di dubbio ma certamente c'era qualcun altro che non aveva nulla a che fare con la banda.
Durante il processo che seguì la strage Pisciotta disse che fu lui a uccidere Giuliano il cui cadavere venne poi portato a Castelvetrano per inscenare il conflitto a fuoco.Pisciotta affermò che i capomafia locali d'accordo con alti funzionari del governo convinsero Giuliano a sparare in cambio dell'impunità. Pisciotta promise altre rivelazioni ma fu ucciso in carcere da una dose di stricnica mescolata a un medicinale.
Per tentare di capire come si sono svolti i fatti bisogna tenere a mente il periodo storico.Finita una guerra devastante l'Italia aveva bisogno del denaro degli Stati Uniti per la ricostruzione,denaro che non sarebbe mai arrivato se sciaguratamente i Comunisti avessero vinto le elezioni.In Sicilia i Comunisti erano il primo partito,cosa che preoccupava assai sia gli USA che la mafia,si può ben capire e nondimeno il governo Italiano.La trama manca ancora di molti particolari ma l'insieme è abbastanza chiaro,ognuno tragga le proprie conclusioni.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da ivan il 5/10/2010 16:10:38
Dal link citato da Francesco:
"«Pape Satàn, pape Satàn aleppe!» (L'unico commento possibile)"
Storie a dir poco da brivido ...
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da lucred il 5/10/2010 18:44:34
Omicidio Mattei (27 ottobre 1962)
Il 27 ottobre, l'aereo Morane-Saulnier MS-760 Paris su cui stava tornando da Catania a Milano, precipitò nelle campagne di Bascapè, un piccolo paese in provincia di Pavia, mentre durante un violento temporale si stava avvicinando all'aeroporto di Linate. Morirono tutti gli occupanti: Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi ed il giornalista inglese William Mc Hale. Incidente aereo a causa del temporale.
Alla fine degli anni '90 il corpo di Mattei venne riesumato e grazie alle moderne tecniche di investigazione vennero individuate sulla fede nuziale e sull'orologio tracce di esplosivo.E' certo che venne assassinato.
Enrico Mattei era un industriale con una visione delle cose fuori dal comune.Negli anni '50 aveva già capito che il businnes del petrolio era in mano a una ristretta elite di personaggi senza scrupoli che imponevano i prezzi e pianificavano le strategie e cercò di svicolare l'Italia da queste logiche con un piano energetico che prevedeva accordi diretti coi paesi produttori,una vasta rete di metanodotti e una politica nucleare.Tutto ciò ovviamente non era gradito nè ai petrolieri nè alla classe politica legata a doppio filo agli USA a causa degli accordi coi paesi produttori,cioè gli arabi.
L'Italia ha sempre rappresentato un problema per gli USA per due motivi: la presenza di un fortissimo Partito Comunista e la tendenza a fare affari con i paesi arabi del Medio Oriente.Queste anomalie saranno fonte per il nostro paese di guai inimmaginabili.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da Notturno il 5/10/2010 19:31:07
Sono lieto che Edo abbia già introdotto l'argomento.
Io ritengo che la storia più allucinante, più maltrattata e sconvolta sia quella dell'unità d'Italia.
Le cazzate che ci hanno propinato sul "re galantuomo", sul "grido di dolore che si levava da tante parti d'Italia", sull'impresa dei Mille, sulle condizioni arretrate (arretrate un cacchio!!!) del sud Italia sono talmente tante da lasciare allucinati.
La scoperta di questa immensa falsità per me è stato il trauma più grosso, che ha superato quello già enorme dell'omicidio Moro.
Il furto dell'enorme quantità di oro del regno delle due sicilie, portato (in parte) al nord e finito nelle tasche di cavour (prima) e di una "banchetta" (poi) crea le basi di tutto il sudiciume che oggi ci appesta.
Soprattutto se si considera che quella "banchetta" un giorno cambierà nome e diventerà la Banca d'Italia.
Il genocidio perpetrato impunemente dai "piemontesi" ai danni dei cittadini del sud è stato così vasto e spietato che, unito all'impoverimento provocato dal furto di risorse, ha generato la più grande migrazione di massa della nostra storia, che ha pochissimi altri esempi nel mondo, che siano anche solo lontanamente paragonabili.
Sarei lieto di scambiare link e opinioni con voi.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da lucred il 6/10/2010 18:33:53
Sta attento che adesso rifanno la Storia d'Italia via internet.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da lucred il 7/10/2010 7:14:21
Per cercare di capire qualsiasi evento storico bisogna fare una cosa che non fa più nessuno:leggere libri,una montagna di libri.Perchè alla base di un libro di qualsiasi storico serio c'è un lavoro frutto di studi,di ricerca negli archivi,di raccolta di testimonianze,di ricerche sul campo,di viaggi. Su questo sito ho letto baggianate del tipo"abbiamo applicato il metodo scientifico,usando internet".Un'affermazione di questo genere detta in un'aula universitaria farebbe sbellicare dalle risate tutti i presenti.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da audisio il 7/10/2010 14:38:22
A proposito del caso Claps, è vero come si vocifera che Restivo sarebbe il figlio naturale di un noto uomo politico democristiano della Prima Repubblica? Ciò spiegherebbe l'omertà complice della parrocchia e la strana perizia medico-legale del primario della Cattolica...
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da audisio il 7/10/2010 14:44:03
Consigli: per il caso Portella delle Ginestre, vedere il ruolo dei reduci della X-Mas al comando di Iunio Valerio Borghese. Da varie testimonianze si evince che erano sul posto. Per il caso Risorgimento italiano, si legga il libro Terroni e la denuncia ivi contenuta delle nefandezze da impero coloniale perpetrate dai piemontesi e, in parte, dagli stessi garibaldini...
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da francesco7 il 29/10/2010 11:58:07
Si scopron le tombe... Domani (oggi per chi legge) ci sarà un collegamento diretto tra lui che parla (tempo permettendo) dalla terrazza del suo castello e la trasmissione di Magalli “I fatti Vostri” che, naturalmente, in regime berlusconiano ha preferito invitare questo residuato ambulante dell’anticomunismo, escludendo il doveroso contraddittorio con chi la pensa, dati alla mano, diversamente da lui.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da audisio il 29/10/2010 14:53:30
Il caso Salvatore Giuliano è il Mistero N. 0 della storia della Repubblica, il Padre di tutti i misteri italiani. Portella della Ginestra fu il primo atto del Patto scellerato, ossia la Santa Alleanza tra Mafia, Potere Politico e Patto Atlantico. Alleanza nata all'ombra di quel fattore comune che costituiva il retroterra ideologico-filosofico che fungeva da collante di tale abominio, ossia la Massoneria o, più in generale, l'Elitismo Oligarchico. La Repubblica è nata con questo Marchio Infame e se l'è portato dietro fino ad oggi...
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da Notturno il 29/10/2010 19:25:11
Citazione:
lucred ha scritto: Per cercare di capire qualsiasi evento storico bisogna fare una cosa che non fa più nessuno:leggere libri,una montagna di libri.Perchè alla base di un libro di qualsiasi storico serio c'è un lavoro frutto di studi,di ricerca negli archivi,di raccolta di testimonianze,di ricerche sul campo,di viaggi. Su questo sito ho letto baggianate del tipo"abbiamo applicato il metodo scientifico,usando internet".Un'affermazione di questo genere detta in un'aula universitaria farebbe sbellicare dalle risate tutti i presenti.
Mi scusi, Santità.
Non volevo offendere la Sua Chiesa della Cultura Per Pochi.
Interesse e scopo di ognuno di noi, su questo forum, è quello di confrontare le proprie conoscenze su diversi argomenti.
Non pretendiamo di giungere a livelli universitari o di fregiarci di titoli, medagliette, toghe, tocchi e baronati di sorta.
Semplicemente siamo qui, invece che su youporn, per nostra sete personale e, se Sua Santità lo permette, senza chiedere l'arci-cazzo di permesso e favore a nessuno!
E' tradizione di questo, come di moltissimi siti internet, di accogliere ogni persona col proprio bagaglio di esperienze, conoscenze e anche enormi falle culturali.
Si spera solo di uscirne, ogni sera, un po' meno a digiuno di prima e un po' più ricchi.
Su questo fronte, Sua Santità, devo confessare che il Suo augusto contributo equivale a zero.
