Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 18/6/2006 1:53:48
In Svezia, Finlandia ecc ci sono risultati migliori perchè le maggiori risorse servono a investire in taluni settori che rendono i paesi + produttivi e socialmente + omogenei

Re: Money from nothing

Inviato da  Freigeld il 18/6/2006 1:59:35
Citazione:
In Svezia, Finlandia ecc ci sono risultati migliori perchè le maggiori risorse servono a investire in taluni settori che rendono i paesi + produttivi e socialmente + omogenei


infatti

- discriminano bene tra investimenti in certi settori ( detassati ), come queli dell'hi-tech, e forti aliquote progressive per i dividendi

- nei settori dei servizi, più cresce la quota di capital services ICT, più cresce la produttività lavorativa oraria, in scandinavia si viaggia al 4% l'anno,, ed in questo settore non c'è ( come dimostrato da studi empirici ) trade off tra occupazione e produttività

- inoltre hanno più laureati e più diplomati dell'Italia... grazie anche all'accesso a tutti alla scuola, che non è "uguali risultati per tutti" come vorrebbe farci credere Linucs

alcune volte, in certi settori, il mercato taglia accesso, taglia opportunità, se non regolato

Ciao

Nino



Re: Money from nothing

Inviato da  Ashoka il 18/6/2006 14:06:13
Citazione:
ma secondo te perchè oggi ci sono le 40 ore settimanali? non è per la legge?


40 ore settimanali? Quindi tutti i consulenti che lavoravano con me dalle 8:30 alle 22 ogni giorno (a volte anche il sabato)?

Quindi fammi capire.. durante lo Stage ero pagato per lavorare 6 ore al giorno. Quindi avrei dovuto lavorare 6 x 5 = 30 ore alla settimana x legge. Sempre per legge avrei dovuto avere i permessi per sostenere gli esami.

Ne lavoravo 8 al giorno, (dalle 8:30 alle 17:30) e mi è stato detto, quando mi han comunicato che non mi avrebbero assunto, che erano poche perché ci sono “laureati che voglion far vedere che ci tengono all'azienda lavorando sino alle 11”. Ovviamente senza aver nulla da fare (io sbrigavo in due ore ogni giorno tutto il lavoro che mi veniva assegnato e passavo il resto del tempo a chiedere cose da fare...)

Citazione:
- inoltre hanno più laureati e più diplomati dell'Italia... grazie anche all'accesso a tutti alla scuola, che non è "uguali risultati per tutti" come vorrebbe farci credere Linucs


Beh una volta per dare “letteratura italiana” a lettere dovevi studiarti da Dante a Montale ed all'esame il professore apriva a caso una cantica e ti faceva leggere e commentare.

Oggi 5 crediti x aver letto il Principe di Machiavelli ed altri 5 per la decima giornata del Decamerone di Boccaccio...

però i laureati sono aumentati dai 130mila del '99 ai 302000 dell'anno scorso!

Ashoka

Re: Money from nothing

Inviato da  Freigeld il 18/6/2006 14:30:12

Citazione:
ci sono “laureati che voglion far vedere che ci tengono all'azienda lavorando sino alle 11”


mannò... Linucs dice che l'imprenditore non ha mica tutto questo potere sul lavoratore, e che l'imprenditore non è la parte forte del contratto di lavoro e il lavoratore non è la parte debole...

sono entrambi liberi e contrattano liberamente senza necessità o pressioni esterne...

ahuahuahuauhha

Citazione:
però i laureati sono aumentati dai 130mila del '99 ai 302000 dell'anno scorso!


non capisco il nesso... c'entra qualcosa con l'accesso?

a) non c'entra con l'accesso in base al reddito

b) la laurea è triennale, per avere un titolo equipollente al tuo bisogna fare la specialistica, e là ci saranno altre materie, non solo i 5 crediti della triennale

c) un conto è dire che tutti devono avere accesso, un conto sono i programmi scolastici

Ciao

Nino

Re: Money from nothing

Inviato da  Ashoka il 18/6/2006 14:57:59
ci sono “laureati che voglion far vedere che ci tengono all'azienda lavorando sino alle 11

Citazione:
mannò... Linucs dice che l'imprenditore non ha mica tutto questo potere sul lavoratore, e che l'imprenditore non è la parte forte del contratto di lavoro e il lavoratore non è la parte debole...

sono entrambi liberi e contrattano liberamente senza necessità o pressioni esterne...