Grazie.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da temponauta il 29/10/2010 21:20:14
Tiriamo le fila dei discorsi. A parte i misteri italiani basati su storie di sesso o di ordinaria inciviltà, la maggior parte dei misteri con valenza politica-terroristica conducono in un modo o nell'altro ad una pista estera. Per chi non lo avesse ancora capito, dal Risorgimento, con una breve interruzione per il fascismo (neppure tanto netta), l'Italia è sempre stata una colonia angloamericana. I nostri governanti sono solo attori sul libro paga della potenza estera. Ergo, l'Italia come nazione indipendente non esiste e si attende ancora oggi un vero "liberatore", capace di unificare un Paese ancora oggi tragicamente diviso.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da Notturno il 30/10/2010 8:37:03
Citazione:
si attende ancora oggi un vero "liberatore", capace di unificare un Paese ancora oggi tragicamente diviso.
Già, perché noi, da soli, certe cose proprio non le sappiamo fare, eh?
Abbiamo bisogno di QUALCUNO che ci liberi.
Che sia un generale americano nel 44 o un imperatore francese nel 1870 o un Napoleone nel 1812, 13 ecc.... dev'essere per forza Qualcuno.
Mai che siamo NOI i liberatori di noi stessi, porca puttana!
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Rifiuti-casalesi: la trattativa, Ganapini: «Su Parco Saurino veto degli 007»
...
: «Su Parco Saurino io ho negoziato un giorno con l’attuale capo dei servizi segreti, che è una cosa seria essere il capo dei servizi segreti... Certamente, quell’oggetto è un mistero della Repubblica e ce lo siamo detto, perché Prodi si sia assunto le responsabilità che si è assunto, ancora non è chiaro, ma quando il coordinatore dei servizi segreti ti dice per due volte, urlando: ”Si è esposta due volte la presidenza della Repubblica”, se non sei ubriaco e se sei una persona, ti parametri un attimo e decidi cosa vuoi fare». Parlava dei servizi segreti quando affrontava il problema dello smaltimento dello ecoballe: «La cosa era già sotto il controllo dei servizi in epoca Prodi».
...
Che ginepraio ...
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da ivan il 6/3/2011 7:10:24
Ancora una volta nei fatti di cronaca nera prende forma la pista esoterica :
Michele Giuttari: "Sull'omicidio di Yara non trascurerei nessuna pista, neppure quella esoterica"
...
Si parla della esistenza di numeri dal significato prettamente esoterico che emergerebbero ossessivamente riguardo alla vicenda. La povera Yara è stata rapita il 26 novembre, ovvero il 330° giorno dell'anno, per poi essere ritrovata (o secondo alcuni fatta ritrovare) esattamente 3 mesi dopo la sua scomparsa, il 26 febbraio. “Sì, ma ciò che mi ha incuriosito particolarmente è quella ferita a forma di X – l’ha riportato un investigatore che avrebbe partecipato all’autopsia – che Yara avrebbe sulla schiena. Inoltre quelli che le hanno inferto (forse con un punteruolo o un cacciavite ndr) non sarebbero stati colpi mortali, quindi perché glieli hanno inferti? Ciò potrebbe avere – eventualmente - un significato particolare in un linguaggio esoterico”.
Non pensa che anche i 6 colpi inferti alla tredicenne potrebbero avere un senso sotto questo aspetto? Il 6 è un numero dai significati esoterici molto spiccati. “Certo, ma prima di tutto bisogna vedere se i colpi sono davvero 6, e questo ce lo può dire solo l’esito finale dell’autopsia. Evidentemente se le ferite (non mortali ndr) sono davvero 6, con le date singolari e coincidenti del 26 e così via, allora la vicenda potrebbe anche assumere un risvolto inquietante. Sono cose a cui spesso rifiutiamo di credere ma purtroppo si tratta di realtà che esistono e guidano l’operato di certe persone. Comunque aspetterei, bisogna aver pazienza e lasciar lavorare investigatori, inquirenti e magistrati. Una risposta si potrà avere dagli esiti definitivi degli accertamenti della polizia scientifica e dall’autopsia. Ripeto, un quadro più chiaro lo avremo sicuramente tra qualche giorno.”
...
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
1. Premessa. Metodo scientifico e metodo esoterico nell’analisi dei fatti storici. 33 anni fa veniva rapito Aldo Moro. In tanti anni si sono ricostruiti molti punti oscuri. La favoletta iniziale, di un commando di Brigate Rosse che, dopo essersi allenato con delle armi a salve in un cortile casalingo, riesce a porre in essere un’azione degna di un commando dei reparti speciali, e che poi tiene prigioniero Moro per 55 giorni in barba ai servizi segreti e alle forze di polizia di tutto il mondo, non ha retto ad una ricostruzione successiva. Si è appurato che l’operazione complessiva fu condotta da uomini della Gladio, con l’ausilio dei servizi segreti americani e Israeliani. La ricostruzione effettuata da Solange Manfredi, preceduta dagli studi di Giuseppe De Lutiis e Flamigni (e per certi versi frutto di tali studi), nell’articolo che linkiamo di seguito, dimostra come l’operazione fu una vera e propria azione militare, diretta da Gladio. http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/03/moro-fu-davvero-rapito-dalle-brigate.html
Ciò che, a mio parere, non si è mai capito realmente, è la vera ragione del sequestro. Sui motivi del sequestro Moro si sono cimentati tutti, ma a mio parere nessuno ha mai colto nel segno per un motivo molto semplice. Se l’operazione infatti fu eseguita da uomini dei corpi speciali, essa fu eterodiretta ovviamente dai vertici di questi corpi, che per loro natura sono massoni ed esoteristi. Gli studiosi che finora hanno analizzato il fenomeno, essendo persone razionali, non riescono a comprendere il lato esoterico delle vicende, che invece è fondamentale quanto e più dei lati “materiali”. Nessuno si è mai domandato, ad esempio, perché molte delle persone che sono implicate nelle vicende hanno assonanza con il nome Moro. Morucci, Moretti, Morbioli. Non a caso la Carlizzi parlava di un certo “Codice Mor” nel sequestro Moro, ma è morta prima di poter far capire di cosa si trattasse. Esoterismo e scienza infatti (sia essa scienza medica, fisica, giudiziaria, o scienza storica) non si incontrano, quasi come se fossero due campi diversi. Lo scienziato e il ricercatore razionale considerano l’esoterista un tipo strambo che parla di cose fuori dalla realtà. L’esoterista considera il ricercatore razionale un cretino incapace di capire il vero senso delle cose. Il risultato di questa separazione dei due mondi è l’incapacità di capire a fondo la realtà da parte di entrambe le categorie. In realtà si tratta di due punti di vista diversi, ma entrambi esatti, e guardare le cose da un altro angolo visuale conferisce solo una comprensione più piena dei fenomeni. Il risultato delle analisi razionali dei fenomeni storici in effetti, se visti da un angolo visuale esoterico, è quasi comico. Lo storico narra una serie di fatti e cita una serie di personaggi, senza notare che i più grandi personaggi della storia, da Dante Alighieri a Leonardo da Vinci, Mozart, Bach, fino ai presidenti degli USA Bush, Clinton, ecc., erano tutti massoni e rosacroce (la famosa Skull and Bones non è, come erroneamente si dice, una “società segreta”, ma una loggia rosacrociana, appartenente all’ordine della Rosa Rossa). Non vedendo questi legami, e non comprendendo il ruolo della massoneria nelle vicende mondiali, trovano assolutamente normale, ad esempio, che due candidati alla Presidenza degli Stati Uniti fossero entrambi nella Skull and Bones, oppure che Berlusconi avesse fatto parte della P2. Dal punto di vista giudiziario, invece, trascurare il fatto che le menti delle stragi, e dei principali fatti di sangue italiani, fossero massoni, significa perdere di vista il collegamento principale di alcuni eventi; collegamento che non si limita, come alcuni pensano, al semplice fatto di far parte di un’organizzazione complessa e vasta come la massoneria, ma che implica il fatto di far parte di un meccanismo che si avvale di criteri esoterici per il suo operare, e che fa dell’esoterismo la sua ragione di vita, la sua forza, il suo modus operandi. Ed è in chiave esoterica che si trova spesso la ragione di alcuni fenomeni altrimenti inspiegabili. Trascurare il punto di vista esoterico nelle vicende, quindi, equivale a non capire le ragioni di un fenomeno. In una vicenda come il sequestro Moro, in particolare, trascurare il lato esoterico, equivale a capire, sì, molte delle dinamiche della vicenda, ma significa lasciare irrisolte alcune domande fondamentali, prime tra tutte il “perché” del sequestro, e successivamente una serie di altri quesiti secondari, come il ruolo di Igor Markevitch, il cosiddetto “misterioso intermediario” descritto da Fasanella nel suo libro omonimo.