Veramente io avevo un contratto creato dallo Stato, lo stage, che permetteva all'azienda di prendermi per 4 mesi, pagarmi praticamente niente, stipulando un contratto con l'università.
Lo stesso contratto permetteva poi all'azienda di liberarsi di me in che modo volesse alla fine dello stesso, propormi di continuare come stage fino a 12 mesi alla stessa paga da fame (incentivata dallo Stato), o assumermi.

La proposta è stata di continuare lo stage ed io li ho mandati a cagare.

La pressione esterna è stata "il contratto di stage è quello e te lo possiamo offrire, se vuoi bene, altrimenti troviamo altri mille laureati che stanno ziitti e lavorano fino alle 11"


però i laureati sono aumentati dai 130mila del '99 ai 302000 dell'anno scorso!

non capisco il nesso... c'entra qualcosa con l'accesso?
C'entra che le università ricevono un contributo dallo Stato (il cosiddetto FFO) che dipende dagli studenti iscritti, dagli esami dati (in crediti), dai laureati e dal numero di ricercatori.
Per le università la competizione è quindi far iscrivere tanti studenti e poi farli laureare in fretta, indipendentemente dall'istruzione offerta. Per cui la storia della letteratura italiana diventa equivalente allo studio di 60 pagine di Boccaccio e 100 di Machiavelli.
Ashoka

Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 18/6/2006 17:23:39
"Si è tolta podestà, come dici, sui soldi per pagare scuola, sanità, strade, giustizia, difesa, ecc.
Basta rinunciarvi in cambio di tutti i soldi che vuoi.
Uno si tiene i soldi per scuola, sanità, treni, giustizia, esercito, strade, ecc. e paga ogni volta che gli serve un certo servizio. Se poi i soldi non bastano si licenziano gli insegnanti, i magistrati, i medici, ferrovieri, eccetera.
Fallo pure se vuoi. Io sono convinto che un sistema del genere non sarebbe accettato e se anche lo fosse creerebbe una situazione allucinante che per funzionare necessiterebbe di una burocrazia gigantesca, al confronto della quale qualsiasi spreco impallidirebbe."
++++++++++
a parte che in realta' non e' data nessuna scelta, o paghi o paghi, ma in ogni caso guarda che stai cambiando discorso. un conto e' dire che c'e' bisogno di spesa pubblica per sostenere la domanda, un conto e' dire che in certi settori particolari occorre l'intervento pubblico per qualche ALTRO motivo - es. sanita'.
non mi dire che a risultato in parte le due cose coincidono perche' e' ovvio. gli argomenti rimangono completamente diversi. se ti presenti a chiedere tasse per gli ospedali qualcuno che accetta lo trovi. se ti presenti a chiedere tasse perche' servono soldi per fare ponti cosi' si sostiene la domanda, e' facile che ti prendono a schioppettate.
(ma questo non succede, per qualche motivo che rimane da approfondire).
quando alla burocrazia, dire che ne porta piu' il mercato dello stato e' tutto dire.
(poi anche se fosse vera questa tua opinione non dovresti avere problemi, visto che aumenterebbe la domanda di burocrati).

"Le aziende non competitive, come le chiami, sono tali –tra i vari motivi- perché hanno un piccolo mercato alle spalle.
..... Nei confronti internazionali la competitività è causata dalla domanda.
Se certe aziende tecnologiche sono americane e non italiane o europee una delle ragioni, forse la principale, è che negli USA c’è un mercato capace di assorbire le novità in misura assai maggiore che altrove. Per questo le buone idee trovano i capitali e si trasformano in impresa.
Un buon biologo ha molte + chances di trovare un lavoro ben pagato negli USA rispetto all'Italia, perché lì esiste una domanda dei suoi servizi assai maggiore.
Per questo i capitali tendono a fluire verso i paesi come gli USA dove c’è una forte domanda."
++++++++++++
ma quando mai.
prova a lavorare in un'azienda competitiva e poi prova la fiat (almeno, com'era qualche anno fa, ora non so). poi la differenza la vedi bene, altro che domanda.
[se osservi bene inizi a notare differenze gia' appena passato il cancello].
se mai e' il contrario. garantisci un bel po' di commesse statali e poi vedi l'azienda quanto gliene frega ancora di sbattersi per competere sul mercato.
togli la concorrenza e succede la stessa cosa.










Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 18/6/2006 18:44:06
La scelta non esiste perchè si devono pagare dei costi che in gran parte sono fissi.

Se tu avessi la libertà di scegliere e decidessi di non pagare, perchè ritieni di non aver bisogno di un certo servizio, automaticamente lo stato dovrebbe licenziare parte del personale.
E' una possibilità. Io credo sarebbe molto impopolare e penso anche che sarebbe controproducente sul piano economico se dovesse avere un ampio effetto.

Io ho sostenuto che è necessario in molti campi sostenere la domanda.

Poi che qualcuno ha scritto che se si fanno pagare le imposte si riduce la "podestà" dei cittadini, che hanno una minore possibilità di scelta decidendo come spendere il loro reddito. Io ho fatto presente che se si ragiona così e se qualcuno chiede + soldi nel proprio portafogli e meno soldi allo stato, perchè questo aumenta le libertà, si può applicare questo raionamento praticamente a tutto.
Secondo te le imposte per gli ospedali sono + popolari di quelle per i ponti. Negli USA, patria di certe posizioni liberiste, non la pensano così e preferiscono un sistema privato.

Non penso si debbano fare ponti per sostenere la domanda. Questo lo pensano i promotori del ponte sullo stretto. Io penso che la domanda vada sostenuta perchè altrimenti il mercato non è in grado di sviluppare da solo un'ugual domanda o una domanda superiore.
Penso poi che la domanda pubblica dovrebbe essere orientata verso i settori a + elevato contenuto di tecnologia e valore aggiunto e per creare capitale umano.
I militari mandati in Iraq incassano soldi che, se spesi in patria, sostengono la domanda. Ma il loro lavoro è assai meno produttivo di quello di ricercatori che inventano beni destinati a essere prodotti nelle imprese italiane.

Per lo stesso motivo un sistema privato altamente burocratizzato al posto di un sistema pubblico come accade negli USA nella sanità è altamente negativo

-

Non so cosa tu intenda parlando del lavoro alla Fiat.
Che sia poco o molto efficiente questo non modifica in alcun modo le scelte dell'azienda di produrre o non produrre un certo bene in funzione della domanda di quel bene.
Per esempio la Fiat è sempre stata un'azienda che vendeva molto in Italia. Se il prodotto che va bene in Italia non va bene in Germania o in Francia, devi creare un prodotto apposito. Se non hai una sufficiente domanda di questo prodotto in patria e se conquistare il mercato straniero non è facile, l'auto per il mercato tedesco o francese o inglese non la costruisci proprio. E' successo alla Fiat e credo non soo alla Fiat di essersi ritirata dal mercato USA perchè la domanda era insufficiene a fronte dei costi che comportava la scelta di operare su quel mercato con prodotti diversi da quelli venduti in patria

Tutto questo a prescindere da qualsiasi ragionamento sull'efficienza dell'impresa, ma solo valutando la domanda potenziale di un certo bene

Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 18/6/2006 18:58:35
quindi, scusa, perche' le aziende dovrebbero essere efficienti secondo te ?

Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 18/6/2006 19:01:16
perchè l'efficienza è un modo per avere costi bassi e per soddisfare la clientela

Ma il punto è che l'azienda non va alla caccia di qualsiasi mercato a qualsiasi costo. Per quanto sia efficiente un'industria automobilistica, se per entrare in un certo mercato ci sono costi da sopportare e il numero di beni che pensi di vendere è modesto, non entri nel mercato. Non conviene.

Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 18/6/2006 19:06:39
perchè l'efficienza è un modo per avere costi bassi e per soddisfare la clientela
+++++++++++
e per competere, aggiungi pure.
per esempio "...se conquistare il mercato straniero non è facile"...che c'entri l'efficienza ?

Ma il punto è che l'azienda non va alla caccia di qualsiasi mercato a qualsiasi costo. Per quanto sia efficiente un'industria automobilistica, se per entrare in un certo mercato ci sono costi da sopportare e il numero di beni che pensi di vendere è modesto, non entri nel mercato. Non conviene.
++++++++++++
mbeh che c'entra ? ti stai rileggendo il Porter ?
poi i costi mica sono una variabile esogena, se stiamo parlando di efficienza.

ti risulta che la fiat godesse di protezione quando aveva il 60% del mercato in italia ?