2. Alcuni dati e considerazioni. Innanzitutto partiamo da una premessa. Non bisogna domandarsi perché le Brigate rosse hanno rapito Moro, ma perché buona parte delle forze politiche, nonché CIA e servizi segreti italiani e stranieri, ne hanno voluto la morte. Qui le motivazioni si fanno incomprensibili. Una delle ragioni più accreditate è quella che spiega il sequestro con la volontà di eliminare dalla scena politica l’artefice del futuro compromesso storico, per allontanare definitivamente il PCI dalla scena politica. Questa spiegazione è solo apparentemente plausibile. In realtà non regge ad una analisi più approfondita. CIA, Gladio, Mossad, hanno altri metodi per eliminare un politico scomodo. Berlinguer ebbe un “malore” (e qualche anno prima aveva avuto un incidente in cui perse la vita il suo autista, durante un viaggio in Bulgaria); Haider ha avuto un incidente d’auto; Kennedy fu assassinato da un pazzo isolato ovviamente (ed è un visionario chi dice che invece fu fatto fuori dalla CIA); se non lo si vuole uccidere gli si confeziona un bel pacco dono con trans, minorenni, scandali finanziari, collusioni mafiose, ecc. Ricorrere ad un sequestro di 55 giorni, per poi commettere un omicidio, significa richiamare l’attenzione di tutto il mondo sulla vicenda, ed usare un metodo quantomeno dispendioso e rischioso. Bisogna allora partire da una premessa: la massoneria dà rilevanza alle vicende da essa creata, in proporzione all’importanza dell’evento che vuole creare, e ai destinatari del messaggio che vuole lanciare. Se un evento rimane confinato nel territorio provinciale vuol dire che quell’evento ha rilevanza solo provinciale. Se dell’evento ne parla tutta Italia vuole dire che esso ha un’importanza e dei destinatari che sono di livello nazionale. Il sequestro Moro fu invece un evento internazionale. Il destinatario del messaggio era tutto il mondo. E tale sequestro annunciava una svolta epocale nei destini del mondo. Anche De Lutiis infatti già nel titolo del suo libro (Il golpe di Via Fani), dimostra di considerare la vicenda Moro più come un colpo di stato che come un semplice rapimento ad opera di terroristi. Nel libro poi precisa che le reali ragioni del sequestro, e il vero fine dell’influenza della CIA nel nostro paese, si sarebbero scoperte completamente solo negli anni successivi. Uno scenario internazionale, ben diverso da un semplice rapimento ad opera di terroristi, è delinato anche nel libro di Flamigni “La tela del Ragno”.
3. La simbologia e il movente. Iniziamo dalla firma. La firma della Rosa Rossa inizia con il luogo del sequestro e finisce col luogo del ritrovamento. La scorta di Moro fu trucidata infatti in via Fani. Mario Fani era un viterbese, fondatore del “Circolo di Santa Rosa”. Peraltro Viterbo ha come patrona Santa Rosa. Il corpo fu invece ritrovato al numero 9 di Via Michelangelo Caetani. A quel numero c’è il “Conservatorio di Santa Caterina della Rosa” e l’auto in cui fu trovato Moro era una Renault Rossa (RR). Inizio e fine dell'operazione Moro, portano la rosa come simbolo. Quanto a Michelangelo Caetani, non era – dal punto di vista esoterico e rosacrociano – una personalità qualsiasi. Caetani era un dantista, e per la precisione come dantista si occupò anche del linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d’Amore, che era, in realtà, un’organizzazione segreta di matrice templare e rosacrociana. Come abbiamo spiegato in un altro articolo (Dante massone templare e rosacrociano) per decifrare le vicende rosacrociane occorre fare riferimento alla Divina Commedia, che è un vero e proprio codice cifrato per decriptare omicidi e avvenimenti massonici. http://paolofranceschetti.blogspot.com/2010/01/dante-templare-massone-rosacrociano.html
Per capire la vicenda Moro è infatti indispensabile capire anche la simbologia dantesca. Nella Divina Commedia le profezie sono poste ad una distanza di 666 versi o 515, l’una dall’altra. A questo punto si deve considerare che il sequestro Moro avviene a 666 anni di distanza dal processo ai Templari (che risale al 1312). L’inizio della persecuzione templare avviene infatti nel 1307, ma la data della loro soppressione ufficiale è il 1312 con la bolla Vox in eccelso. Ora, lo studioso di templarismo non può non ricordare che quando De Molay andò al rogo, giurò vendetta al Re e al Papa; e che la vendetta templare, nei secoli, si è consumata con la progressiva e lenta distruzione della Chiesa e delle Monarchie; un processo che vede il punto di svolta decisivo con la Rivoluzione francese e con l’Unità d’Italia, eventi che furono infatti preparati e condotti dalla massoneria. A questo punto può notarsi una coincidenza (che coincidenza non è). La vicenda Moro può essere letta, sì, come un sequestro, ma anche come un processo, effettuato dalle BR a Moro e a tutta la DC. Nei famosi comunicati (9 in tutto) della BR, apparentemente deliranti, i sequestratori processarono Moro e tutto il sistema politico di allora. Qui ricorre la legge del contrappasso dantesca: 666 anni dopo il processo ai Templari, i Templari processano a loro volta il sistema. Moro viene tenuto prigioniero per 55 giorni perché (tenuto conto che l’uno esotericamente indica la divinità e non deve essere considerato) tale numero indicava il compimento di una profezia. A questo punto resta da capire il motivo per cui è stato scelto proprio Moro, al di là delle demenziali spiegazioni del tipo “era un esponente importante della DC”, “voleva il compromesso storico”.
Tutte le maggiori opere dei pensatori e filosofi rosacrociani (da romanzi come Zanoni a opere come Atalanta Fugiens, agli scritti di Comenio ecc.) indicano la necessità di andare verso una società ideale, fatta degli uomini migliori; una società unita, armonica, senza divisioni di razze e paesi. Uno dei motivi per cui i Templari furono distrutti è probabilmente il fatto che avessero costituito una sorta di “sovrastato” indipendente dagli altri poteri, che abbracciava tutta l’Europa e andava fino alla Terrasanta. Nei secoli, i Templari hanno cercato di ricostruire questo “sovrastato”, e tale progetto ha il suo culmine attuale nell’Unione Europea e nell’ONU, mentre in futuro vedremo rafforzare sempre di più queste istituzioni. Ora, nell’opera filosofica “La Città del Sole”, del pensatore e filosofo rosacrociano Tommaso Campanella, si delinea una società ideale. L’opera si svolge secondo un dialogo tra due personaggi, un Cavaliere di Malta e un ammiraglio, e delinea i presupposti di una società ideale. Il principe che presiede alla generazione della città, e che fissa le regole di essa, è il principe Mor (Amore). Da notare ancora che il dialogo tra il Cavaliere di Malta e l’ammiraglio seguono il modello della “Repubblica di Platone”. Una città ideale è descritta anche nell’opera “Utopia”, di Tommaso Moro, altro pensatore rosacrociano. Anche lui delinea una città perfetta, ideale, e tale società richiama La Repubblica di Platone. Tommaso Moro morirà in carcere, dove scriverà delle lettere indirizzate alla figlia, episodio che ha una straordinaria somiglianza con la vicenda di Aldo Moro, somiglianza che sarebbe tutta da approfondire. Per questo motivo fu scelto Moro, e molti dei principali protagonisti della vicenda hanno nomi che iniziano per Mor, perché il cognome dell'esponente della DC si ricollegava simbolicamente al Principe che doveva presiedere alle regole della generazione della società ideale. Da notare che anche la città scelta per l’operazione non è casuale. Roma infatti può essere letta al contrario come AMOR. Simbolicamente quindi nella città di Amor, si sacrifica Moro, per dare inizio ai lavori di ricostruzione della civilità ideale diversa da quella del passato. Il sequestro Moro è quindi il segno, l’inizio, la svolta epocale di una nuova epoca e una nuova generazione. L’epoca in cui tutte le nazioni saranno unite in una società ideale rosacrociana Nel 1978 infatti parte lo Smec, il processo per la moneta unica, che è la tappa più importante non solo dell’Unione Europea, ma una delle tappe fondamentali per la creazione del Nuovo Ordine Mondiale. Il sequestro Moro segna, insomma, una tappa fondamentale di portata storica nelle vicende mondiali del NWO. Indica lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo ordine mondiale. Da quel momento infatti si accelerano le tappe per arrivare all’attuale UE, al Trattato di Lisbona e ad un mondo sempre più accentrato. Concludiamo questo paragrafo chiedendovi di visionare la foto in alto, all'inizio dell'articolo. Ad un esperto di simbolismo la foto apparirebbe chiara: Sopra la testa di Moro campeggia la stella a 5 punte delle BR, sì, ma anche della massoneria. Lo stesso stemma – guarda caso - della Repubblica Italiana. Davanti a Moro compare il titolo di un quotidiano: La Repubblica. Guarda caso. Moro, Stella massonica, quotidiano La Repubblica, La Repubblica di Platone, Città del Sole, Principe Mor.
4. Conclusioni. Ci sarebbe altro da dire e da scrivere, altro da cercare, spiegare, ecc. Nelle operazioni rosacrociane nulla viene lasciato al caso, e tutto viene curato simbolicamente nei più piccoli particolari; nel caso Moro troviamo simbolismo dal nome del quartiere in cui avviene il rapimento (Trionfale) al numero delle lettere inviate dai brigatisti (9, come il numero di Via Caetani, che era numero importantissimo per Dante, essendo il numero di Beatrice, che simbolicamente rappresentava l’organizzazione dei Fedeli D’Amore cui Dante apparteneva). Se gli storici e gli esperti di cronaca giudiziaria fossero maggiormente a conoscenza del sistema di funzionamento delle società segrete, capirebbero al volo il ruolo di Markevitch nella vicenda, che è ben più di quella di un “semplice intermediario”. Se tali studiosi affrontassero le problematiche della massoneria e delle società segrete, molti dubbi si chiarirebbero e molte domande troverebbero risposta. Nella prefazione al libro di De Lutiis “Il lato oscuro del potere” il senatore Pellegrino scrive che prima di iniziare ad occuparsi di stragismo, era convinto che la storia italiana fosse intrisa di “misteri”; ma – scrive il senatore – raggiunsi ben presto una convinzione opposta e cioè che la storia del nostro paese non fosse poi tanto misteriosa perché già suscettibile, per grandi linee, di una lettura organica e coerente”. Aggiungo io: se ai materiali giudiziari e storici si aggiungessero quelli esoterici, la lettura sarebbe organica e coerente non solo a grandi linee, ma nella sua completezza. Per quanto mi riguarda, mi sono addentrato da relativamente pochi anni negli studi esoterici e spesso brancolo nel buio, chiedendo aiuto ad amici, studiosi di esoterismo e non, per cercare di muovermi in un settore ancora per molti versi sconosciuto. Tempo fa sulla rivista esoterica Hera, diretta da Gianfranco Carpeoro, massone e esperto di simbologia, nello speciale Massoneria, venne citato il mio nome, indicando i miei studi sulla Rosa Rossa come interessanti e condotti con rigore. Come dissi a Carpeoro, la cosa mi ha fatto piacere, considerandolo un attestato di correttezza degli studi compiuti fin qui, ma al tempo stesso mi ha dato anche un profondo senso di tristezza. Trovo triste infatti che ad occuparsi di queste cose sia io, che fino a poco tempo fa non sapevo neanche cosa significasse “esoterismo” e consideravo il simbolismo materia da sciroccati fuori di testa, e rimangano fuori dal gioco persone che studiano queste cose da decenni. Carpeoro mi ha risposto: “se certe cose le dice un massone non è credibile, perché lo si accuserebbe di faziosità e di chissà quali interessi; le persone razionali e scientifiche non si possono approcciare al problema; tu invece sei nel mezzo, che è la posizione migliore”. E’ auspicabile, in futuro, che menti raffinate, intelligenti e oneste intellettualmente come De Lutiis, Flamigni, e tanti altri, indaghino anche il lato esoterico delle vicende mondiali, per comprendere così le parti ancora inspiegate, ma spiegabilissime, delle vicende che hanno studiato. Ed è auspicabile in futuro la collaborazione tra i due mondi, esoterico e razionale, per dare ciascuno un maggiore impulso all’altro e a se stesso. Solo così si darà luce a quel “lato oscuro del potere” che oscuro non è, se letto in chiave simbolica e ricostruito tenendo conto dell’importanza e del ruolo della massoneria nei secoli precedenti e attuali; e solo così si ricostruiranno molte vicende non a grandi linee, come scrive il senatore Pellegrino, ma in ogni linea.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da incredulo il 8/3/2011 19:11:56
@ Redna
Ottimo articolo, vi sono diversi punti molto interessanti, grazie per questo bel lavoro.
Ma il punto piu' importante e' comprendere che, al di la della ricostruzione che non puo' essere perfetta, che questa realta' ESISTE, non e' il frutto di menti paranoiche.
E la domanda che dovremmo farci e': "Perche' i potenti della terra ci credono?."
Perche' fanno di tutto per convincerci che sono solo cazzate?
Perche' ci tengono nell'ignoranza e fanno di tutto per farci credere che questa ignoranza sia conoscenza?
Che possibilita' abbiamo, noi persone semplici, di potere veramente decidere in questo sistema "democratico"?
Ci hanno indotto a credere in una realta' che non e' LA REALTA'.
Lo hanno fatto con il racconto della Storia, dell'Arte, della Letteratura, della Scienza, gli uomini simbolo di queste discipline sono o sono stati tutti massoni!!!
Ci tramandano il loro pensiero da generazioni, quel pensiero e' DIVENTATO il NOSTRO pensiero anche se non siamo massoni, si sa che un pensiero RIPETUTO diventa vero anche se non lo e'.
Ci hanno costruito un mondo attorno, che noi abbiamo accettato, completamente inventato, siamo schiavi mentalmente in una prigione senza sbarre.
Rendersene conto e' dura, ma quando lo si fa il mondo appare per quello che e' veramente, un mondo in cui sentirsi libero in cui e' possibile esprimersi in cui e' possibile vivere il proprio ESSERE.
Un saluto
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da benitoche il 9/3/2011 5:58:06
Citazione:
incredulo ha scritto: Rendersene conto e' dura, ma quando lo si fa il mondo appare per quello che e' veramente, un mondo in cui sentirsi libero in cui e' possibile esprimersi in cui e' possibile vivere il proprio ESSERE.
Un saluto
@Redna Citazione:
l’organizzazione dei Fedeli D’Amore cui Dante apparteneva
Grazie,interessante articolo
i poeti d'amore italiani più caratteristici
Federico II, Imperatore ghibellinissimo.
Manfredi, suo ghibellinissimo figlio.
Pier delle Vigne, suo Cancelliere, nemicissimo della Chiesa di Roma.
Jacopo da Lentini, notaio dell'Imperatore ghibellinissimo.
Guido Guinizelli, notissimo ghibellino.
Guido Cavalcanti, in fama di eretico presso i suoi contemporanei.
Dante Alighieri, le cui ossa furono ricercate dopo morto per essere bruciate sotto imputazione di eresia.
Cino da Pistoia, nemico della Chiesa e partigiano fierissimo dell'Impero.
Francesco da Barberino, soldato di Arrigo VII.
Cecco d'Ascoli, che scrive a Dante: «A me la tua parola stretta legola» e che finisce bruciato vivo come eretico sei anni dopo la morte del Poeta.