"il numero di beni che pensi di vendere è modesto"
+++++++++++++
che dipenda un pochino dalla qualita' che sono in grado di offrire e dai prezzi che posso permettermi di praticare in rapporto alla concorrenza ?


Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 18/6/2006 19:09:42
Non capisco l'obiezione.

Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 18/6/2006 19:24:51
Non capisco l'obiezione.
++++++++++++++
dici che le scelte di entrare o meno in un mercato si fanno "a prescindere da qualsiasi ragionamento sull'efficienza dell'impresa".
quindi, io obietto.

Re: Money from nothing

Inviato da  Paxtibi il 18/6/2006 19:25:05
per esempio "...se conquistare il mercato straniero non è facile"...che c'entri l'efficienza ?

La FIAT mandò qui in Grecia un po' di anni fa un "dirigente" che non parlava nemmeno l'inglese.
Il briefing con l'agenzia dove lavoravo allora rimane una delle esperienze più esilaranti a cui m'è capitato di assistere, cercavo di tradurre quel che diceva ma mi scappava da ridere...

La FIAT alla conquista dei mercati stranieri? Un'armata Brancaleone, a voler essere generosi.

Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 18/6/2006 21:38:29
quindi qualunque sia la dimensione di un mercato e qualunque sia la dimensione dell'investimento necessario per entrare in un certo mercato basta essere efficienti....

Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 18/6/2006 22:15:11
"quindi qualunque sia la dimensione di un mercato e qualunque sia la dimensione dell'investimento necessario per entrare in un certo mercato basta essere efficienti...."
+++++++++++
messa cosi' non dice molto e certo che si puo' contraddire, volendo.
[tra dire che non si puo' trascurare del tutto l'efficienza e dire che basta essere efficienti c'e' la sua differenza, a livello di mera logica, e prima ancora di entrare nel merito].

in generale per entrare in un mercato e' importante avere un vantaggio competitivo, e certamente essere piu' efficienti dei concorrenti e' uno dei casi.
dopo di che' ovviamente la decisione e' una scelta imprenditoriale che puo' anche rivelarsi sbagliata - eventualmente si puo' anche sbagliare la modalita' di ingresso pur essendo giusta la scelta di entrare.
poi la dimensione del mercato e l'entita' dell'investimento non e' detto che siano sempre fissi (e nemmeno uguali x tutti, con riferimento all'investimento) come tu sembri supporre.

anche avere qualcuno che parla inglese (se proprio la lingua locale e' impossibile) da mandare in trasferta e' una buona idea, ma in caso di emergenza possono sempre chiedere a Pax !

Re: Money from nothing

Inviato da  Freigeld il 18/6/2006 22:32:47
Citazione:
La pressione esterna è stata "il contratto di stage è quello e te lo possiamo offrire, se vuoi bene, altrimenti troviamo altri mille laureati che stanno ziitti e lavorano fino alle 11"


infatti Ashoka... io ho detto nel mio post di risposta a Linucs che una certa quota di disoccupazione mette in situazione di vantaggio chi ha capitale

perchè quelli che hanno capitale sono meno di quelli che offrono lavoro :D

quindi mi stai dando ragione

Citazione:
C'entra che le università ricevono un contributo dallo Stato (il cosiddetto FFO) che dipende dagli studenti iscritti


non c'entra con l'accesso e la gratuità del servizio...

è un metodo di selezione dei finanziamenti tra diverse università...

si potrebbe dare in base alla percentuale di laureati che lavorano dopo 2 anni

ma così forse quelle del nord sarebbero premiate visto che al nord c'è più occupazione, quindi anche i laureati troveranno più lavoro al nord che al sud

e la mobilità dei laureati del sud non può competere con chi sta a casa sua ( nord ) e trova lavoro

Ciao

Nino

Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 18/6/2006 23:29:16
Per decidere se vale la pena entrare in un mercato devi supporre quanto venderai di un certo prodotto. Tenuto conto dei costi puoi capire se è conveniente entrare. Questo è ciò che mi interessava dire

Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 18/6/2006 23:45:58
Per decidere se vale la pena entrare in un mercato devi supporre quanto venderai di un certo prodotto. Tenuto conto dei costi puoi capire se è conveniente entrare. Questo è ciò che mi interessava dire
++++++++
beh, detto cosi' come si fa a non essere d'accordo. (magari aggiungiamo anche il prezzo al quale speriamo di vendere).
la discussione sul punto e' nata perche' tu dicevi che "Le aziende non competitive...sono tali –tra i vari motivi- perché hanno un piccolo mercato alle spalle...Nei confronti internazionali la competitività è causata dalla domanda..." [e nella valutazione se entrare possiamo] "prescindere da qualsiasi ragionamento sull'efficienza dell'impresa".
++++
mentre:
1) l'analisi della concorrenza e' uno dei punti basilari. molte aziende farebbero carte false pur di conoscere bene i costi dei concorrenti. questo significa valutare la mia efficienza relativamente a quella dei conocorrenti
2) concentrare l'attenzione sull'ampiezza della domanda interna come fattore determinante, in generale, rispetto al livello di competitivita' di un'impresa e' quantomeno fuorviante (col che' non voglio dire che questo non sia mai corretto, ma certamente non lo e' in generale).



Re: Money from nothing

Inviato da  sandro il 18/6/2006 23:46:36
mentre continuate i vostri discorsi su come produrre giustamente di più (per pagare 102 euro ogni 100 prestati e costati 0,30 occorre senz'altro lavorare di più, fino a farsi scoppiare il cuore in un'impossibile rincorsa matematica!) mi spiegate questo?

questa è fonte attedibile? da qui nascono e attingono gli economisti come Fotogian e Borghesi?

Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 0:13:08
Certo, si fanno supposizioni sul prezo e sulle quantità. Altrimenti come decidi?

Io devo fare un'auto (supponiamo un'Alfa Romeo) per il mercato americano. Ci sono delle modifiche da fare rispetto al modello per l'Europa. So quanto spendo e so quanto mi costa portare un'auto negli USA.

Se io so che devo investire 100 milioni per progettare le modifiche e per rendere gli impianti adatti. Se so che poi ogni auto mi costa 10.000 euro tutto compreso, devo decidere per esempio a quanto vendere l'auto.

Stabilito il prezzo posso calcolare quante devo venderne per ripagarmi i 100 milioni. Mi interessa sapere quali sono i costi di una macchina della Ford che appartiene alla stessa categoria?

Oppure posso stimare quante ne venderò a diversi livelli di prezzo, con apposite ricerche di mercato, per scegliere la combinazione migliore per pareggiare i conti (o mantenere le perdite per un certo periodo al di sotto di uan stessa soglia).

Cosa me ne faccio di sapere quanto costa alla Ford un'auto che viene venduta a un certo prezzo ed è concorrente della mia?

Se il mercato non mi consente di vendere abbastanza a un certo prezzo non ho convenienza a entrare nel mercato.

Disporre di un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza mi cosnente di vendere di più e/o di vendere a un prezzo più alto, ma non spiega se convenga produrre e vendere qualcosa in un certo mercato.

--
La conoscenza dei costi altrui può essere utile per esempio in una guerra commerciale in cui abbassando i prezzi spero di far fare lo stesso agli altri e spero che gli altri, andando in perdita, rinuncino a un certo mercato.

--

Il ragionamento da cui ero partito era che se due aziende simili hanno alle spalle mercati diversi, quella con un mercato + grande e ricco sarà più competitiva, alla lunga.

L'esempio mi è offerto dall'auto. La Fiat che dominava il mercato italiano produceva auto destinate a un pubblico + povero rispetto a quello tedesco.

Questo offriva margini maggiori per i tedeschi sia pechè in Germania c'era un mercato + grande sia perchè i le auto venivano vendute con un margine, rispetto ai costi, superiore.

Questo rende, in generale, + competitivi quelli che operano sui mercati grandi e ricchi che pertanto hanno risorse per sbarcare in altri mercati e per acquistare aziende straniere.

Basta pensare alle multinazionali. Sono più quelle americane che producono in Europa o quelle europee che producono negli USA?

Le grandi quantità vendute in un grande mercato come quello USA consentono per esempio di ridurre considerevolmente i costi unitari per creare e produrre un nuovo bene.
E se le grandi quantità vendute mi permettono di ottenere proditti posso vendere lo stesso prodotto in un altro mercato senza sopportare nuovi costi di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.

In questo meccanismo è favorito chi vende di + e quindi chi ha un mercato con una forte domanda alle spalle


Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 19/6/2006 0:28:20
"Cosa me ne faccio di sapere quanto costa alla Ford un'auto che viene venduta a un certo prezzo ed è concorrente della mia?"
+++++++
ma stai scherzando ? hai presente il mazzo che farebbe la ford a un insider che svelasse i suoi costi a un concorrente ? e secondo te come mai ? [Porter, Sherer, dove siete ??]
(ma vedo che in parte ti sei gia' risposto da solo, piu' sotto)

quanto alla competitivita', tu continui a ridurla alla quantita' di risorse monetarie a disposizione. a questo punto divento curioso di sapere a quale fonte attingi.


Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 0:44:41
Mi sono risposto da solo. Ma quello è un caso particolare di un quadro + generale. L'ipotesi che le aziende si facciano la guerra a colpi di prezzi non è il solo scenario possibile.


Comunque ti ripeto la domanda. Se io so che per fare delle modifiche a un'auto devo spendere 100 milioni e un'auto costa 10.000 e devo stabilire se entrare in un mercato, cosa mi importa sapere quanto costa un'auto della concorrenza?


Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 19/6/2006 0:53:06
le aziende sono sempre in concorrenza tra loro, tranne quelle protette o foraggiate dallo stato, e quindi sono molto interessate a conoscere bene i propri rivali, e i costi dei medesimi sono sempre un fattore importante da conoscere. questo a prescindere dal tipo di competizione, che puo' benissimo essere di tipo non price in un certo momento, ma che puo' anche cambiare nottetempo per iniziativa di qualsiasi concorrente.

"Comunque ti ripeto la domanda. Se io so che per fare delle modifiche a un'auto devo spendere 100 milioni e un'auto costa 10.000 e devo stabilire se entrare in un mercato, cosa mi importa sapere quanto costa un'auto della concorrenza?"
+++++++++
ti serve per prevedere che tipo di reazione puoi aspettarti dai concorrenti al tuo ingresso, e per capire con che tipo di gente ti metti a giocare la partita. e se hai un vantaggio di costo devi capirne la fonte per accertarti che sia duratura.
fai il caso che puoi entrare con 2 modelli, in alternativa, il margine per te e' lo stesso, ma su uno hai un vantaggio di costo vs i competitor e sull'altro al contrario, con quale modello entri ? mi dici che per te e' indifferente ?
...e un sacco di altre cose, ma scusa, Ricossa non ve le ha raccontate ?

Re: Money from nothing

Inviato da  Paxtibi il 19/6/2006 1:06:54
Ma questo Ricossa sarà mica un mangiapane a ufo?

E io che credevo di essere negato in economia!



Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 1:17:32
Ricossa insegnava politica economica che con questi temi ha ben poco da spartire. E poi lui teneva di fatto un corso di teoria del liberismo....cosa accadesse nelle imprese non gliene poteva importare di meno...

Le ho studiate, ma in altre discipline.

Tu pensi -credo- alla competitività di un prodotto e di una azienda. Nei testi che ne parlano segue un elenco di modi in cui rendere + competitivo il prodotto in tanti modi diversi.

Il punto di vista è aziendale.

L'azienda che sviluppa un vantaggio riesce -almeno per un pò di tempo- a vendere di + e/o a un prezzo superiore.
Questo può essere utile nel risolvere la questione della convenienza a entrare in un mercato. Se posso godere di un qualche vantaggio posso immaginare he venderò + prodotti o guadagnerò di + o venderò i prodotti a un prezzo superiore.


Io mi ponevo dal punto di vista di un'economia e non di un'azienda.
Osservavo che chi ha un mercato + ampio facilmente può avere costi fissi unitari inferiori e se guadagna di + ha + risorse da investire in uovi prodotti o per entrare in nuovi mercati.
Poi si spera che se ne serva per sviluppare vantaggi competitivi... se consideri non la singola azienda ma l'economia nel suo complesso puoi pensare che se non ci riesce l'impresa X che opera in un certo settore ci riesca l'azienda Y e comunque puoi ipotizzare che la lezione di Porter non l'abbiano imparata tutte le imprese di un paese meglio di tutte le imprese di un altro.