Bella figliola ca ti chiammi Rosa, chi bbellu nome mammate t'ha misu t'ha misu u nome bbellu di li rose lu megliu ciore di lu paradisu bella figliola ca ti chiammi Rosa bbella figliola ca ti chiammi Rosa
Passu di notti e ti salutu strata cu 'na vampa allu cori e vuci ardita, puru nu salutu a tia finestra amata chi rintra c'è na rosa culurita rosa chi dilli rosi ammuttunata, rosa ha tinutu in pedi la me vita passu di notti e ti salutu strataaaaaaaa
Jò ‘sta canzuni la lassu stampata chi rintra c'è ‘na rosa culurita ti posso offriri sulu 'na cantata, sulu sta vuci mi detti la vita pueti sunaturi e stampasanti camparu sempri poveri e pizzenti ! passu di notti e ti salutu strataaaaaaa
e nesci rooosa t'ha ddiri 'na cosa e nesci rooosa t'ha ddiri 'na cosa e nesci rooosa t'ha ddiri 'na cosa 'na cosa e nesci neesci roosa
…..Bella ragazza che ti chiami Rosa, c he bel nome mamma ti ha messo ti ha messo il nome bello delle rose il miglior fiore del paradiso bella ragazza che ti chiami Rosa
bella ragazza che ti chiami Rosa
Passo di notte e ti saluto strada con una vampata al cuore e voce ardita pure un saluto a te finestra amata che dentro c'è una rosa colorata rosa delle rose abbottonata (nel senso di rosa che deve ancora sbocciare) che ha tenuto in piedi la mia vita passo di notte e ti saluto strada
Io questa canzone la lascio scritta che dentro c'è una rosa colorata ti posso offrire solo una canzone, solo questa voce mi ha dato la vita poeti suonatori e "stampasanti" vissero sempre poveri e pezzenti passo di notte e ti saluto strada
ed esci Rosa che devo dirti una cosa ed esci Rosa che devo dirti una cosa ed esci Rosa che devo dirti una cosa una cosa ed esci esci Rosa.....
PS la corrente rosicruciana e i cavalieri del tempio furono per molto tempo due entità ben distinte
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da redna il 9/3/2011 10:03:18
incredulo
Citazione:
Che possibilita' abbiamo, noi persone semplici, di potere veramente decidere in questo sistema "democratico"?
direi zero possibilità. Penso anche in quale maniera è nata l'attuale repubblica e allora veramente mi intristisco del tutto.
Con l'avvento poi della tv e mass media tenuti da chi detiene anche le sorti del governo penso che le possibilità di 'decisione' da parte del popolo siano andate veramente a farsi benedire. Dopotutto adesso si capisce il perchè Craxi diede le televisioni dalla sera alla mattina con uno svelto decreto, ad uno sconosciuto imprenditore e nessuno si oppose a questo (nemmeno i 'comunisti' di allora....). Il paese doveva essere istruito a dovere sulla nuova linea che qualcuno stava progrettando a suon di culi e tette, ed erano gli stessi che dall'alto delle istituzioni affermano che le donne non sono oggetti per cui si devono ribellare. Ma chi le ha fatte diventare oggetti se l''è mai chiesto? (*)
Citazione:
Ci hanno costruito un mondo attorno, che noi abbiamo accettato, completamente inventato, siamo schiavi mentalmente in una prigione senza sbarre.
nel nostro piccolo qualcosa lo possiamo fare: spegniamo la tv e quando l'audience cala allora si che qualche segnale arriverà.(teniamo anche presente che nel decreto milleproroghe sono stati 'dirottati' 30milioni dalla banda larga al digitale terrestre... senza che nessuno dica nulla) Lo scollamento del paese dalla 'loro' morsa potrebbe partire dall'abbandonare i 'loro' tentacoli studiati a tavolino per inculcare nelle nostre menti il culto della 'loro' personalità tanto da convincerci che non c'è nessuno al governo capace di sostituire un presidente del consiglio avvinghiato in mille processi. In Giappone il ministro deglo esteri si è dimesso per 400euro. In Germania è bastata una tesi copiata per arrivare alle dimissioni. Quindi è evidente che qualcosa di strano c'è ancora nel nostro paese dopo 33 anni dall'uccisione di Moro. Dall'Italia è partito un segnale al mondo con l'uccisione di Moro.Un paese di spettacolo, l'Italia con gente di spettacolo, con attori ed attrici rifatti e fatti che continuano a recitare un copione che non conosciamo e chi ne capisce qualcosa sono etichettati come pazzi.
Forse partire dal momento presente per capire l'insieme potrebbe già essere un buon inizio.
Citazione:
Rendersene conto e' dura, ma quando lo si fa il mondo appare per quello che e' veramente, un mondo in cui sentirsi libero in cui e' possibile esprimersi in cui e' possibile vivere il proprio ESSERE.
come non quotarti! aggiungo anche e sottolineo, che l'ESSERE è molto ma molto diverso dall'avere. Per questo ci continuano ad inculcare l'adorazione al dio denaro perchè, appunto, dimentichiamo l'ESSERE perchè è solo quello che può contrastare l'avere.Quindi in sostanza un pericolo per il potere.
La persona razionale che si sente sicura tanto da dare del visionario a chi sostiene tesi 'esoteriche' dovrebbe invece rendersi conto che è invischiato in una tela di ragno costruita a tavolino.L'esoterista, pur essendo visionario, è un ESSERE alla fin fine libero.
bellissimo post benitoche.......grazie per gli spunti storici.
8 marzo, Napolitano: «No donne oggetto Serve opera di rinnovamento morale» «Consumismo favorisce comportamenti aggressivi sulle donne Parità ancora lontana, anche gli uomini devono difenderla»
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
8 marzo, Napolitano: «No donne oggetto Serve opera di rinnovamento morale» «Consumismo favorisce comportamenti aggressivi sulle donne Parità ancora lontana, anche gli uomini devono difenderla»
Quoto redna.
Domanda: ma secondo voi perchè Napolitano si dimostra così remissivo verso il Berlusca?
Fa parte del finto gioco maggioranza/opposizione, oppure ci sono motivi più "diretti", per cui sarebbe "in mano" a qualcuno (per chissà quale scheletrone) che lo manovra e lo soporizza?
Un pres. d. rep., anche di terz'ordine, di fronte allo scempio assoluto dei nostri giorni, avrebbe ben altro che un richiamo "ecumenico" da promulgare.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da redna il 9/3/2011 21:38:57
Citazione:
Domanda: ma secondo voi perchè Napolitano si dimostra così remissivo verso il Berlusca?
Fa parte del finto gioco maggioranza/opposizione, oppure ci sono motivi più "diretti", per cui sarebbe "in mano" a qualcuno (per chissà quale scheletrone) che lo manovra e lo soporizza?
Un pres. d. rep., anche di terz'ordine, di fronte allo scempio assoluto dei nostri giorni, avrebbe ben altro che un richiamo "ecumenico" da promulgare.
dall'articolo:
Ed è in chiave esoterica che si trova spesso la ragione di alcuni fenomeni altrimenti inspiegabili. Trascurare il punto di vista esoterico nelle vicende, quindi, equivale a non capire le ragioni di un fenomeno.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da captcha il 9/3/2011 22:03:35
Puro genio.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
PS Redna perdonami,ma scrivere bellissimo post...grazie per gli spunti storici,per me sà tanto di presa per il culo,avrei preferito tu mi avessi risposto :benitoche non ho capito il perchè del tuo post sei un cazzone che scrive cazzate,almeno saresti stata onesta Il post Redna-Francescetti ha un'utilità quì su LC solo se ulteriormente valutato ed approfondito,almeno dal mio punto di vista A tal proposito mi preme rammentarti quanto fossero in errore i monaci guerrieri,tanto quanto lo erano i loro avversari arabi,entrambi convinti del fatto che il nemico risiedesse fuori da noi Tale carenza fù successivamente compensata,I Templari infatti di lì a poco inizieranno il loro vero percorso con le vicende arturiane ed il Graal,da quì nacque la comunione di intenti con i rosacruciani ciao
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da redna il 10/3/2011 10:17:01
Citazione:
Redna perdonami,ma scrivere bellissimo post...grazie per gli spunti storici,per me sà tanto di presa per il culo,avrei preferito tu mi avessi risposto :benitoche non ho capito il perchè del tuo post sei un cazzone che scrive cazzate,almeno saresti stata onesta
benitoche, mi pare tanto che tu stia andando con quelli che si inventano che gli altri siano in una certa maniera e quella maniera è solo quella in cui la pensano loro. La mia onestà comunque la so io e non certo tu. Almeno quella lasciala stare, non ti permetto di metterla in gioco.
Citazione:
Il post Redna-Francescetti ha un'utilità quì su LC solo se ulteriormente valutato ed approfondito,almeno dal mio punto di vista
intanto redna si è limitata a copia-incollare un articolo di Franceschetti e non ha fatto altro. Il binomio redna-Franceschetti è fuori luogo.
Il problema è che l'articolo si va approfondito ma dal punto di vista di tutti e non solo di uno. Ci potrebbero essere benissimo 'molte' comprensioni ma non una soltanto e questo è dato dall'apertura mentale di molti e non solo da dei punti di vista.
Citazione:
A tal proposito mi preme rammentarti quanto fossero in errore i monaci guerrieri,tanto quanto lo erano i loro avversari arabi,entrambi convinti del fatto che il nemico risiedesse fuori da noi
ma sei proprio sicuro che erano avversari gli arabi? non erano stati poprio i medici arabi a far nascere Federico II? e S.Francesco non andò a parlare con sultano?
Il nemico risiede sia fuori sia dentro. Quando la mente da forma a un nemico quel nemico si annida all'interno e anche all'esterno.
Citazione:
Tale carenza fù successivamente compensata,I Templari infatti di lì a poco inizieranno il loro vero percorso con le vicende arturiane ed il Graal,da quì nacque la comunione di intenti con i rosacruciani
la storia del Graal inizia molto prima.
Traggo dall'articolo:
Se gli storici e gli esperti di cronaca giudiziaria fossero maggiormente a conoscenza del sistema di funzionamento delle società segrete, capirebbero al volo il ruolo di Markevitch nella vicenda, che è ben più di quella di un “semplice intermediario”. Se tali studiosi affrontassero le problematiche della massoneria e delle società segrete, molti dubbi si chiarirebbero e molte domande troverebbero risposta.
e qui sta il nocciolo di tutto. Le problematiche delle società segrete finchè non si comprendono con chiarezza non si ha modo di aver risposte ma solo frammentari sprazzi di 'qualcosa' che si sa ma non si sa nemmeno se è vero o inventato.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da benitoche il 11/3/2011 10:29:05
Citazione:
redna ha scritto: Il problema è che l'articolo si va approfondito ma dal punto di vista di tutti e non solo di uno. Ci potrebbero essere benissimo 'molte' comprensioni ma non una soltanto e questo è dato dall'apertura mentale di molti e non solo da dei punti di vista.
ma sei proprio sicuro che erano avversari gli arabi? non erano stati poprio i medici arabi a far nascere Federico II? e S.Francesco non andò a parlare con sultano?
Il nemico risiede sia fuori sia dentro. Quando la mente da forma a un nemico quel nemico si annida all'interno e anche all'esterno.
e qui sta il nocciolo di tutto. Le problematiche delle società segrete finchè non si comprendono con chiarezza non si ha modo di aver risposte ma solo frammentari sprazzi di 'qualcosa' che si sa ma non si sa nemmeno se è vero o inventato.
Appunto,se decidi di trattare certi argomenti devi partire da lontano,altrimenti lascia stare,fai solo confusione come il Franceschetti
Lo scorso agosto gli agenti speciali di Scotland Yard hanno sequestrato, nell’appartamento di un noto avvocato londinese, quello che viene ritenuto tra i piú importanti cimeli della dinastia Mochica, il copricapo che indossavano i re dell’omonima civiltà fiorita in Perú intorno al VII-VIII secolo d.C., prima cioè degli Inca. Le tracce di un oggetto cosí raro ed illustre si erano perdute da piú di venti anni, e quindi il ritrovamento è da ascrivere tra i successi piú rimarchevoli delle forze che operano in tutto il mondo contro il commercio clandestino dei reperti archeologici. Il copricapo, una specie di diadema in oro, rappresenta con molta probabilità il dio del Sole Inti, il dio giaguaro, creatore di tutte le cose. Fu questa divinità a conferire al primo capo Inca, Manco Capac, l’incarico di fondare l’impero incaico. Munito di una bacchetta d’oro ricevuta dal dio, Manco Capac, grazie all’illuminazione divina, segnò sulla terra l’ubicazione della civiltà inca e quella della sua capitale Cuzco, “l’ombelico del mondo”. Regnando il tredicesimo Inca, Atahualpa, nel 1531, arrivarono gli Spagnoli. Francisco Pizarro (1475- 1541), avventuriero dell’Estremadura, durante una missione esplorativa nelle Ande peruviane (1524-25), notò che a Tumbes, una città inca, le mura dei templi erano ricoperte da enormi placche d’oro. Dello stesso nobile metallo erano fatti i braccialetti delle donne, le collane, le cavigliere e persino i piú ordinari utensili domestici. Oro a profusione, quindi. Fu cosí che scattò in lui, e nel suo compatriota e commilitone Diego de Almagro, l’idea di impossessarsi delle ricchezze di quell’impero tra le montagne, che dominava buona parte dell’America meridionale, su un territorio corrispondente all’attuale estensione di Bolivia, Ecuador e Perú. Il popolo di quelle regioni era costituito dall’etnia dei Quechua, dominata però dalla casta superiore degli Inca, che disponeva di un’autorità assoluta derivante appunto da una pretesa discendenza divina. E poiché il dio supremo adorato da quelle popolazioni era il Sole, gli Inca si erano dati il titolo di Figli del Sole. In onore del dio Inti, essi celebravano la “Intip Raymi”, la danza del Sole, due volte l’anno: a giugno in occasione del solstizio d’inverno, a dicembre di quello estivo. In quest’ultima solennità veniva prodotto il fuoco sacro, che sarebbe servito per un intero anno. Il fuoco si ricavava usando degli specchi ustori d’argento, o mediante lo sfregamento di due pezzi di legno. Come nell’antica Roma, un collegio di vergini sacre doveva prendersi cura del fuoco, sotto la guida del “Villa umu”, colui che parla col dio, l’equivalente del Pontefice massimo. Le vergini, dette “spose del Sole”, erano tenute, oltre che alla tutela del fuoco sacro, a una rigida castità. Quelle che trasgredivano ai voti subivano, per un’altra strana coincidenza, la stessa sorte delle Vestali romane fedifraghe: venivano sepolte vive, e gli eventuali complici del sacrilegio erano messi a morte sulla pietra del sacrificio “intihuatana”, l’altare del dio Inti, dove s’innalzava anche lo gnomone per i calcoli astronomici legati al ciclo solare. Era, quella comminata ai responsabili del sacrilegio con le spose del Sole, l’unico caso di esecuzione capitale, ché, a differenza di Maya e Aztechi, gli Inca non facevano sacrifici umani a scopo religioso. Alle loro divinità offrivano normalmente cibi e bevande, raramente immolavano lama e volatili, in ciò simili ai Toltechi, l’unica etnia della Mesoamerica aliena da sacrifici cruenti. Del resto, l’etica degli Inca era molto semplice, nel suo scarno enunciato morale: “nessun ladro, nessun pigro, nessun bugiardo”. Dettame questo di non ardua ottemperanza, dato che Pacha Mama, la Madre Terra, con quel clima e quel suolo, ne aveva in abbondanza per tutti. Anche perché ferveva di tutte le forze magnetiche e magiche, le “huaca”. Non fossero bastate la fertilità e la provvidenza divina, vigendo la comunanza dei beni e delle risorse, provvedeva al welfare del popolo minuto lo “ayllu”, il gestore dell’annona. Che amministrava le derrate e i prodotti della terra considerati di proprietà collettiva. Il soggetto beneficato da tanta grazia doveva però, a sconto morale e materiale, sostenere la corvée gratuita nelle terre destinate al patriziato regale e alle gerarchie sacerdotali. Inca e Quechua coltivavano mais e patate, ignoravano l’uso del ferro, della volta e della ruota, facevano i conti adoperando cordicelle variamente annodate. È stupefacente annotare come, pur disponendo di un patrimoniotecnico e scientifico tanto diverso e per certi aspetti inadeguato, gli Inca riuscissero a innalzare palazzi e templi ciclopici, costruendo strade selciate che univano le molte e ricche città dell’impero, elaborando forme artistiche e artigianali di rara maestria e bellezza. Un regime autoritario ma illuminato faceva sí che i sudditi non dovessero chiudere a chiave la porta di casa e potessero viaggiare in sicurezza per tutto il paese. Fu in questa opulenta e ben organizzata civiltà che irruppero Francisco Pizarro e Diego de