Ricossa è andato in pensione.
E' curioso che guadagnasse uno stipendio statale e sostenesse che sempre e comunque convenisse ridurre il peso dello stato.
O che insegnasse in una università pubblica pur affermando che i privati possono fare meglio sempre.
Se gli studenti non avessero temuto per il loro voto (la sola ragione per frequentare il suo corso... alla fine era generoso e se non ti veniva voglia di spiegargli quello che pensavi o quello che pensavano economisti capaci molto + di lui di dare risposte ai problemi, un bel voto era asicurato) gli avrebbero potuto dire: scusi, ma perchè lei non dà vita a una bella università privata dimostrando così con i fatti che privato è sempre meglio di pubblico?

Quando è finito il reaganismo e il thatcherismo è andato in depressione di brutto...

Tra l'altro negli anni sessanta/settanta quando qualcuno immaginava un bel golpe militare lui era in cima alla lista dei golpisti per occupare i ministeri economici....



Re: Money from nothing

Inviato da  Paxtibi il 19/6/2006 2:09:48
Quando è finito il reaganismo e il thatcherismo è andato in depressione di brutto...

Alla faccia del liberismo...

E poi lui teneva di fatto un corso di teoria del liberismo....cosa accadesse nelle imprese non gliene poteva importare di meno...

Probabilmente la colpa sarà mia che non ho studiato economia, ma se la teoria del liberismo non si interessa di cosa accade nelle aziende, di cosa si interessa?

Osservavo che chi ha un mercato + ampio facilmente può avere costi fissi unitari inferiori e se guadagna di + ha + risorse da investire in uovi prodotti o per entrare in nuovi mercati.

Ma questa è solo una parte della questione: la FIAT in Italia ha sempre avuto un mercato larghissimo, con tanto di favoritismi di ogni genere da parte di ogni governo, eppure ha fallito completamente quando la sua efficienza, la sua capacità di produrre automobili che incontrassero i desideri e le possibilità dei suoi consumatori tradizionali, gli italiani, è venuta meno, per chiare mancanze – secondo me volute – del suo management.

Negli anni sessanta gli italiani non avevano i soldi dei tedeschi, ma correvano in massa ad acquistare 500 e 600, che erano perfette per loro.
Il rovinoso percorso da lì fino alla Duna è stato la risultante di scelte precise, non di qualche maleficio operato dalle dimensioni del mercato. Anzi, nel frattempo agli italiani cominciavano a crescere i soldi in tasca, e questo la dice lunga sull'incompetenza dei vertici FIAT che non sono riusciti – nonostante, lo ripeto, la connivenza (poiché di questo si tratta) dei governi – a sfruttare a loro vantaggio questi fattori favorevoli: un mercato in crescita, i politici come zerbino, una rete di venditori e concessionari capillare, la tradizione.

Il mercato non fa e non disfa niente: il mercato è un'occasione.


Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 2:40:50
L'economia non è la scienza che studia solo quello che succede nell'impresa... L'impresa è solo uno degli oggetti dell'economia

I liberisti pensano soprattutto al mercato e ritengono che esso funzioni molto bene, perchè governato da forze che interagiscono tra loro trovando sempre nuovi equilibri

Pensano che i soggetti economici, comprese le aziende, lasciati liberi di scegliere quello che vogliono in base ai loro interessi, producono sempre soluzioni ottimali

Pensano anche che se un'impresa non riesce a ottenere buoni risultati un'altra ne prenderà il posto. Quindi la preoccupazione per le scelte dell'impresa è minima

Re: Money from nothing

Inviato da  Ashoka il 19/6/2006 8:31:02
Citazione:
Pensano che i soggetti economici, comprese le aziende, lasciati liberi di scegliere quello che vogliono in base ai loro interessi, producono sempre soluzioni ottimali


Rothbard

Now, the uncertainty factors enter into the actor’s decision in one way or the other. The delicate procedure of weighing all the various factors in the situation is a complex process that takes place in the mind of every actor according to his understanding of the situation. It is a decision depending purely on the individual judgment, the subjective estimates, of each actor. The “best” decision cannot be exactly, or quantitatively, decided upon in advance by objective methods. This process of forecasting the future conditions that will occur during the course of his
action is one that must be engaged in by every actor. This necessity of guessing the course of the relevant conditions and their possible change during the forthcoming action is called the act of entrepreneurship. Thus, to some extent at least, every man is an entrepreneur. Every actor makes his estimate of the uncertainty situation with regard to his forthcoming action.
The concepts of success or failure in entrepreneurship are thus deducible from the existence of action. The relatively successful entrepreneur is the one who has guessed correctly the changes in conditions to take place during the action, and has
invested accordingly.
...
On the other hand, the relatively unsuccessful entrepreneur is the one who has been badly mistaken in his forecast of the relevant changes in conditions taking place during the course of his action.