Almagro, disponendo di soli 168 uomini, di cui 67 a cavallo – animale sconosciuto ai locali – e soprattutto di 20 cannoni. Stretti nelle loro armature di acciaio, dotati di archibugi e spade temprate, i “portatori di tuono”, come erano già stati soprannominati i conquistadores di Cortèz in Messico dieci anni prima, anche in Perú l’esigua armada degli uomini barbuti venuti dal mare orientale, risibile per uno scenario bellico europeo ma invincibile nel contesto inca, ebbe buon gioco con gli ingenui e mal armati guerrieri indigeni, che disponevano solo di zagaglie e lance di rame e legno, e si riparavano con elmetti di stoffa e piume. E comunque non ci fu uno scontro leale sul campo. Il tredicesimo Intip Churin, il Figlio del Sole, nella figura del capo inca Atahualpa, venne attirato in una imboscata, catturato e costretto a pagare un riscatto di tanto oro quanto poteva contenerne una sala della reggia. L’Inca pagò, ma ciò non gli salvò la vita. Subito dopo il pagamento venne regolarmente battezzato, poi giustiziato con la garrota e il corpo dato alle fiamme. Morto il re che incarnava il dio Sole sulla Terra, gli Inca videro realizzarsi le antiche profezie, che volevano la loro rovina provenire dalla schiuma del mare a Oriente, su vascelli con grandi ali candide. Una dopo l’altra caddero le sontuose città, i santuari rivestiti d’oro, i grandi palazzi del potere inca: Cuzco, Quito, Tambu Machay, Sacsahuaman, dalle possenti mura ciclopiche. Si salvò Machu Picchu, osservatorio e tempio solare, in alto tra le vette inaccessibili. Grazie alla sua sopravvivenza, abbiamo potuto fissare in parametri di eccellenza il livello raggiunto dalla civiltà inca, altrimenti defraudata di ogni valore e dignità dalla damnatio memoriae perseguita con meticoloso impegno dai cronisti al seguito dei conquistadores, e negli anni successivi da storici e antropologi che avevano aderito ai princípi e agli interessi della conquista. Poiché, secondo quei princípi propri dei popoli inclini all’imperialismo, non basta annientare manu militari una civiltà, occorre anche dequalificarla agli occhi della storia, al punto che la presa di possesso territoriale venga omologata e giustificata da pretestuosi intenti di edificazione o ripristino dei valori e diritti umani e sociali, e perché no, anche culturali e religiosi. Ma come era avvenuto in Messico dieci anni prima con Montezuma, la cui efferata soppressione da parte di Cortez aveva scatenato la famigerata vendetta, culminata nella rivolta Azteca della “noche triste”, anche l’uccisione disumana e fraudolenta dell’ultimo re inca Atahualpa diede avvio a una nemesi inarrestabile ai danni di Pizarro e del suo socio de Almagro. Per la divisione dell’incalcolabile bottino sottratto agli Inca, si eliminarono tra loro. Nel giro di tre anni, la loro tirannia ebbe fine. Era la maledizione dell’oro, che dal Perú si diffuse in tutte le colonie del nuovo mondo, e da qui, sui galeoni, insieme all’argento e agli schiavi, raggiunse l’Europa. Tanta ricchezza, invece di portare prosperità, arrecò disagi alla Spagna, incentivando il regime parassitario degli hidalgo che orbitavano intorno alla reggia e ne godevano i benefíci. La monarchia finí col conservare, della passata fioritura del Secolo d’oro, unicamente l’albagía e il rigore di un’etichetta quanto mai rigida, codificata da un cerimoniale altrettanto inesorabile. Inoltre, le conquiste d’Oltremare spopolarono le campagne, e l’agricoltura stanziale venne sostituita dalla pastorizia nomade. Le guerre fecero il resto, assottigliando le risorse economiche e le forze produttive espresse dall’artigianato e dalle manifatture, braccia poste al servizio delle armate di terra e di mare. La stessa religione, uno dei pilastri della nazione iberica, seguí la sorte della perduta autorità regale e del tracollo economico, esaurendosi nel quietismo di Miguel de Molinos, che riduceva il rapporto dell’uomo con la Divinità a un misticismo di maniera, svuotato di ogni slancio sentimentale e di vigore animico. Ma l’oro facile degli Inca, la predazione umana di schiavi e peones, crearono, col trascorrere degli anni, un altro precedente nello scenario economico e sociale, europeo prima e universale poi. Si instaurarono due linee speculative, ancor piú condannabili perché applicate in genere da popoli cristiani. La prima, il denaro che fa denaro, consistente nella ricchezza che vive e si alimenta di se stessa e non derivante da lavoro fattivo, creativo, produttivo di beni e merci; denaro che attiva soltanto una spirale di rendite parassitarie, che non si fa quindi volano e catalizzatore di null’altro che non sia altro denaro e interesse maturato dal proprio valore inerte: le banche, l’usura, le obbligazioni, le quali finirono con l’irretire gli stessi governi che avevano incoraggiato il meccanismo monetario. L’oro passava dalle miniere nelle casse dello Stato, senza promuovere altro che sterili giochi fondati sul nulla. L’altra deprecabile speculazione venne espletata con la tratta degli schiavi, fornitrice di lavoro umano coatto, non retribuito, in cui l’essere individuale era ricattato a vita per la sua condizione priva di ogni tutela e dignità.
Le scoperte geografiche coincisero con il fiorire dell’Umanesimo. Purtroppo le degenerazioni che seguirono alle imprese coloniali, quali il culto dell’oro e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, vennero a inficiare il processo umanistico di sublimazione della civiltà, mirante a porre l’individuo al centro della realtà cosmica. Processo iniziato con l’avventura serafica del Poverello d’Assisi lungo la Via mistica e seguendo l’arduo cammino esoterico dantesco attraverso le insidie del mondo fino alla rivelazione dell’identità uomo-Dio: l’essere umano quindi assurto ad artefice del suo destino e padrone assoluto della propria individualità. Procedimento secondo cui l’attenzione viene distratta dalla sfera cosmicospirituale e diretta al singolo, come ci dice Rudolf Steiner: «Ora si fa astrazione da tutto questo e si rivolge lo sguardo ai dolori e alle gioie che il povero e umile essere umano sperimenta sulla Terra. Il singolo diventa ora importante. Ognuno rappresenta un mondo a sé e si vuole appunto vivere in modo che ogni singolo diventi un mondo a sé. L’eterno, l’infinito, l’immortale deve manifestarsi nel petto umano e non piú ondeggiare al di sopra della Terra, nella sfera superiore che la circonda»(1). E riferendosi poi all’esperienza francescana: «Di conseguenza non si ha di solito una idea adeguata della trasformazione nel sentimento quando Francesco d’Assisi cominciò a interiorizzare la vita dell’Occidente. …Francesco, che vuole cosí sentire l’uomo, che vuole anche sentire come il Cristo è per il povero essere umano …fa sgorgare dalla sua anima un’infinita interiorità, una vita del pensiero che non era immaginabile in tempi anteriori»(2). E in merito all’Alighieri: «Nella sua grandiosa poesia, come in un’ultima apparizione, Dante descrive ancora la vita umana sotto l’aspetto dato da potenze sopraterrene»(3). E l’arte, sempre secondo il Maestro dei Nuovi Tempi, contribuí anch’essa a tale disegno: «Vediamo cosí nella pittura di Giotto riflettersi nella creazione artistica ciò che nella natura è individualizzato, vediamo la rappresentazione di quanto è individuale-umano»(4). Allo stesso modo, in seguito alle scoperte e innovazioni scientifiche, scattò un meccanismo di emancipazione animica negli individui, che spesso li portava a riconsiderare il modo di porsi a fronte della natura e del divino. Ce lo conferma ancora Steiner: «Si pensa troppo poco che cosa significò per l’umanità …la scoperta dell’America alla fine del secolo quindicesimo, e anche la tutt’altra struttura sociale che si ebbe con la scoperta dell’arte della stampa, e infine ancora con la concezione copernicana e di Keplero per la scienza moderna»(5). Affrancare l’uomo dalla sudditanza a certi tabú mitico-misterici, inoltrarlo nel giardino inviolato della conoscenza scientifica razionale attraverso la scrittura a larga diffusione, innalzarlo alla posizione primaria nell’ordine cosmico naturale, resero l’individuo al contempo piú vulnerabile all’antico peccato di superbia. Per cui, gli slanci sublimativi che avevano ispirato l’Umanesimo ai suoi albori, l’ardore del nuovo, l’anelito di libertà e di sapere, la concezione di un nuovo ordine sociale e universale, degenerarono nella desacralizzazione della vita, nella negazione della disciplina morale, nella venerazione della materialità e del potere in tutti i loro esiti ed eccessi. Che l’Umanesimo, con le dovute eccezioni che confermavano la regola, avesse imboccato strade fuorvianti e adottato regole e canoni che tradivano lo spirito della concezione dantesca dei Fedeli d’Amore e della mistica francescana, lo dichiarò con forza visionaria e ardore profetico il Savonarola. Il frate domenicano, che predicava l’austerità dei costumi – pur coi toni apocalittici e nei modi intransigenti che lo spinsero a condannare, insieme a deprecabili cupidigie, lussurie e mollezze, tutta l’arte in genere – aveva colto, al di sotto della patina sfavillante della società del tempo, l’insidia di cui Arimane si è servito da sempre. L’antico inganno che portava la scienza e il sapere, attraverso la libera indagine, a scuotere le credenze tradizionali senza realmente risolvere gli assilli interiori dell’uomo e quindi attentando alla tenuta della sua fede nel divino e lasciandolo preda dell’angoscia e del dubbio. Il Signore delle Tenebre flautava all’orecchio dell’uomo le sue consumate seduzioni del potere, del soddisfacimento edonistico, degli orpelli e della bramosia dell’oro, della bellezza esteriore che irretisce con la maya delle apparenze. Dopo la morte sul rogo del Savonarola, per volere dell’autorità religiosa che faceva politica e col benestare di un potere politico divenuto religione, si ruppe la diga che conteneva le contraddizioni del secolo umanistico e la violenza dilagò per tutta l’Europa. Giotto «S. Francesco rinuncia ai beni paterni» (1295-1300) Assisi, Basilica sup. di San Francesco 6 L’Archetipo – dicembre 2006
Seguí il Rinascimento, un secolo travagliato dal dal dissidio animico tra Spirito e materia, tra estasi creative e tormenti venali. I fermenti che agitavano la società del XVI secolo traevano forza dalla linfa per metà esaltante e per metà venefica che veniva dai mali delle conquiste e dalla vanagloria dell’uomo. Congiure politiche e finanziarie, scismi religiosi, la Riforma; il militarismo si esasperò a tal punto che anche la Chiesa armò i suoi pontefici (Giulio II), creando il suo esercito di fedelissimi con la Compagnia di Gesú. Ci furono i pirati, gli schiavisti, i rinnovati imperialismi su territori dove non tramontava mai il sole, le guerre di religione, la notte di San Bartolomeo, l’Inquisizione, gli assolutismi che nel Principe di Machiavelli trovarono il vademecum dei loro egotismi. Qualcosa nell’uomo si era rotto e la sua anima lacerata si avviava a dar vita a una civiltà senza Dio. Per divina misericordia, illuminarono quella temperie di orgoglio e furore, l’oscura notte della ragione senza fede e della fede secolarizzata, i bagliori del genio umano, intoccabile da ogni congiura: Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Ariosto, Rabelais, Gutemberg, Dürer, Copernico, Paracelso, Erasmo. Fermenti e pulsioni, altezze e profondità, uomini che pilotarono la zattera della civiltà umana traendola fuori dal marasma, impegnati a non cedere alle due estreme seduzioni: la fuga nel delirio dell’astrazione dialettica e la caduta irreversibile nella pania inibente della materia. Dopo cinque secoli, a che punto è la notte? Ai vistosi cedimenti registrati dai piloni portanti della società umana, rappresentati da religione, filosofia, scienza ed economia, ha contribuito in misura diretta e cospicua lo smarrimento dell’uomo che è venuto meno al suo impegno etico e formativo, lasciando insinuare il suo tessuto animico dai tarli del materialismo agnostico e del relativismo morale. E ha scelto quindi, consapevolmente, quali valori, o disvalori, fossero piú consoni ad ispirare i suoi ideali e comportamenti. La Scienza dello Spirito ci dice però che tale smarrimento si rese necessario affinché l’uomo conquistasse la consapevolezza della propria natura trascendente, e che tale presa di coscienza avvenisse mediante una sofferta gestazione animica e spirituale. Sofferenza che, male intesa e male indirizzata, doveva piú volte rivelarsi causa di malessere sociale, di conflitti e incomprensioni. Ce lo conferma Massimo Scaligero: «Il male non è nelle cose, ma nell’uomo, nell’anima: se l’anima non è capace di autoconoscenza, le è necessario sperimentare il male, proiettandolo fuori di sé, perché le ritorni contro e le sia conoscibile, come idea. Chi non sa pensare mediante pensieri, viene costretto a pensare mediante fatti. Cosí, chi ha la lotta in sé, la porta fuori di sé: la sua incapacità di confutare se stesso lo porta a confutare gli altri, a contestare ad accusare. Tende a mutare all’esterno qualcosa che dovrebbe mutare in se stesso»(6). Ne deriva pertanto sofferenza per tutti, senza che però questa contribuisca a migliorare l’uomo. «Viene impedito che il dolore individuale si trasformi in conoscenza, e che la conoscenza di sé e delle proprie responsabilità divenga azione, cooperazione cosciente con il karma, atto libero. …Il karma bloccato diviene una potenza ancora piú determinante nella storia umana, nel senso di un divenire fatale non piú controllato dalla conoscenza»(7). Tuttavia nessun bilancio, fosse anche il piú negativo – e non è in definitiva il caso di quello riferito alla civiltà umana – può chiudersi omettendo le strategie e i propositi di recupero. Il futuro è una grande risorsa, e Massimo Scaligero ce ne indica le potenzialità sociali e spirituali: «Non esiste provvedimento socioeconomico, o rivoluzione, o trasferimento dei mezzi di produzione, che possa risolvere un problema la cui interna sostanza è il tessuto stesso delle forze con cui l’uomo quotidianamente pensa, sente e agisce: forze che fanno appello a una conoscenza capace di afferrare i loro impulsi edificatori secondo la logica della loro struttura intemporale: la cui correlazione temporale, lo scorrere dal passato nel presente, esige la conoscenza dell’uomo libero. Né il meccanismo ideologico, né l’intelligenza virtuosistica, o lo Gnosticismo, consentono tale libertà, perché ne verrebbero infranti. È la libertà che l’uomo consegue mediante la reale conoscenza: per virtú della quale egli può aiutare l’umile e lo sprovveduto a risolvere le sue difficoltà: non mettendolo contro di esse, non togliendogli le forze per affrontare se stesso, ma fraternamente sostenendolo mediante la soluzione socioeconomica che favorisca l’armonica formazione interiore di lui, come elaboratore egli stesso del proprio destino…»(8). Con questo auspicio di riscatto umano, salutiamo la nascita del Sole rinnovato. Le tenebre sono alte e spesse, ma la sua luce è grande e possente. Alla fine il chiarore vincerà, illuminando il fatale divenire dell’uomo realizzato nella sua divinità. Leonida I. Elliot (1)R. Steiner, Storia dell’arte, specchio di impulsi spirituali – I, O.O. 292, Ed. Antroposofica, Milano 1992, pp. 14-15. (2)op. cit., pp. 14-15. (3)op. cit., p. 15. (4)idem. (5)R. Steiner, Storia dell’arte, specchio di impulsi spirituali – IV, O.O. 292, Ed. Antroposofica, Milano 1996, pp. 63-64. (6)M. Scaligero, Lotta di classe e karma, Perseo, Roma 1970, pp. 140. (7)op. cit., p. 141-42. (8)op. cit., p. 143.
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
Inviato da redna il 11/3/2011 15:08:25
Citazione:
Appunto,se decidi di trattare certi argomenti devi partire da lontano,altrimenti lascia stare,fai solo confusione come il Franceschetti
se tu decidi di parlare di quello che vuoi cerca almeno di capire che non sei sul forum giusto visto che il titolo è: La verità e le versioni ufficiali della storia italiana e per questo ho copia-incollato un articolo che parlava del'omicidio di Moro attinente a tale forum.
E dove ho detto che ho deciso di trattare di 'certi' argomenti? la confusione come vedi è solo tua.