Ashoka

Re: Money from nothing

Inviato da  sandro il 19/6/2006 14:50:41
so che a molti non interessa ma ritengo importante una visione globale delle cose, delle persone e dei luoghi teatro delle discussioni. riprendo quindi la disanima dei personaggi-wiki, come fotogian qui gran cerimoniere e disinformatore.
questa persona è secondo me pessima e chi legge deve sapere cosa fa e come lo fa (per quanto rigarda il signoraggio, poi per il resto non mi interessa minimamente). molti ragazzi in rete hanno il riferimento di wikipedia e questo è sbagliato perché:

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ssspera: Dopo aver visto questo [2], sto per fare alcune modifiche al paragrafo.--Ssspera 14:22, 18 giu 2006 (CEST)

fotogian: Vedo che non rinunci a pescare tra l'immondizia che si trova in rete....

Ti segnalo che un gran sostenitore del signoraggio ha trovato e tradotto la definizione di signoraggio offerta dalla Banca Centrale Canadese (vedi il terz'ultimo intevento in link ) dove si offre del signoraggio -salvo per le monete metalliche- una definizione del tutto uguale a quella offerta dalla Banca d'Italia. Pare quindi che anche questo signore -sempre che abbia davvero capito cosa ha tradotto- si sia convinto che il signoraggio non riguarda la differenza tra valore (nominale) delle banconote e costo di stampa.
Fotogian

anonimo: Caro Fotogian, non ti smentisci mai. Sei un vigliacco che non nomina neppure il SIGNORE in questione (che è il Pascucci, non è vero?). Inoltre sei offensivo (non voglio difenderlo, interverrà presto da solo, ne sono sicuro) ma dire "sempre che abbia davvero capito cosa ha tradotto" è quanto meno puerile e stupido, non trovi?

Inoltre puoi mettere il link ORIGINALE, come la netiquette insegna: http://www.mclink.it/personal/MC0823/signoraggio_banca_del_canada_it.html

ed evitare conclusioni affrettate tipo "...si sia convinto che il signoraggio non..."

Sei un triste personaggio Fotogian e sei proprio tu a non aver capito cosa il Pascucci ha inteso dire con quella traduzione.
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questa persona, questo FOTOGIAN non è leale né rispettoso e non può apportare verità obbiettiva alla discussione.

Quindi mi rivolgo ai lettori di passaggio ALLERTANDOLI di questo semplice, e ora documentato, fatto. Fotogian si è preoccupato fino a pochi post fa di avvisare di quanto fosse cattivo Pascucci? bene, che si sappia da che pulpito viene la predica e ci si interroghi (ognun per se) sui perché di tanto astio e sulla affidabilità di Fotogian, WikipediaITALIA (che lo appoggia mentre censura me) e altro..

Nessun complotto, nessuna vendetta o insulto.

Questi sono i fatti e crederli "non importanti/attinenti" col discorso signoraggio è un errore. Il signoraggio non è l'art. 54 o 56.. il signoraggio è la lotta della verità contro la menzogna, dell'umile contro il saccente, della sovranità popolare contro lo schiavismo imposto dai grassi banchieri!

Se voi credete alle 4 formulette che sapete cosi bene a memoria.. brrr....
oppure credete veramente che "il mondo va male perché non sappiamo aumentare la produzione" [Nino, 2006] allora siete degli sciocchi e non c'è dialogo possibile con voi.

Spiegare il signoraggio con lo Statuto di una BANCA che non aveva pubblicato neppure l'elenco dei suoi soci è da scemi!

Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 14:54:18
In seguito alle minacce a non tirare in ballo il nome di chi non voglio nominare e anche di qualche consiglio amichevole a non dare peso alle parole di chi usa metodi di comunicazione indecorosi, mi sono astenuto dallo scrivere il nome dell'innominabile per timore delle minacce ricevute

Gli insulti dell'anonimo sono stati rimossi, secondo le regole di wikipedia (che non ho fatto io)

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=46&topic_id=103